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  • VIDEO Agnelli contro Tavecchio e Moratti: 'Folle accettare uno Scudetto non vinto'
VIDEO Agnelli contro Tavecchio e Moratti: 'Folle accettare uno Scudetto non vinto'

VIDEO Agnelli contro Tavecchio e Moratti: 'Folle accettare uno Scudetto non vinto'

AGNELLI SALUTA MORATTI CON UNA BATTUTA AL VELENO - Dopo aver parlato all'assemblea degli azionisti, Andrea Agnelli parla anche in conferenza stampa: "Una delle cose non dette in assemblea è che dal primo luglio c’è stata una profonda riorganizzazione della società e c’è un modello più simile a quello che è la mia idea. Di fianco a me c’è Calvo che ha responsabilità importantissime non solo nel marketing. Di solito si identifica una squadra con l’allenatore o il centravanti, ma noi non siamo un one man show e se abbiamo ottenuto questi risultati è per il merito dei trecento che lavorano nella Juventus e per la Juventus (a Conte fischieranno le orecchie, ndr?). Sono tante le persone che lavorano con dedizione e ci permettono di raggiungere successi". 

Sulle dimissioni di Moratti da presidente onorario dell'Inter: "Oggi mi sembra che si registri un fatto tecnico. Le vedute diverse con Thohir si erano registrate da tempo. A Moratti va riconosciuto un grandissimo amore per l’Inter e il grandissimo amore porta a fare follie come accettare uno Scudetto che non ha vinto. Perdiamo un personaggio che ama il calcio e la sua squadra". 

Su Conte: "Se manca alla squadra? L’allenatore in una società è fondamentale perché è il responsabile dell’attività sportiva. Ci sono tanti modi per vincere e non esiste un unico metodo. Le persone a capo di un gruppo hanno personalità diverse e vanno rispettate".

Sulla tassa sulla sicurezza: "Il problema principale sono gli stadi. Si continua a guardare il dito e non la luna. Costruiamo stadi più moderni e non ci sarà bisogno di una tassa sulla sicurezza. Abbiamo stadi con un’eta media 64 anni e la risposta può solo essere nei nuovi impianti".

Sulla Champions: "Se uscire ai gironi sarebbe un dramma? Noi abbiamo delle previsioni molto prudenti. Per la Champions nei prossimi tre/quattro anni previdiamo di partecipare sempre ai gironi ed essere eliminati, partecipando poi agli ottavi di Europa League venendo eliminati agli ottavi. Insomma, tutto quello che viene in più è di guadagnato. Ma questo è ovviamente solo l’aspetto economico, quello sportivo è il solito: cercare di vincere ogni competizione alla quale si partecipa". 

Sul rapporto con la Roma: "Al di là di Pallotta con cui c’è piena condivisione degli obiettivi di sistema. Sono state sagge parole le sue: sana competitività sul terreno di gioco, ma lui ha corretto il tiro dei suoi tesserati. Le partite contano tutte tre punti, iniziano e finiscono al novantesimo. Capisco che al termine di una partita ci possano essere degli stati d’animo alternati dal risultato, poi dovrebbe finire lì. Non ho altro da aggiungere se non questo rapporto anti-storico, ma certamente proficuo, con la Roma".  
 

Anche MAROTTA parla in conferenza, sui giocatori in scadenza: "Dobbiamo rispettare un programma delle stagioni future, analizzando caso per caso. Di conseguenza oggi è prematuro quali sono i promossi e i bocciati, stiamo vivendo una stagione importante, vedremo... dico solo che i giocatori in scadenza sono professionisti seri Chiellini, Storari, Giovinco, Lichsteiner". 

"Credo che ci sia scetticismo intorno alla squadra. Stiamo partecipando a campionato, Champions, Coppa Italia e Supercoppa. In campionato 7 partite e 19 punti, molte poche critiche. In Champions ci sono delle componenti e continuo a notare che il nostro campionato è il più stressante. Quando vai a Sassuolo devi lottare per vincere, cosa che non esiste in nessun altro campionato. La dimostrazione è il Bayern che vince facile in Bundesliga. La seconda osservazione è che le squadre si preparano in modo totale per la Champions, vedi l’Olimpiacos che vive un campionato dove non ci sono stress. E anche lì abbiamo perso di misura sbagliando molti gol. Cerchiamo di essere realisti: possiamo fare molto meglio e questo deve entrare nelle nostre teste, se una partita la giochi solo negli ultimi 45 minuti devi farti delle domande, ma la classifica del girone rimane aperta".

Sul mercato di gennaio: "Gennaio è lontano. Abbiamo lavorato centrando gli obiettivo che volevamo centrare. Un’età media di 26 anni e 26 elementi. Non dobbiamo riparare a nulla, dobbiamo stare attenti a eventuali infortuni e in quel caso dovremmo guardarci attorno". 

Sul contratto di Pogba: "Non ci sono clausole rescissorie. E’ il solito contratto con una base fissa".  

Sulle polemiche post Juve-Roma: "Basta Juve-Roma. Come ha detto Garcia: il campo dice sempre la verità".  

Sulla moviola in campo: "Ho la stessa idea di Platini: sarebbe la fine del calcio. Chi è il moviolista? Come si fanno a capire episodi legati a dinamiche di forza o appoggio del piede o urto o pressione. E come si fa a interrompere in continuazione il gioco? Noi siamo per la tecnologia ma la moviola porterebbe alla fine del calcio". 

12.45 - ANCORA AGNELLI AGLI AZIONISTI, SU CALCIOPOLI - "Le posizioni della società sono note e non cambiate. Io non posso non tornare sull'avere pazienza, bisogna aspettare la chiusura degli atti giudiziari. La data è fine gennaio 2015 e da quel momento potremo tirare le somme. Dobbiamo aspettare l'ultimo atto e poi analizzarli tutti. Da quel momento analizzeremo tutto pensando al bene della società". 

HEYSEL - "Per i 30 anni dell'Heysel sicuramente faremo qualcosa per ricordare questa tragedia, come per i ragazzi scomparsi a Vinovo, la scomparsa di Scirea e Andrea Fortunato". 

JUVENTUS ANTIPATICA - "Siamo sollecitati quotidianamente. O chi molto forte attraverso i media digitali. Non son d’accordo. Siamo 14 milioni e mettere tutti d’accordo non è facile. Quelle che sono le posizioni più dure emergono perché espresse con maggiore ruvidezza. Noi dobbiamo renderci conto che siamo AN-TI-PA-TI-CI. Non piacciamo. Dobbiamo essere sereni. Ne parlavo con Trapattoni e lui mi disse: iniziavamo l’anno e avevamo una sensazione, non importava chi vinceva, bastava che non vincesse la Juventus. Questa è la nostra storia. Oggi sono orgoglioso perché possiamo rivincere in Italia e possiamo essere fra le prime otto di Europa, poi se prendiamo il Real ci giochiamo la nostra partita. Tutto deriva dalla compattezza: se ci separiamo e abbiamo opinioni diverse siamo più deboli. Dai tifosi vip, che se si vergognano di tifare Juventus non tifino più Juventus, fino alla curva".

11.15 - MAROTTA UFFICIALIZZA IL RINNOVO DI POGBA - Successivamente, ha preso la parola l'amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta, che ha dichiarato: "E' ufficiale, abbiamo sottoscritto il rinnovo con Pogba fino al 2019".

ANCORA MAROTTA SU RINNOVI, GIOVANI, MERCATO E MORATA - "La Juventus ha 6 giocatori che andranno in scadenza a fine anno. Tutti sono professionisti di grande valore umano, il nostro condizionamento è relativo a valori anagrafici, con tutti abbiamo iniziato azioni di confronto. Si tratta di 6 professionisti e mi auguro di poter dare quanto prima una soluzione. Abbiamo 64 giocatori in prestito, quasi tutti di chiaro interesse. Vi elenco i 10 tesserati da società di Serie A: Berardi, Boakye, Gabbiadini, Leali, Magnusson, Rosseti, Rugani, Sorensen, Spinazzola, Sturaro. Mercato di gennaio? Oggi è ancora difficile, valuteremo dove saremo come Europa e campionato. Non credo che ci siano giocatori per poter fare il salto. Con Martinez abbiamo rinnovato perché il giocatore si è decurtato il 50% dello stipendio. Quelli che erano i nostri obiettivi li abbiamo raggiunti tutti in un mondo in cui tutti parlano, siamo in un mondo mediaticamente completo e tutto viene fuori immediatamente. Questione diritto di ricompra: esiste solo in trattative con società straniere, tra società italiane non esiste ancora. Per Morata sarà poi indispensabile il volere anche del giocatore. Per Zaza c'è un ottimo rapporto di collaborazione e nel momento in cui dovesse interessarci ci sarà modo di parlarne. Il rapporto col Genoa a livello politico non è al massimo, ma dobbiamo valutare il valore del giocatore, parlando di Sturaro. Della vicenda Conte posso dire che la risoluzione è stata consensuale. Il mercato nel mondo del calcio è anomale e dobbiamo adeguarci. Evra è stato un acquisto contenuto, è un giocatore abituato a vincere e questo è un fattore importante".

11.00 - AGNELLI AGLI AZIONISTI: TAVECCHIO SCONFITTA PER IL CALCIO ITALIANO - In occasione dell'Assemblea degli azionisti della Juventus, tenutasi allo Stadium, il presidente Andrea Agnelli è tornato ad attaccare il numero 1 della FIGC Carlo Tavecchio e coloro i quali hanno reso possibile la sua elezione, oltre a fotografare il momento di crisi del calcio italiano e quello del suo club:

"L'area sportiva della Juventus ha basi solide, costituite, in primis, da Massimiliano Allegri, un tecnico che ha già dimostrato di saper vincere. Insieme a Paratici, Nedved e ad un gruppo di calciatori in grado di affrontare nuove sfide, sta lavorando per vincere il quarto scudetto consecutivo. Un'impresa che ci avvicinerebbe alla leggenda. Solo una volta nella sua storia la Juventus ha vissuto un periodo paragonabile a quello che stiamo attraversando. Nel maggio di quest'anno abbiamo conseguito il terzo scudetto consecutivo, un'impresa che i colori bianconeri non vedevano dagli anni '30 del secolo scorso. E il nostro fatturato per la prima volta supera i 300 milioni. Il ritorno dopo 4 anni all’utile operativo, completa il risanamento. Siamo nella top 10 mondiale".

Sulla crisi della Serie A: "Il limite strutturale è del calcio italiano: basta guardare con un minimo di distacco e senza partigianeria la situazione del calcio italiano per riconoscerne il progressivo declino. Nessuno si è accorto della malattia: prima eravamo come la tartaruga, adesso siamo un gambero. Inghilterra, Spagna, Germania ci hanno superato in ricavi, sostenibilità del business, risultati sportivi, stadi, ranking Uefa. La Juventus potrà crescere solo frazionalmente se il prodotto collettivo Serie A non farà altrettanto".

Poi un nuovo attacco al presidente federale Tavecchio: "La sua elezione ha trascurato le indicazioni di calciatori, allenatori, arbitri e di una consistente parte della serie A. Una sconfitta per tanti e una vittoria per alcuni abili e disinvolti personaggi, il cui consenso nasce in un tempo lontano". 
 

 

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