Calciomercato.com

  • Dal gol 'olimpico' di Vendrame ad Altinier: la B è nel mirino del Padova

    Dal gol 'olimpico' di Vendrame ad Altinier: la B è nel mirino del Padova

    • Luca Bedogni
    Si soffiò il naso con la bandierina, come se fosse stata messa lì per quello. Chissà, forse la scambiò per un bel fazzolettone colorato; lo stadio Appiani del resto era il suo circo, o il suo teatro, dove gli oggetti più comuni assumevano d’un tratto funzioni strampalate, magicamente. Dopo di che si voltò verso i tifosi friulani, suoi conterranei, e a gesti plateali fece capire loro che li avrebbe puniti proprio da lì, e indicava il calcio d’angolo dove aveva appena sistemato il pallone e imbrattato di muco la bandierina. Si era rotto i coglioni di tutti quegli insulti. Il capitano del Padova Ezio Vendrame prese allora la rincorsa e calciò direttamente in porta. Segnò un gol impossibile, come capita ad alcuni, dopo averlo annunciato solennemente. Per un misto di rabbia, amarezza e volontà di potenza, giustiziò così l’Udinese, che, bisogna aggiungere, in quella stessa settimana gli aveva offerto 7 milioni per giocare male. Aveva accettato, sulle prime, poi mandò tutto al diavolo con una doppietta. Da venduto a vendicatore: Vendrame era questo personaggio e lo è ancora, anche adesso che fa lo scrittore e pubblica libri dai titoli bizzarri come questo “Se mi mandi in tribuna, godo” da cui ho tratto questa scena emozionante. A Padova giocò soltanto due stagioni, dal ’75 al ’77, in Serie C, senza realizzare nemmeno troppi gol (8 in tutto). Forse è per questo che la sua figura memorabile non è contemplata nei pannelli che raccontano la storia gloriosa dei biancoscudati sulla parete interna della tribunetta dell’Appiani, inaugurata dopo il rifacimento nel dicembre del 2015. C’è Appiani Silvio, naturalmente, il primo bomber patavino a cui lo stadio è dedicato sin dal 1924;  Nereo Rocco, che col suo catenaccio nel 1958 portò il Padova al terzo posto nella massima serie, il miglior piazzamento di sempre; ci sono poi Demetrio Albertini, in prestito dal Milan nel 1990, Angelo Di Livio dall’ ’89 al ’93 e, per finire, Alessandro Del Piero, al Padova dal ’91 al ’93;  ma di Ezio Vendrame, purtroppo, nessuna traccia. La scelta è stata fatta dai tifosi, via Facebook. 

    I lavori al vecchio stadio cittadino – ricordo per chi non lo sapesse che il Padova gioca all’Euganeo dal 1994 - sono stati finanziati dai fratelli Sandro e Michele Vecchiato, fondatori e managers del Birrificio Antoniano, dal Comune e dal presidente del club Giuseppe Bergamin. Quest’ultimo, padrone della Sunglass, azienda di Villafranca padovana, leader mondiale nella lavorazione del vetro curvo, ha impreziosito l’opera sostituendo le ingombranti grate che separavano il campo dalla tribuna con parapetti trasparenti, per consentire al pubblico una migliore visibilità. “Mi auguro che in futuro - questo è stato l’invito di Bergamin all’assessore dello sport durante l’inaugurazione - l’Appiani possa essere ancora la casa del Padova”. D’altronde Bergamin è abituato a lavorare a progetti assai più imponenti, pensiamo solo alla New Arena Corinthians di San Paolo, in Brasile, pronta nel 2014 per ospitare la cerimonia d’apertura del mondiale di quell’anno. Andate a riguardarvi la facciata ovest di quel gioiello, completamente ricoperta dai vetri Sunglass. 

    Tra l’altro, proprio nell’estate del 2014 Bergamin diventò presidente del Padova. Pardon, dovrei dire della SSD Biancoscudati Padova, dal momento che c’era un fallimento di mezzo. A pochi anni dal centenario (1910/2010) la storica società cadde in disgrazia, dopo cinque anni consecutivi di Serie B, terminati con una retrocessione. Non riuscendosi a iscrivere alla Lega Pro, il Padova è rinato per mano di Bergamin, in Serie D. Grazie a 85 punti e 27 vittorie l’allenatore Carmine Parlato ha condotto il biancoscudo al primo posto nel girone C, ottenendo la promozione diretta sul campo del Legnano, il 19 aprile. Lo stesso anno tuttavia, nel novembre 2015, dunque di nuovo tra i professionisti, Giuseppe Pillon, attuale tecnico dell’Alessandria, subentra a Parlato in un momento difficile e riesce a concludere la stagione al quinto posto, mancando comunque l’obiettivo play-off. 

    Oggi, a tre partite dalla fine del campionato, il Calcio Padova (la denominazione è cambiata ancora nel 2015) si trova al quarto posto del girone B, quello ormai vinto dal Venezia di Filippo Inzaghi e Tacopina (a +12 dal Parma secondo). Gli uomini di Oscar Brevi, l’allenatore del Padova di quest’anno, per il momento hanno migliorato la posizione rispetto alla passata stagione e sono tranquillamente dentro alla zona play-off (a + 4 dalla Reggiana quinta). I punti sono 62, tre in meno del Pordenone terzo, e a quattro dal Parma, fermo a quota 66. I patavini hanno la seconda miglior difesa del girone, con la bellezza di soli 28 gol subiti. Prima di loro c’è ancora il Venezia a 26, subito dietro la Reggiana, che ne ha incassati 30. Impressiona però considerare tutto ciò alla luce del mese d’aprile terribile che hanno vissuto i biancoscudati. Da -6 dal Venezia a -16  nel giro di quattro partite. La sconfitta con la Feralpisalò il 2 aprile, poi quella col Parma il 5, quella col Venezia il 9 e infine, il 15, quella col Pordenone. Come potete notare erano tutti scontri diretti fondamentali, specialmente gli ultimi tre (all’andata aveva perso solo coi ramarri neroverdi, in un combattutissimo 3-4). Ai ragazzi capitanati dal ‘Duca’ Cristian Altinier (12 reti) sta girando anche male, bisogna dirlo: nella partita pre-pasquale contro il Pordenone, il Padova è andato sotto a causa di un rigore, poi nella ripresa si è visto annullare un gol clamoroso, proprio del suo numero nove. Un altro episodio che ha fatto tanto discutere, come quello capitato ai biancoscudati a Reggio Emilia il 5 marzo, sull’1-1, quando l’arbitro assegnò ai veneti un rigore per fallo di mano e poi cambiò idea nel giro di pochi secondi. Al Padova ora non resta che cercare di rifarsi all’Euganeo, lunedì sera, contro il fanalino di coda del girone: l’Ancona.    

    Altre Notizie