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  • Allegri sbaglia: né Marchisio né Bentancur, è Asamoah il vice Matuidi
Allegri sbaglia: né Marchisio né Bentancur, è Asamoah il vice Matuidi

Allegri sbaglia: né Marchisio né Bentancur, è Asamoah il vice Matuidi

  • Giancarlo Padovan
Nella mia incommensurabile presunzione, quando Massimiliano Allegri, durante la conferenza stampa pre-Fiorentina, ha detto di aver valutato anche l’idea Asamoah per rimpiazzare Matuidi, ma di averla scartata, ho pensato che stesse indirettamente rispondendo a me.

In due occasioni - a Radio Sportiva e a Rmc Sport - avevo ribadito quanto dall’inizio della settimana va dicendo Stefano Agresti, direttore di Calciomercato.com: il sostituto più credibile per Blaise Matuidi è proprio Kwadwo Asamoah, ghanese, di professione centrocampista. Anzi, per entrare più nello specifico, mezzala di sinistra.

Non si tratterebbe, dunque, di adattarlo ad un ruolo sconosciuto o poco frequentato, ma di riportarlo a quello di qualche anno fa,
quando venne acquistato dall’Udinese proprio per coprire quella zona del campo. C’è di più: Asamoah è nato centrocampista, quindi ha il passo, la capacità di difendere e di impostare, una certa vocazione agli inserimenti.

Inoltre fisicamente è al meglio, corre e copre, contrasta e apre. Vogliamo parlare dei suo cambi di campo? O della sua tecnica individuale? O della forza che ne sorregge l’incedere?

A chi sa di calcio - e chi legge ne sa più di chi scrive - non sfuggirà che le caratteristiche tipiche di  Asamoah sono più da centrocampista (qual era e qual è) che da terzino, ruolo in cui è stato adattato. Prima da Antonio Conte (anche se era un esterno di un centrocampo a cinque) e poi da Allegri, con il quale il ghanese è diventato la riserva di Alex Sandro (anche se rischia di giocare di più e meglio di lui).

Ma se andiamo a vedere lo stile di gioco di Asamoah scopriamo anche adesso che è più un centrocampista di un terzino. Capita, infatti, che nel disimpegno lui scelga il dribbling, nel quale è dotatissimo o l’appoggio corto. Questo capita anche a ridosso dell’area di rigore e, a volte, determina la perdita della palla o la difficoltà dei compagni nel gestirla.

Tutto ciò sarebbe meno grave e gravoso a trenta o quaranta metri dalla zona calda del campo, dove anche un solo errore può essere letale.

Ma questo, in fondo, è un dettaglio visto e considerato che Asamoah sbaglia poco e crea molto, ha un sinistro fuori dal comune e potrebbe trovare spazio per le sue scorribande anche partendo dal centro. Inoltre ha una qualità difficilmente eguagliabile: un atletismo straordinario che ne esalta le qualità aerobiche.

Eppure, se le parole di Allegri sono sincere, Asamoah non sostituirà Matuidi, né contro la Fiorentina, né contro il Tottenham, né nel derby di Torino. A chiunque abbia voluto replicare, l’allenatore della Juve è stato chiaro:  “Asamoah? Ci ho pensato, ma è tanto che non fa il centrocampista e rispetto all’esterno ha movimenti differenti di frenata e cambi di direzione. Per questo mi lascia un po’ perplesso”. 

In attesa che - per sopravvenuta necessità o reale persuasione - Allegri riveda il proprio convincimento, sarà Marchisio a prendere il posto del francese. Sostituzione naturale, nulla da eccepire. Tuttavia c’è qualcuno davvero convinto che Marchisio possa fare due partite, in meno di cinque giorni, senza pagare dazio? Io no. Anzi penso che se giocherà con i viola, come tutto lascia presagire, non sarà in campo con gli inglesi. 

E allora - Asamoah sì o Asamoah no - il problema si riproporrà in tutta la sua complessità. Anzi, con maggiore delicatezza, visto che quella con il Tottenham è partita da non sbagliare. E, senza offesa, il Tottenham vale e pesa più della Fiorentina.

Naturalmente - siccome a snocciolare nomi siamo tutti capaci - si dirà che, al posto di Marchisio (e di Matuidi), giocherà Bentancur. Peccato che l’urugaiano non sia un interno, ma un centrale. E che, dieci metri in più o dieci in meno, nel calcio che penso io non siano la stessa cosa. Ma, anzi,  facciano una sostanziale differenza. A meno che non si voglia spostare Pjanic, l’unico che non toccherei mai.      

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