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  • Alessandria regina degli sprechi, la Serie B passa dall''alleato' Livorno

    Alessandria regina degli sprechi, la Serie B passa dall''alleato' Livorno

    • Luca Bedogni
    Stagione 1937/1938: prima volta in B, l’Alessandria guida la classifica per gran parte del torneo, viene raggiunta dal Modena e dal Novara a 43 punti. Perde lo spareggio. 1970/1971: l’Alessandria arriva seconda dietro la Reggiana, in Serie C. Ancora in terza serie, l’anno seguente esce sconfitta nello scontro diretto del 7 maggio contro il Lecco: finisce il campionato al secondo posto, a quattro punti dalla vetta. Nel 1973 arriva terza a una sola lunghezza dal Parma e dall’ Udinese. Si rifà la stagione dopo tornando in cadetteria per l’ultima volta, l’ultimo anno (1975). Nel 2001/2002, in Serie C2, sperpera a beneficio del Prato, nella parte finale della stagione, l’abbondante vantaggio accumulato lungo il cammino. Al termine dell’anno successivo, l’Alessandria retrocede e fallisce. Ripartirà dall’Eccellenza. 

    “Premetto che noi sabato ovviamente dobbiamo fare il nostro, e su questo.. L’ho premesso perché è lapalissiano, è logico, dobbiamo fare il nostro e punto. Voglio però fare un appello ai giocatori del Livorno. Si parla tanto di match-fixing, calcio-scommesse.. Sabato ci sarà la diretta televisiva, gli ispettori del fixing, della Lega, sarà una partita sotto la lente d’ingrandimento. Tutti la vedranno, sarà una grandissima vittoria per il calcio onesto in cui io credo, il calcio pulito in cui io credo. Poi ci sono naturalmente le coscienze dei giocatori, di tutti i giocatori livornesi [..] E’ quella, la cosa più importante: l’onestà. Io sono convinto che i giocatori del Livorno saranno onestissimi e giocheranno la partita al massimo. Ed è quello che mi auguro. La piazza del Livorno, i tifosi del Livorno si meritano assolutamente questo. Meritano sicuramente una prova orgogliosa di una squadra che si considera giustamente forte come noi e forte come la Cremonese. E solo qualche infortunio di troppo probabilmente ha fatto sì che non sia qui a giocarsela con noi e con la Cremonese per il primo posto. Il campionato si deciderà sabato e vorrei che fosse una vittoria del calcio, tutto qua. E ai nostri tifosi io dico, io ci credo sempre, proviamoci, perché possiamo raggiungerla anche dopo queste due partite, e non successivamente. Solo questo volevo dire, forza grigi, sempre.” Questo è stato l’ intervento dell’attuale presidente dell’Alessandria, Luca Di Masi, al termine dell’ultima gara disputata e vinta dai piemontesi, Alessandria-Renate (1-0), pronunciato in vista della (decisiva) 37esima giornata. Che sarebbe poi oggi, sabato 29 aprile, data fatidica in cui il Livorno ospita la capolista Cremonese, mentre gli orsi, secondi a -1, volano in casa della Lupa Roma, la penultima del Girone A.   

    Ci risiamo. Quel breve e sommario elenco di illusioni che abbiamo ricordato all’inizio, rischia di essere aggiornato alla fine della stagione in corso, se l’Alessandria non riuscirà a vincere le ultime due partite e, soprattutto, se il Livorno oggi non fermerà la Cremonese. Dunque il campionato passa principalmente dall’Armando Picchi, e questo spiega la captatio del presidente dei "grigi". In realtà ancor più disperato suona l’appello di Di Masi pensando all’ultima di campionato, non questo ma il prossimo appuntamento. Se l’Alessandria giocherà col Pontedera in casa, squadra che potrebbe ancora essere risucchiata in zona play-out, la Cremonese accoglierà la Racing Roma, il fanalino di coda del girone. 

    Ci risiamo, dicevo, perché l’Alessandria non si trova a -1 al termine di una rincorsa e sulle ali dell’entusiasmo. Oggi è costretta a dipendere dai risultati altrui, dopo aver perso la vetta appena prima di Pasqua e dopo essere stata al vertice per l’intero arco dell’anno. Fatali, i pareggi contro il Prato (8/4) e la Viterbese (13/4). Quest’ultimo, tra l’altro, costato pure l’esonero del mister che aveva guidato la corazzata sino a lì, Piero Braglia, in carica soltanto da giugno. A tre partite dalla fine, Di Masi si è visto costretto a cambiare, e per compiere il miracolo ha scelto Bepi Pillon, che nell’Alessandria aveva debuttato come giocatore negli anni ’70. Naturalmente Braglia non è stato esonerato per quei due punticini. Alle spalle, aveva un girone di ritorno clamorosamente e inspiegabilmente negativo, in caduta libera. La sua Alessandria, trionfale nel girone d’andata, e additata anche in Europa per il record di punti ottenuti fino a dicembre (48), e ancor di più per la sua imbattibilità (su 19 gare, 5 pareggi e 14 vittorie), si è sciolta in inverno; fatto paradossale. Ha perso tutti gli scontri diretti proprio a partire dalla sfida col Livorno, all’Armando Picchi (30/12/16). Lo stadio della perdizione è lo stesso da cui oggi potrebbe giungere la buona novella. Da allora infatti, i grigi hanno chinato il capo altre cinque volte: con l’Arezzo, il Como, la Robur Siena, la Giana Erminio, ma soprattutto contro la diretta concorrente, la Cremonese, il 20 febbraio. Così hanno dilapidato il vantaggio che alla penultima d’andata era stato addirittura di +10 sulla seconda. Se una squadra deve ammazzare il campionato, questa è l’Alessandria, si diceva in quel periodo. E invece il calcio non finisce mai di stupire. Se non altro, al momento, l’implosione dei grigi ha reso il finale del girone A di Lega Pro il più avvincente dei campionati professionistici italiani. 

    Ma non è soltanto sull’onestà dei livornesi che l’Alessandria può sperare, come auspica Di Masi, c’è anche un piccolo dato significativo a cui i tifosi degli orsi possono aggrapparsi: il Livorno è la squadra che ha subito il minor numero di gol in campionato (30), uno in meno dei grigi stessi. Basterà per fermare il miglior attacco? Bisogna inoltre ricordare che l'attuale striscia impressionante della Cremonese (5 vittorie di fila) per la legge dei grandi numeri potrebbe interrompersi, a meno che i grigiorossi non riescano a replicare o addirittura superare il loro record stagionale raggiunto tra ottobre e novembre (6 vittorie consecutive). In conclusione: per cosa verrà ricordata, questa Alessandria? Per essersi rialzata in extremis dopo un lento masochistico abbandono, o per aver sprecato l’occasione che la città aspetta da 42 anni? E se dovesse poi andare ai play-off, riuscirà a mister Pillon l’impresa sfiorata nell’ultimo periodo soltanto da Sarri, nel 2011, quando gli orsi grigi uscirono in semifinale battuti dalla Salernitana? Una cosa è certa, e con questo i tifosi dell’Alessandria possono consolarsi, per quanto adesso siano certamente inconsolabili: Di Masi, nella conferenza stampa di presentazione tenuta al Moccagatta nel 2013, rarità delle rarità, parlò di un progetto pluridecennale finalizzato al raggiungimento della Serie B per gradi, dunque senza alcuna pressione e senza alcuna scadenza a breve termine. Ed ecco il percorso fatto da quando è nata la Lega Pro unica: nel 2015 l’Alessandria arriva quinta, nel 2016 quarta dopo aver sbalordito in Coppa Italia (semifinale persa contro il Milan). Nel 2017, ora, male che vada arriverà seconda. Dovesse rimanere in Lega Pro un altro anno, non oso immaginare i record che farebbe.    

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