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  • Basta 'supercazzole': questo Milan non è dei cinesi, ma di Fassone

    Basta 'supercazzole': questo Milan non è dei cinesi, ma di Fassone

    • Cristiano Ruiu
    Era stata convocata lo scorso mese ma, causa uno slittamento ancora non meglio specificato, l'assemblea dei soci Milan sarà domani. Per la prima volta da quando ho la fortuna e il privilegio di essere socio, però, ho deciso di non presenziare. Non interesserà né a Fassone, a Yonghong Li né magari a nessun altro, ma a me sì e parecchio, dato che a differenza loro amo e tifo Milan. La motivazione è semplice, non mi sento rappresentato da questo management e da questo proprietario, anche perché ancora non so chi sia e onestamente non ho particolare voglia di sentire le consuete supercazzole riguardo la proprietà del club. Se per molti basta vedere un paio di persone asiatiche per affermare "sono arrivati i cinesi", per quanto mi riguarda non è così. Per fortuna credo di avere un sufficiente livello di intelligenza per capire, o quantomeno notare, che ancora c'è troppo di anomalo e non detto in tutta questa vicenda.

    Ancora abbiamo un "presidente-proprietario" che però non si comporta come tale. Assente sin dal closing e che nemmeno si preoccupa di cercare in prima persona una società che gli permetta di rifinanziare il debito. Bgb Weston non mi pare infatti essere una società asiatica, così come Antonio Giraudo non mi pare essere cinese, piuttosto mi sembrano contatti evidentemente fassoniani che mi fanno sorgere spontanea una domanda: "Non spettava a Yonghong Li occuparsi del debito con Elliott?". Prima d'ora non avevo mai visto investire centinaia di milioni di euro per poi lasciare la totale gestione del club, e del suo futuro, nelle mani di un dirigente che nemmeno è stato scelto in prima persona. Se arrivasse oggi un extraterrestre da Marte penserebbe che il Milan sia di Fassone e non certo cinese. A tutto questo bisogna infatti aggiungere che i famigerati sponsor cinesi ancora non si sono palesati, e su quelli si poggia l'intero castello del nuovo Milan. Smarcarsi o meno da Elliott farebbe infatti la differenza per Li, ma non certo per il club. Senza sponsorizzazioni fuori dal normale (come sarebbero gli oltre 100 mln annui provenienti dalla Cina), il Milan è destinato a un ridimensionamento simile a quello vissuto pochi anni fa con l'addio di alcuni big come Ibra o Thiago, con la differenza che oggi non abbiamo nemmeno campioni del genere.

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