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Caos Siviglia: Montella ultima goccia, ma il colpo più duro è stato di Monchi

Caos Siviglia: Montella ultima goccia, ma il colpo più duro è stato di Monchi

  • Giorgio Baratto
Che per il Siviglia, a un anno di distanza, l'addio di Monchi sia stato un duro colpo lo dicono i numeri di una stagione fallimentare sotto molti punti di vista, di cui l'esonero di Vincenzo Montella è solo l'ultima goccia nel classico vaso. Erano 20 anni che il Siviglia non cambiava tre allenatori in un anno, situazione che ha sempre coinciso con una stagione fallimentare per i biancorossi andalusi. Nel 1996/97 la retrocessione e l'anno successivo il mancato ritorno in prima divisione. C'è da dire che ora la situazione non è così drammatica, però che sia stata una stagione che non soddisfa nessuno è davanti agli occhi di tutti.

DA BERIZZO A MONTELLA - Qualificarsi per l'Europa League, unico obiettivo rimasto agli andalusi, è ormai virtualmente impossibile - dovrebbe vincere le ultime due partite di campionato sperando che il Villarreal le perda entrambe. Per una squadra che negli per due anni si è qualificata per la fase a gironi della Champions e che in questo secolo ha vinto 5 Europa League, non chiamarlo un fallimento sarebbe troppo poco. La stagione per il Siviglia del dopo-Monchi, con in panchina l'argentino Eduardo Berizzo, ora in orbita Athletic Bilbao, non era iniziata male: dopo 5 giornata era secondo in Liga a due punti dal Barcellona, poi le cose iniziaro ad andare male, 4 sconfitte nelle successive 6 partite, 3 delle quali contro diretti avversari come Atletico Madrid, Valencia e lo stesso Barcellona. Lo 0-5 rimediato al Bernabeu contro il Real a dicembre cominciò a far scricchiolare la panchina di Berizzo che a gennaio, quinto in Liga a 5 punti dalla qualificazione in Champions, fu sostituito da Vincenzo Montella.

L'EQUILIBRIO NON TROVATO - Quando il tecnico napoletano sbarco in Andalusia, ripeté più volte che quel che cercava nella squadra era trovare il giusto equilibrio tra difesa e attacco, ossia, sfruttare il potenziale offensivo dei suoi, che poteva contare con giocatori come Nolito, Ben Yedder, Joaquim Correa e Pablo Sarabia, e rinforzare una difesa che al momento dell'esonero di Berizzo in Liga aveva incassato 22 gol segnandone 20. Montella iniziò l'avventura andalusa con una vittoria in Coppa del Re contro il Cadice, ma il debutto in Liga fu uno dei più dolorosi per i tifosi del Siviglia, 3 a 5 contro i "cugini" del Betis, una sconfitta storica nel derby di Siviglia e 5 gol incassati. Non sarà l'ultima goleada incassata dalla squadra di Montella, che in questi quattro mesi ha conseguito grandi traguardi ma non è mai riuscito a trovare quell'equilibrio di cui parlava.

MERITO E DEMERITO - I successi di Montella con il Siviglia sono stati la storica qualificazione ai quarti di Champions, 60 anni dopo quella giocata contro il Real Madrid di Di Stefano, e la conquista della finale di Coppa del Re dopo la convincente eliminazione dell'Atletico Madrid nei quarti. In campionato i numeri e i risultati sono impietosi per l'ex-tecnico del Milan. 19 punti in 17 partite, Berizzo con lo stesso numero di match di punti ne aveva accumulati 29; sconfitte pesanti contro Celta (4-0), Eibar (5-1), Atletico Madrid (2-5) a cui si aggiunge la pessima figura fatta in finale di Coppa contro il Barcellona, un 5 a 0 che a Siviglia si ricorderanno a lungo; se a questo sommiamo che dopo la vittoria contro il Manchester United in Champions il Siviglia non ha vinto nessuna delle 9 partite successive, i conti sono presto fatti. Oltre risultati, cio che si è maggiormente imputato a Vincenzo Montella è stato il cattivo, o mancato utilizzo dei rinforzi arrivati nel mercato invernale. Il centrocampista spagnolo Roque Mesa, proveniente del Cardiff ha accumulato solo tre partite e 72 minuti; lo stesso dicasi per il brasiliano Arana, anche se per lui i minuti giocati sono stati stati 192; maggior fiducia al giovane attaccante Sandro Ramirez, proveniente dall'Everton, ma che non ha ricompensato Montella con nessun gol nelle sedici partite in cui è stato schierato, e se il messicano Layun avrebbe dovuto dare maggior peso alla difesa, ha faticato a trovare un posto da titolare.

FINE DELLA RIVOLUZIONE ARIAS - Montella, per quanti demeriti li si voglia imputare, non è l'unico capro espiatorio della situazione del Siviglia. Il vero colpevole, per Società e tifosi, è Oscar Arias, il direttore sportivo che ha sostituito Monchi e che avrebbe dovuto dare un nuovo corso al mercato del Siviglia. Gli 80 e più milioni di euro spesi dal presidente José Castro in questa stagione non sono serviti amantenere la squadra dove si pensava avrebbe meritato, anzi. E ad aggiungere benzina sul fuoco, e indicare che nemmeno il progetto della "cantera" (il vivaio della squadra) goda di ottima salute lo indica la retrocessione del Sevilla Atletico in Segunda B, la nostra serie C, che si è consumato proprio questo sabato. Oscar Arias sarà la prossima testa che cadrà, ha già annunciato che la prossima stagione non sarà il DS dei biancorossi. E a Siviglia, chi dice di non avere nostalgia di Monchi, guardano anche ai risultati che sta conseguendo la "sua" Roma, lo fa con il timore che il naso gli si allunghi.

IL TRAGHETTATORE CAPARROS - A prendere il posto di Montella, nelle ultime 3 partite che dovrà giocare il Siviglia per chiudere questa deludente stagione, tocca a Joaquim Caparros, vecchia conoscenza del calcio spagnolo, che fino a ieri era allenatore del Al Ahli, squadra che milita nella prima divisione del campionato del Qatar. Dire che seguirà alla guida della squadra anche la prossima stagione è impossibile in questo momento, perché sembra proprio che gli stravolgimenti del Siviglia post-Monchi non si siano ancora conclusi.

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