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  • Ce l'ho con... Sarri, ora basta! Sulle partite sotto Natale smentisce se stesso
Ce l'ho con... Sarri, ora basta! Sulle partite sotto Natale smentisce se stesso

Ce l'ho con... Sarri, ora basta! Sulle partite sotto Natale smentisce se stesso

  • Andrea Distaso
Non siamo arrivati ai livelli della pioggia di mazzarriana memoria, ma ultimamente Maurizio Sarri ha deciso di "alzare il livello dello scontro". Il campionario di giustificazioni dopo risultati o prestazioni non soddisfacenti e di critiche al sistema calcio non ha risparmiato niente e nessuno, arrivando persino a smentire pareri e opinioni espressi soltanto un anno fa... Era il 5 gennaio 2016 quando Sarri parlava così della pausa invernale del campionato: "Domani scopriremo come siamo rientrati dalla sosta dopo questo regolamento anomalo che rende ingestibile il gruppo da un punto di vista fisico perché ci sono sette giorni di riposo che sono troppi e dieci di lavoro che sono troppo pochi. Resto della mia idea, bisognerebbe giocare durante le feste di Natale". Parole che evidentemente hanno colto nel segno, alla luce della decisione della Lega di Serie A di stravolgere le abitudini dei tifosi italiani infarcendo le festività natalizie di impegni e con una risposta del pubblico che ha premiato la scelta.

Eppure, subito dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell'Atalanta, l'allenatore del Napoli si è espresso in questi termini sulla recente serie di impegni affrontati dalla sua squadra: "Difficoltà nel giocare a Natale? Sinceramente non trovo difficoltà a preparare le partite, è chiaro che è un momento a rischio. E' un momento a rischio perchè i giocatori vivono con persone in festa, loro invece devono giocare ogni tre giorni. Devi lavorare con cattiveria e ti distraggono atrocemente le persone attorno in te in festa". Un'inversione a U così brusca che non può lasciare indifferenti e che suscita in maniera quasi automatica un interrogativo: a che gioco sta giocando Sarri? Il tentativo di distogliere l'attenzione dal caso fisiologico accusato dai suoi giocatori, dovuto a una turnazione al minimo sindacale e un mercato non in linea con le ambizioni dell'ambiente, accompagnato da una strategia comunicativa che lascia quanto meno perplessi e che offusca i meriti delle avversarie.

Tutto potrà dire Sarri, meno che in questi anni non si sia riconosciuto il giusto valore al suo lavoro, al cambio di filosofia che il suo Napoli sta provando ad imprimere al calcio italiano. Ma, senza che nessuno si offenda, così come è normale esaltare la bellezza del calcio proposto dal suo Napoli, è altrettanto legittimo sollevare critiche quando non arrivano i risultati. Proporre il bello non ti esenta dall'essere giudicato come tutti gli altri. Sarri sostiene che si giochi troppo e che giocando troppo si rischi di farlo male? Può darsi, è probabilissimo. Ma le regole del gioco sono queste ed erano chiare fin dall'inizio: se all'allenatore del Napoli non piacciono, è pur sempre libero di non farne più parte.

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