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  • Benfica, Porto e Sporting: in onda al Da Luz la disunità nazionale portoghese

    Benfica, Porto e Sporting: in onda al Da Luz la disunità nazionale portoghese

    • Pippo Russo
    Sul campo è stata una festa del calcio portoghese, sancita dal 3-0 con cui la nazionale guidata da Fernando Santos s’è sbarazzata dell’Ungheria sul prato dell’Estadio da Luz. Ma tutt’intorno il clima è stato rissoso e inquietante, lasciando intravedere quanto sia ormai ingestibile la coesistenza fra le tre anime che da sempre si disputano la leadership del calcio portoghese: la benfiquista, la portista e la sportinguista. Rispetto a questa situazione tradizionalmente di “tutti contro tutti”, la nazionale ha fatto da collante nel corso dei decenni. Ma i segnali riscontrati ieri a margine della partita contro gli ungheresi fanno intravedere che anche questa zona franca sta per essere dismessa.

    Le premesse erano già pessime. Si giocava nello stadio del Benfica, ma i massimi dirigenti encarnados hanno deciso di disertare anziché fare gli onori di casa. Motivo: la squalifica di 60 giorni comminata al presidente Luís Filipe Vieira, conseguenza delle “vivaci proteste” rivolte a João Ferreira del Conselho Superior de Arbitragem, subito dopo la gara contro il Vitória Setúbal della seconda di campionato. Il mondo benfiquista vive come un torto irreparabile questa squalifica, rivendicando presunte disparità di trattamento, e i vertici della società minacciano addirittura di farne un caso politico invocando un intervento del governo. E intanto, per protesta, lo stato maggiore delle Aguias è stato assente ieri sera. Un gesto di protesta contro la federazione, ma anche un ulteriore carico di pressioni in vista del Clasico fra Benfica e Porto che si giocherà sabato prossimo alle 21.30. Ancora una volta all’Estadio da Luz, e con le due squadre separate da un solo punto in classifica.

    E proprio dall’eterna rivalità col Porto è giunto l’altro motivo di tensione per il mondo benfiquista. In questo caso, al centro della disputa è stata la Claque de Portugal, il gruppo semiufficiale di tifosi a sostegno della nazionale che si è consolidato durante gli Europei dell’anno scorso. Il problema è sorto per il fatto che a guidare la Claque de Portugal è Fernando Madureira, “O Macaco”, chiacchierato leader dei Super Dragões. Quest’ultimo è il gruppo più agguerrito del tifo portista, e nei mesi scorsi ha trovato fama internazionale grazie alle “gesta” del Canelas, la squadra di picchiatori contro cui nessuno vuol più giocare. Per il Benfica, l’idea che Madureira venisse a fare il leader sugli spalti dell’Estadio da Luz è parsa cosa inaccettabile, tanto più a una settimana dal Clasico. E nemmeno la tifoseria benfiquista ha gradito, come testimoniano gli incidenti avvenuti nel pre-partita. L’idillio unitario delle frange ultras intorno alla nazionale sta già sfumando.

    A tutto ciò si aggiungono le tensioni create all’arrivo di Jaime Marta Soares, presidente dell’Assemblea Generale dello Sporting Clube de Portugal, in prossimità dello stadio del Benfica. Le cronache riferiscono di un gruppo che gli si è approssimato con fare minaccioso, e di un intervento della polizia che ha scongiurato conseguenze peggiori. Risultato a parte, ieri a Lisbona è stata una serataccia. E forse il peggio deve ancora venire.

    @pippoevai

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