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  • 1898, gli italiani iniziano a impazzire per il calcio: c'è anche il giovane Pozzo

    1898, gli italiani iniziano a impazzire per il calcio: c'è anche il giovane Pozzo

    • Alessandro Bassi
    Nel racconto degli inizi del calcio in Italia c'è stato qualcuno che di ritorno da uno dei suoi viaggi d'affari in Inghilterra s'è portato appresso un pallone e c'è stato chi ha visto dei marinai inglesi in qualche porto dare calci ad un pallone in attesa di ripartire. Comunque sia andata, dalla metà degli anni'80 del XIX secolo in Italia un pallone da football ha preso a rotolare e non ha più smesso. Torino e Genova sono le prime capitali calcistiche d'Italia, le città che presentano da subito la concentrazione maggiore di squadre, le città più attratte dal nuovo gioco, tanto che non pare per nulla strano che la prima partita giocata da squadre di due città diverse le veda come protagoniste. 

    1898, L'ANNO ZERO - Il 6 gennaio 1898 è per convenzione la data “zero” del calcio italiano. Per la prima volta delle persone si recano in un'altra città per giocare a football: sembra niente visto con gli occhi di oggi, ma è un evento che ha un peso ed un'importanza decisiva. I protagonisti sono quei nobili e quegli inglesi che già abbiamo incontrato nei precedenti racconti. A Torino personaggi come il marchese Ferrero, Nasi, Montù, Savage, Beaton, Bosio si sfidano tra loro con le rispettive squadre e la città sabauda pare davvero essere contagiata dalla febbre da football, ma anche Genova diventa ben presto teatro di accese sfide. A Torino, però, come abbiamo detto, più alta è la concentrazione di società calcistiche tanto che per il 1° novembre del 1897 viene giocato un quadrangolare al Velodromo Umberto I – vinto dal Football Club Internazionale - che vede la partecipazione di un numeroso pubblico. In mezzo a quel pubblico, chissà, forse vi erano anche alcuni di quegli studenti che proprio in quel giorno, sul far della sera, quando la nebbia era già calata sulle rive del Po, avrebbero dato vita alla Juventus, seduti su una panchina all'angolo tra corso Re Umberto e corso Vittorio Emanuele. 

    GENOVA CONTRO TORINO - Certo è che tra i footballers la voglia di giocare e di cimentarsi tra loro è sempre più viva, tanto che passa poco meno di un mese e da Genova viene lanciata una sfida alle squadre torinesi, sfida che viene ben accettata dal Football Club Torinese e dal Football Club Internazionale e fissata per mercoledì 8 dicembre in Piazza d'Armi a Torino, ma purtroppo la neve abbondante non permette lo svolgimento della partita e tutto viene rimandato alla data destinata a passare alla storia del 6 gennaio 1898. Non cambiano i protagonisti, muta però il palcoscenico, nel senso che non più a Torino bensì a Genova, su una porzione del velodromo di Ponte Carrega verrà giocato l'incontro.

    Per la prima volta, come detto, qualcuno si muoveva dalla propria città per andare a giocare a calcio e chissà se a bordo del diretto delle 8.50 che da Torino portava a Genova, i giovani calciatori delle due squadre torinesi avranno pensato se quel loro viaggio sarebbe rimasto nella storia di uno sport. Probabilmente no, eppure quel viaggio lo fecero e arrivarono a Genova per giocare la partita, che iniziò alle 14.30 precise, sotto un cielo plumbeo e sferzato da vento gelido.
     
    Parecchi giornali annunciano l'evento: La Stampa, Il Caffaro, la Gazzetta del Popolo, il Secolo XIX e anche la Gazzetta dello Sport ognuno a modo suo dà risalto alla partita.

    1898, gli italiani iniziano a impazzire per il calcio: c'è anche il giovane Pozzo

    IL GIOVANE POZZO STUDIA CALCIO - Il Genoa e una mista composta da giocatori del F.C. Torinese e del F.C. Internazionale di Torino davanti a quasi 200 spettatori, tra i quali un giovanissimo Vittorio Pozzo, si danno cavalleresca battaglia: i liguri in camicia bianca e i torinesi con una divisa biancoceleste. C'è talmente tanta cavalleria che i genovesi “prestano” Ghigliotti ai torinesi a supplire il forfait di Weber: cose che potevano accadere, al calare del diciannovesimo secolo. La partita finalmente inizia e dopo appena un paio di minuti gli ospiti riescono a segnare con Savage la rete che deciderà il match e che verrà ricordata negli annali come la prima rete nella storia del calcio italiano. Quello di John Savage è uno dei nomi più importanti nel panorama pionieristico nostrano, mediocre giocatore in patria nel Notts County, non approderà mai a giocare tra i professionisti ma qua da noi è uno dei pochi che sa come si gioca al pallone, e tanto basta. 

    Dopo la partita, le due squadre si ritrovano attorno ad un sontuoso banchetto offerto dai padroni di casa alla presenza del console britannico e, tra fiumi di champagne, le società si danno appuntamento per la rivincita, che verrà giocata a Torino giusto un paio di mesi dopo. Quindi, chiusi i festeggiamenti, i torinesi risalgono sul treno e ritornano nella loro città: ormai il football in Italia ha tracciato la strada e indietro, per fortuna, non si tornerà più.  

    (Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)

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