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  • Dal fattore Icardi al Sarri stile Nba: ecco perché Napoli-Inter vale lo scudetto

    Dal fattore Icardi al Sarri stile Nba: ecco perché Napoli-Inter vale lo scudetto

    • Matteo Quaglini
    Al San Paolo stasera si gioca Napoli-Inter, una partita scudetto. Com'è possibile, dopo appena otto partite, definirla tale? Non sarà forse solo una suggestione all'alba del campionato? Tante domande per tre risposte: il modo di attaccare di Napoli e Inter, Icardi e le due migliori difese del campionato. Questi sono i tre principali motivi perché questa sia una partita scudetto in grado di durare non solamente nella notte del San Paolo, ma per un campionato intero. E se per il Napoli questo traguardo è quello dichiarato da inizio stagione, per l'Inter sembra qualcosa di utopico legato solamente ad un buono, fortunatissimo e clamoroso avvio di campionato. Non è così. C'è anche l'Inter in corsa per vincere il campionato. È la costruzione che Spalletti ha pensato e che sta costruendo, a fornire i sintomi-scudetto. 

    NAPOLI DA NBA - Primo perché: l'attacco. Nel campionato della tattica è centrale. Sì, centrale e decisivo. Lo schieramento con due moduli fissi, il 4-3-3 per il Napoli e il 4-2-3-1 per l'Inter, porta le due squadre a giocare con giocatori cardine tutte le partite, di conseguenza i movimenti d'attacco sono ripetuti e ripetuti fino all'automatismo e da lì fino alla fluidità della manovra offensiva. Un gioco d'attacco che per entrambe diventa veloce, verticale e aggressivo e pur con stili diversi produce vittorie. Il Napoli attacca con i suoi triangoli alla Phil Jackson che Sarri ha reso diversi tra il settore destro e quello sinistro della squadra. A destra, se li disegniamo in campo, Allan o Zielinski (tre partite lì, spostandosi poi mezzala sinistra nelle stesse gare), Callejon e Mertens formano un triangolo che dialogando tecnicamente ha segnato 11 gol (Atalanta, Bologna, Benevento, Lazio) e dato quattro vittorie, di cui due in rimonta. A sinistra, invece, l’asse Ghoulam, Hamsik, Insigne si muove con sovrapposizioni e giri dietro della mezzala sull'esterno d'attacco, un gioco che abbiamo visto accentuato nelle ultime due di campionato con Cagliari e Roma battute da gol che arrivavano da sinistra. A questo va aggiunto l'attacco verticale profondo di Ghoulam (gol decisivo a Ferrara) e Callejon che attacca i terzini con una "manovre sur le derriere" come fosse un piccolo-grande soldato napoleonico. In totale, imprevedibilità e cambio di manovra, capacità di sfondare le difese da più lati, un modo di attaccare da basket NBA tipo Chicago Bulls e Lakers, guarda caso le squadre di Jackson.

    INTER LETALE - L'Inter è verticale e letale. La squadra di Spalletti ha segnato 7 gol meno del Napoli (26 contro 19), ma come il Napoli ha segnato in tutte le partite e questo in chiave scudetto conta perché c'è un dato di un certo numero di gare oltre le quali non segnare significa uscire fuori dai giochi (5-6 partite senza gol) per vincere il campionato. L'allenatore ha dato anche i primi movimenti, gli accentramenti di Perisic (3 gol), quelli di Candreva che garantiscono le sovrapposizioni di D'Ambrosio. Significa che c'è addestramento tattico. Un tratto identitario quello della squadra organizzata tatticamente che l'Inter potrà sfruttare, grazie alla forza dell'esclusivo allenamento settimanale privo di coppe, contro le squadre in arrocco difensivo in fase di non possesso per realizzare una lunga striscia di vittorie, altro elemento centrale in questi campionati a venti squadre per vincere lo scudetto.

    FATTORE ICARDI - Il secondo perché questa sia una partita scudetto ha un nome, Mauro, e un cognome, Icardi. Una squadra che ha ancora un gioco grigio come l'Inter, ma che si avvale di un realizzatore come l'argentino non può che non ambire a competere fino all'ultimo per il titolo. Non per la solita storia un po' retorica del "gioca male, ma vince" e quindi figuriamoci quando giocherà bene, no non per questo, ma per il concetto di efficacia. Che nello sport di squadra conta e vale lo scudetto. Icardi ha segnato 9 gol, uno meno di Dybala e due meno di Immobile, ma sui 21 tiri verso la porta, 19 sono finiti nello specchio. Un'efficacia straordinaria e maggiore in percentuale agli otto giocatori che lo precedono nella classifica dei tiri, Dybala, Immobile e Dzeko compresi. Tutti e tre hanno tirato 33 volte in porta: Dzeko ha colto lo specchio 21 volte per 7 gol, Immobile 25 volte per 11 gol e Dybala 22 volte per 10 gol, Icardi è avanti a un pur formidabile Dzeko di due gol (anche se 4 rigori a 0 incidono) e ha in pratica lo stesso passo del suo compagno di nazionale e del grande attaccante italiano. Sul sottile filo dell'efficacia del gol si gioca lo scudetto e in questo Icardi sembra avere qualcosa in più alla lunga, Higuain compreso (3 gol in 8 gare).

    POTERE ALLE DIFESE - Se avere lo stoccatore conta per trasformare le vittorie opache in vittorie dure e da scudetto come Icardi sta facendo per l'Inter, anche la difesa recita il ruolo di ragione per la quale Napoli-Inter sia gara che possa valere la vittoria finale. Il concetto di difesa come emblema è fondamentale per vincere, la Juventus insegna. E Napoli e Inter si adeguano a questo principio di struttura del gioco. Il Napoli difende stile Milan dell'era Sacchi e Capello, come fosse un sol uomo. Tutti coordinati, tutti ordinati tatticamente. L'Inter va più di lima grossa e affida alla coppia Skriniar-Miranda la sua inattaccabilità. Risultato: 5 gol subiti a testa, media da scudetto. Stasera al San Paolo va in scena la gara dell'efficienza e del gioco strutturato, col principio a ben vedere di Simeone e Mourinho: essere forti nelle due aree, la loro e quella degli avversari. Sembra strano che si incontrino questi allenatori così diversi, ma Simeone e Mou il campionato l'hanno vinto ed è lo stesso che cercano Sarri e Spalletti a partire da questa partita spettacolo. Già, spettacolo. Una parola che inizia per esse, proprio come scudetto.

    @MQuaglini

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