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  • Da Frankowski a Kownacki, Boniek lancia la sfida all'Italia di Di Biagio
Da Frankowski a Kownacki, Boniek lancia la sfida all'Italia di Di Biagio

Da Frankowski a Kownacki, Boniek lancia la sfida all'Italia di Di Biagio

  • Matteo Quaglini
L’Europeo Under 21 che muoverà i primi passi tra quattro giorni farà guardare alla Polonia. Lì nel cuore dell’Europa, una volta mitteleuropea, stanno giocando i migliori giovani del continente. Future stelle, tutti speriamo, di un calcio che torni più alla tecnica, lasciando un po’ di corsa e atletismo dietro di se. La Polonia padrona di casa è oggi la miglior rappresentante del calcio dell’est europeo. A livello di nazionale maggiore con Lewandowski e altri giovani già smaliziati come Zielinski e Milik ha già fatto vedere grosse qualità. Mentre con i giovani attendiamo risposte. La base, comunque, c’è e il lavoro profondo di Boniek e della Federazione si sente forte.

Tanti anni fa, nel 1972, quelli che furono poi definiti i ragazzi d’oro di Monaco, avviarono grazie al loro allenatore Gorski, il ciclo della grande Polonia. Erano i Tomaszewski, i Deyna, i Gadocha, i Lato, i Kasperczak, i ragazzi terribili che irrompevano nel calcio mondiale per diventarne fuoriclasse ed essere uno dei punti di riferimento del pallone internazionale, almeno fino al Mundial di Spagna, anno di grazia 1982.  E oggi? Quali futuri Lubanski, il grande centravanti polacco che Herrera sperava di portare in Italia, sta costruendo la rinnovata Federazione guidata da un altro talento come Zibì Boniek? Di Zielinski e Milik abbiamo detto, giovani e grandi, forti e tenaci. Non sono all’Europeo solo per volere delle nostre società, ma già incidono sul gioco come l’altro italiano Linetty.

Allora bisogna guardare alla rosa della Polonia Under 21. Di nomi ce ne sono, di talento anche. Forse un po’ grezzo secondo i resoconti, ma presente e su cui lavorare. Alcuni giocano in Polonia, altri già fuori. Gioca in Polonia, ad esempio, Tomasz Kedziora capitano dell’Under 21 e giocatore del Lech Poznan, una delle squadre storiche. Terzino sinistro, piede destro, 36 partite 1 gol e 4 assist quest’anno. Da seguire visto la carenza internazionale di esterni bassi. Rimanendo alla difesa il ventiduenne Pawel Dawidowicz potrebbe essere, con il suo 1,91, l’ambidestrismo e due esperienze in Portogallo e Germania il nuovo Zmuda? Vedremo, intanto grande e interessante è il parco attaccanti-giocatori offensivi che emerge. Mariusz Stepinski, Dawid Kownacki, Przemyslaw Frankowski, Bartosz Kaputstka sono i migliori talenti del gioco offensivo polacco, capaci di confrontarsi contro la nostra grande under 21 poco più di tre mesi fa.

Stepinski, dallo sguardo sveglio e furbo è scuola Widzew Lodz, quella di Boniek e alcune semifinali di Coppa Campioni di tanti anni fa. Gioca oggi in Francia, nel Nantes oltre ad aver due partite con la nazionale maggiore, non male nel regno incontrastato di Lewandowski e Milik. Un’ala destra come Lato? I più giovani forse non sanno chi era questo polacco calvo che fece impazzire i terzini di mezza Europa tra gli anni ’70-’80, ma Frankowski, 1,75 cm e baricentro basso potrebbe ricalcarlo. Gioca nello Jagiellonia Bialystok, e col suo destro ha messo in piedi 35 partite, 8 gol e 4 assist. Corri Przemyslaw, dal nome quasi impossibile, che di ali ne abbiamo bisogno come il pane.

Ancora due attaccanti. Dawid Kownacki, vent’anni, 1,85 e punta centrale del Lech Poznan 9 reti e 3 assist, e Bartosz Kaputstka trequartista cresciuto nel Cracovia Krakow e dall’estate scorsa nella fila del Leicester ha già giocato 14 partite in nazionale A. Se siamo in presenza di un nuovo Lewandowski e di un nuovo Deyna lo vedremo presto, già da questo Europeo. Martin Dorna è il trentasettenne allenatore di questi giovani ragazzi che chissà, magari tra qualche anno, chiameremo i ragazzi d’oro di Polonia 2017. E da giovani grezzi ne ricorderemo i primi passi, quando saranno diventati, come quelli di Gorski, fuoriclasse o campioni. Glielo auguriamo e lo auguriamo al calcio perché di danubiani e uomini dell’Est che portino un altro calcio ne abbiamo bisogno anche noi, di questi vecchi e magici stili. Stili orientali che invece ci appartengono.

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