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  • Cosa ci lascia la Serie A: disastro Inter e Genoa, miracoli Atalanta e Crotone

    Cosa ci lascia la Serie A: disastro Inter e Genoa, miracoli Atalanta e Crotone

    • Giancarlo Padovan
    Con le riflessioni che seguono chiudiamo il discorso su quel che l’ultimo campionato ci ha lasciato. Se l’Atalanta ha esaltato, l’Inter ha profondamente deluso. Ma il rilievo storico è un altro: la salvezza, che si sarebbe potuta raggiungere a 33 punti, ha riguardato solo cinque squadre (le tre retrocesse, il Crotone e il Genoa) lasciando un vuoto agonistico tra il settimo e il quindicesimo posto. Ammetto di essere stato tra coloro che hanno pensato male, ritenendo cioé che qualche partita fosse più morbida delle altre. Se non mi sono sbagliato per tutte, certamente mi sono sbagliato per la maggioranza di esse. L’esempio più eclatante viene dal Palermo che, da retrocesso, ha tolto punti vitali a Fiorentina (Europa League), Genoa ed Empoli. Soprattutto l’ultima partita si sarebbe potuta affrontare con maggiore leggerezza. Invece il Palermo ha vinto, condannando l’Empoli alla retrocessione e consentendo la salvezza del Crotone. Forse anche noi italiani cominciamo a diventare più europei e meno levantini. 

    IL QUARTO POSTO DELL’ATALANTA - Al di là del primato storico (migliore piazzamento assoluto nella storia del club, per la prima volta davanti alle due milanesi), l’Atalanta ha giocato un calcio fluido e dinamico che richiama i duelli uno contro uno in ogni zona del campo. Non esattamente una marcatura ad personam, ma qualcosa che avvicinava l’Ajax di Van Gaal. In quel caso, quando i lancieri perdevano palla, ricominciavano marcando ciascuno l’avversario più vicino. Con Gasperini, invece, le marcature sono sempre state preventive. Ammesso che lo sia, non è stata l’unica rivoluzione che ha caratterizzato il lavoro dell’allenatore. Ha lanciato i giovani, ha tenuto in panchina l’esperienza. Poteva saltare già ad inizio campionato a Crotone (dove aveva allenato), invece da lì è partita una cavalcata conclusa alle spalle delle tre da Champions. Non so quanto Gasperini sia un irregolare, nel senso di poco convenzionale, ma certo giocarsi la stagione inventandosi una squadra di ragazzi è da tecnico vero. Ripetersi in campionato sarà impossibile, fare una buona stagione in Europa League dipende dalla profondità del pozzo (il vivaio) e dalla felicità dei ricambi. Nella stagione appena conclusa tutto ciò che Gasperini ha toccato è diventato oro. Sembrava un problema sostituire Gagliardini (passato all’Inter per 25 milioni), invece dal Pescara è arrivato Cristante, integratosi benissimo e autore di tre gol significativi. Il nodo cruciale, almeno per me, è sapere se resta Papu Gomez (16 gol di cui solo due su rigore), altrimenti davantio serve un’altra punta che affianchi Petagna (5 gol). Ceduto Kessie (Milan), se ne andrà anche Conti. Vendere sì, smobilitare no.

    L’INTER FUORI DALLE COPPE - E’ stata la sorpresa negativa dell’anno e va ricordata per come non si deve gestire una società di calcio. Trascinatasi lungamente l’incertezza su e con Roberto Mancini, l’Inter ha pensato male di rivolgersi a Frank de Boer, il quale ha fatto peggio sia accettando (non conosceva in modo approfondito il campionato italiano), sia avvalendosi di uno staff tutto straniero (nessuno parlava la lingua nazionale). Il fallimento - nei numeri e nel gioco - è stato completato dall’avvento di Pioli. E’ vero, infatti, che nei primi cinque mesi della sua gestione aveva raddrizzato la situazione tanto da far sognare a qualche illuso la qualificazione in  Champions, ma è altrettanto vero che da aprile in avanti è stato un supplizio senza fine. Ho già scritto (e detto) cosa penso di Pioli. Lo ripeto. Primo, l’Inter avrebbe dovuto puntare su Vecchi, allenatore della Primavera, che sarebbe costato pochiossimo e avrebbe fatto meglio come dimostrato dalle gare giocate con lui in panchina. Secondo, non capisco come un allenatore che non va bene per l’Inter (Pioli, appunto), possa andare bene per la Fiorentina (che aveva le stesse ambizioni dei nerazzurri). In questa situazione magmatica ed equivoca, sia benvenuto Spalletti e, con lui, Sabatini. Il primo ha portato la Roma a totalizzare 87 punti, il secondo (quantunque non specchiato dal punto di vista disciplinare: fu squalificato per cinque anni e non venne radiato solo per un cavillo giuridico) ha scoperto calciatori che pochi conoscevano e li ha presi a basso costo. Penso che con i soldi di Suning possa fare grandi cose.

    SALVEZZA MAI COSI’ BASSA - Pochi (non io) avevano pronosticato la salvezza del Crotone. Ma ad una quota così bassa (34 punti) molto è possibile. Davide Nicola è riuscito in qualcosa che sa di miracoloso, ma i nove punti dell’andata possono essere pietra di paragone, non motivo di vanto. Più che una squadra salva ad una media da scudetto nelle ultime nove partite, ne va registrata un’altra che si è piantata pensando che la retrocessione non la riguardasse. In questo ragionamento, oltre all’Empoli, deve essere coinvolto il Genoa che ha raggiunto i 36 punti solo nello gara interna con il Torino. Tuttavia, come detto in premessa, 33 punti sarebbero bastati. Ciò non toglie che il Genoa abbia fatto una mezza figuraccia, destinata ad insegnare qualcosa al suo presidente, Enrico Preziosi, avvezzo a smontare la sua squadra a gennaio. Non basta ammettere che Rincon non andasse ceduto. Deve cambiare la strategia, a meno che non cambi il padrone (ma io non ci credo).

    @gia_pad

    PRIMA PARTE - Roma e Napoli senza rimpianti, la Juve è più vicina
     

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