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  • Dal caso Bonucci al caso Reina, a volte i giornalisti hanno ragione
Dal caso Bonucci al caso Reina, a volte i giornalisti hanno ragione

Dal caso Bonucci al caso Reina, a volte i giornalisti hanno ragione

  • Giampiero Timossi
Primo: il Milan ha appena acquistato per 42 milioni il più forte giocatore italiano. Per definire così Leonardo Bonucci basta una piccola verità: è l'unico calciatore italiano che in questo momento giocherebbe titolare in qualsiasi squadra, Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco e via discorrendo. La sfumatura mi pare determinante e condivisibile in pieno. Andiamo avanti, un punto alla volta. Secondo: in questo caso gli odiati giornalisti avevano ragione da vendere, iniziando da Massimiliano Nerozzi (La Stampa) ed Emanuele Gamba (La Repubblica) che tra i primi hanno strappato il velo di “comprensibile” omertà che ha contraddistinto gli ultimi mesi di avventure bianconere: dallo sgabello del castigo, sulla tribuna di Oporto al tunnel della finale di Cardiff. Il rapporto tra Bonucci e il tecnico Allegri non era più gestibile, è progressivamente degenerato, alla fine ha devastato anche i rapporti tra il difensore e alcuni compagni, così si spiegano le scintille nell'intervallo della finale contro il Real. Non è vero che una squadra che litiga non può vincere, la Lazio di Chinaglia e dello scudetto lo ha detto ed è tutto raccontato in un superlativo libro di Guy Chiappaventi. Può litigare e vincere, ma se perdi e litighi è un altro discorso. Ripartire con uno spogliatoio sfasciato e puntare ad altre vittorie diventa un'impresa complicata.

ADDIO GIUSTO - Insomma, alla fine è probabile che la Juventus abbia fatto bene a cedere Bonucci. Meglio, non le restava altra scelta: o lui o Allegri e anche qui ora tutto appare più chiaro. Il rinnovo dell'allenatore era cosa fatta in primavera, ma l'annuncio è arrivato molte settimane dopo. Non si può escludere, anzi non si deve escludere, che prima Allegri abbia voluto ricevere adeguate rassicurazioni su chi avrebbe e chi non avrebbe allenato in questa stagione. Terzo: la destinazione di Bonucci non è casuale, ma rappresenta una scelta precisa del giocatore. Un anno fa per lui si erano fatti aventi Manchester City e Chelsea, quest'anno no. Ma un'alternativa al Milan c'era, il Paris Saint Germain. Disposto a offrire più dei 42 milioni messi sul piatto dai rossoneri. Per questo la Juve avrebbe preferito la soluzione francese, che le avrebbe garantito anche la possibilità di non cedere il giocatore a un altro club italiano. Bonucci ha detto no, ha voluto e scelto il Milan, otto milioni all'anno e una fascia da capitano. Va bene, al Psg avrebbe ritrovato Dani Alves, non il suo ex compagno preferito. Ma la volontà del giocatore è un'altra: dimostrare che Allegri ha sbagliato, che senza di lui la Juve non vincerà lo scudetto. E trasformare il Milan nella principale favorita per il titolo. Perché ora il Diavolo è davanti a tutti, anche al Napoli, che ha avuto il grande merito di non cedere nessun giocatore e puntare ancora su uno straodinario allenatore come Sarri. Ma il Napoli un problema ce l'ha: non ha risolto il caso Reina, pare intenzionato a tenere il portiere un altro anno, fino alla scadenza naturale del contratto. Solite voci? Tutto risolto? Un problema creato ad arte dai giornalisti? Forse quel pasticciaccio brutto del caso Bonucci qualcosa ha insegnato.

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