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  • Calciatori e fisco: quando il rapporto tra classe e tasse non funziona

    Calciatori e fisco: quando il rapporto tra classe e tasse non funziona

    Facile la vita quando si è un calciatore di successo ed ogni anno si fa incetta di trofei e vittorie. Meno facile quando, alla porta della tua bella casa, non bussa il rappresentante di un prestigioso premio, bensì uno del fisco. Tanti sono i campioni che fanno parlare di sè anche fuori dal campo; molti sono quelli che finiscono sulle prime pagine per i loro problemi di evasione fiscale.

    Negli ultimi giorni i casi di Cristiano Ronaldo e Josè Mourinho hanno fatto molto discutere, col Pallone d’Oro che avrebbe addirittura minacciato di dire addio al Real, reo di non averlo tutelato e protetto di fronte all’accusa del fisco spagnolo di aver evaso 14,7 milioni di euro. Tanto si è scritto e tanto si è detto sulla questione legata a CR7, molti gli interrogativi riguardo il suo futuro che, improvvisamente, sembra lontano dal Bernabeu.
    Ronaldo è però solo uno degli ultimi casi di calciatori finiti nella morsa del fisco: nel corso degli anni tante sono state le stelle che si sono rese protagoniste di battaglie legali con l'erario.

    GLI ALTRI CASI - In “principio” fu Diego Armando Maradona che nel 2005 venne condannato a versare quasi 40 milioni alla Corte di Cassazione Italiana. Un processo che, nonostante sia finito da un pezzo, non ha ancora portato l’ex Napoli a saldare il suo debito, preferendo piuttosto puntare il dito verso i suoi agenti e chi amministrava le sue finanze. In compenso Maradona ha dedicato un simbolico quanto ampio gesto dell’ombrello ad Equitalia in una puntata di “Che tempo che fa” del 2013. Emulo di molte gesta sportive di Maradona è Leo Messi che, considerato l’erede calcistico più diretto del Pibe de Oro, condivide col suo ex ct anche analoghi guai finanziari. Nello scorso luglio, la Pulce fu dichiarata colpevole di un’evasione fiscale di oltre 4 milioni, soldi trattenuti dai suoi diritti d’immagine acquisiti tra il 2007 ed il 2009. La condanna per il blaugrana fu di 21 mesi di prigione, prigione che Leo (in quanto incensurato) non vedrà mai poiché la pena è inferiore ai 2 anni.

    Guai col fisco anche per il compagno di squadra Neymar, riconosciuto colpevole di aver evaso tra il 2011 ed il 2013 quasi 14 milioni. Una cifra considerevole che ha costretto il Tribunale Federale brasiliano a bloccargli proprietà per un valore di oltre 20 milioni. 

    Più recente il caso legato a Di Maria: il Fideo ha riconosciuto di aver evaso 1,3 milioni sui diritti d’immagine e si è visto costretto a pagare 2 milioni al fisco spagnolo in aggiunta ad altri 800 mila euro di multa. Sono solo alcuni dei casi in cui, anche per i grandi campioni, il fisco si dimostra l’avversario più duro da battere. Quante stelle, capaci di emozionarci con grandi giocate, devono in questi casi vedersela con un avversario più grande di loro, che non si fa certo condizionare dal nome o dalla maglia che portano. Va però sottolineato che, nella quasi totalità dei casi, ad amministrare queste grandi masse di denaro non sono i calciatori prima persona, ma personaggi di “fiducia” piò o meno limpidi. Forse la soluzione per evitare tutti questi guai sarebbe una scelta più oculata da parte dei giocatori dei loro collaboratori; ed allora sì che si parlerebbe solo di calcio giocato, si tornerebbe a parlare di ciò che ci piace davvero.


    Alessandro Creta 

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