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  • Da Spagna '82 a Blatter vs Robin Williams: storia dei sorteggi Mondiali
Da Spagna '82 a Blatter vs Robin Williams: storia dei sorteggi Mondiali

Da Spagna '82 a Blatter vs Robin Williams: storia dei sorteggi Mondiali

  • Vittorio Niccolai
Nel 1930, anno della prima edizione della Coppa del Mondo, in Italia il cinema era ancora muto: nessuno, nella federazione italiana, rispose all'invito dell'Uruguay a partecipare alla prima competizione internazionale FIFA. Alla fine il piroscafo genovese "Conte verde" trasportò fino a Montevideo solo tre squadre europee, Francia, Romania e Belgio (la Jugoslavia traversò con un mercantile francese). Due settimane di viaggio fra pallonate e grida: esplicito l'espressionismo del tiro sul ponte scivoloso, implicito il fastidio degli altri passeggeri della traversata. Due giorni prima dell'inizio delle ostilità sportive, si tenne il primo sorteggio nella storia della Coppa del Mondo. Scenografia scarna, tipica del realismo socialista: un ufficio polveroso affittato dalla federazione. Struttura della trama semplice: quattro gironi, uno da 4 squadre e gli altri da 3. Le prime teste di serie della storia furono Brasile, Argentina, Uruguay e Stati Uniti. Semifinale per le quattro vincenti dei gironi. A guadagnarsi la stella numero uno fu l'Uruguay.

Nel 1950 toccò all'Italia sfidare l'oceano. Ancora sotto shock per la tragedia di Superga, la federazione preferì evitare il viaggio in aereo. La nazionale prese il largo da Napoli, sulla “Sises”, e una volta a Santos proseguì via terra fino a San Paolo, per un totale di venti giorni di viaggio. Neorealismo italiano, come ne “Il cammino della speranza” di Pietro Germi. Di nuovo 13 squadre fra cui, per la prima volta, l'Inghilterra, che aveva snobbato i tornei precedenti sentendosi troppo superiore al livello della competizione (sconfitti ed eliminati dai cuginetti statunitensi alla seconda partita). Il sorteggio avvenne presso la sede del Ministero degli Esteri brasiliano, un mese prima l'inizio del torneo: stavolta si decise per due gruppi da 4 squadre, uno da 3 e uno da 2. Le prime dei gruppi guadagnarono la fase successiva, un girone all'italiana senza finale. In epoca di divi americani, quelli dell'Uruguay si presero il titolo contro il Brasile padrone di casa, al Maracanà.

Dopo il lutto nazionale e l'adozione di nuovi colori (giallo-blu), la Seleção conquistò la vittoria nei Mondiali di Svezia del 1958, l'edizione delle prime volte. Nouvelle Vague (letteralmente “nuova onda”) del Brasile, al suo primo titolo mondiale, con il diciassettenne Pelé che diventò il più giovane campione del mondo della storia del calcio. Commedia all'italiana per la nazionale azzurra, alla sua prima esclusione mondiale, dopo la sconfitta contro l'Irlanda del Nord nelle qualificazioni. Per la prima volta venne adottato un sistema a fasce come nell'epoca moderna (divise per geografia: Europa occidentale, America, Regno Unito, Est-Europa) con quattro gruppi di 4 squadre: per la prima volta il sorteggio si tenne in una sala televisiva, nei “Cirkus Television Studios” di Stoccolma. Ma per la prima cerimonia in diretta si dovrà aspettare il Mondiale inglese del 1966, e per il primo film comico in diretta quello di Spagna del 1982.

A Madrid la scenografia solenne del Palazzo dei Congressi rese ancor più ridicolo il sorteggio, che venne effettuato attraverso un sistema meccanico stile lotteria, invece che con la tradizionale estrazione manuale delle biglie. Ventiquattro partecipanti, divise in sei gruppi da 4 squadre. Sepp Blatter in versione Fantozzi (e con più capelli) impiegò venti minuti per spiegare le regole di regia, prima di sconfessarle nel giro di pochi secondi mettendo il Belgio nel gruppo sbagliato. Da quel momento, accanto a Blatter, il ragionier Filini nei panni del vicepresidente FIFA Hermann Neuberger cominciò a sudare. In mezzo a palline rimandate indietro (senza spiegazioni), palline uscite già divise a metà (con tentativi di recuperare l'altra metà infilando le dita fra i raggi della cesta, tipo “scusa, mi s'è inceppata la merendina nella macchinetta”), palline incastrate all'uscita dalla cesta (prontamente sbloccate con un piede di porco), in mezzo ai fischi e all'imbarazzo del pubblico e allo sghignazzìo dei ragazzini adibiti alla raccolta delle sferette, Bruno Pizzul commentava con la solita sobrietà: “Curiosissimo questo sorteggio. Non molto lineare...”

E infine Italia '90, o il cinema degli effetti speciali. Inizia l'epoca del sorteggio-show: a Roma sono presenti Luciano Pavarotti e Sofia Loren (che l'anno successivo vincerà l'Oscar alla carriera, dopo quello del 1962 con “La Ciociara” di Vittorio De Sica); cantano Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Svincolata dal solo significato sportivo, la lotteria dei Mondiali diventa momento di spettacolo, tanto che la produzione del calendario delle partite diventa quasi un evento marginale. Atmosfere surreali e tarantiniane per il sorteggio del Mondiale americano a Las Vegas, con un Robin Williams che durante la cerimonia continua a prendere in giro Sepp Blatter finché questo sbotta: “Non siamo in una commedia”. E ancora, nelle edizioni successive, Heidi Klum, Anastacia, Ricky Martin, Charlize Theron, accanto a Pelé, Beckenbauer, Matthaus, Cruyff, fino a oggi, giorno del sorteggio dei gironi del Mondiale 2018. Come in ogni spettacolo che si rispetti, ieri si sono tenute le prove (con malizia: la Svezia è finita in un girone sanguinoso con Brasile, Inghilterra e Australia). E fra poche ore le luci della ribalta si accenderanno su Mosca: il Cremlino è pronto.

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