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  • Dal Man City al Benfica: ecco perché tutti comprano i club satelliti

    Dal Man City al Benfica: ecco perché tutti comprano i club satelliti

    • Pippo Russo
    Un rastrellamento costante. Non si ferma la caccia ai piccoli club in giro per l’Europa, e a condurla sono le società d’élite delle principali leghe continentali. I motivi dello shopping sono molteplici: questi club costano poco e si prestano a diversi usi. Per esempio, possono fungere da squadre B nelle quali collocare giovani in fase di maturazione o riserve con scarse prospettive d’utilizzo, e fare maturare gli staff tecnici. Ma vi sono altre utilità, meno confessabili e tuttavia ugualmente evidenti. Per esempio, quella di triangolare calciatori provenienti da paesi terzi, facendoli circolare verso il club maggiore attraverso la rete dei club minori.

    Ovviamente non mi spingo a dire che i due club minori di cui si parla qui, il Chiasso e il Girona, servano a quest’ultimo scopo. E tuttavia è lecito chiedersi cosa se ne facciano, rispettivamente, il Siviglia e il Manchester City. Per quale motivo li abbiano annessi al loro sistema. Avremo un’idea più chiara col passare dei mesi. Per il momento possiamo limitarci a tracciare le situazioni nella loro evoluzione, e dare conto della novità resa nota giusto ieri, che porterebbe gli esperimenti di annessione su un livello più alto: il Benfica avrebbe intenzione di acquisire il controllo di un club della Premier League. Ma a questo punto è meglio andare per gradi e descrivere nel dettaglio ciascun caso. Il primo in ordine cronologico riguarda l’annessione del Chiasso, squadra che milita in Challenge League (la serie B svizzera) da parte del Siviglia. La manovra si è consumata a metà dello scorso mese di giugno, con l’ufficializzazione dell’arrivo in Ticino di un terzetto spagnolo: il giovane allenatore Guillermo Abascal, 28 anni, inviato a compiere la prima esperienza alla guida di una squadra maggiore dopo aver diretto la cantera del club andaluso; il suo vice Mikel Llorente, trentaquattrenne con esperienze maturate ance presso la Real Sociedad; e il preparatore atletico Carlos Valle, che oltre a avere lavorato col Siviglia ha operato con la federazione francese.

    Il direttore generale del club ticinese, Nicola Bignotti, parla di un progetto che mira alla valorizzazione dei giovani. Da dove questi giovani proverranno, staremo a vedere. Piuttosto, resta da sottolineare che negli ultimi mesi il club ticinese sia stato altamente contendibile, e al centro di manovre d’acquisizione che hanno visto interessato anche investitori italiani. Lo scorso marzo era stata data per fatta la scalata da parte di Ulisse Savini, ex agente di Mauro Icardi affiliato all’agenzia Top Eleven Management. I media svizzeri si erano sbilanciati assegnandogli la presidenza del club, ma meno di un mese dopo l’approdo dell’agente italiano era già sfumato. Svanita la prospettiva italiana, ecco farsi avanti il club spagnolo che è anche uno dei più coinvolti col giro dei fondi d’investimento. E questo è più che un indizio.

    Il secondo caso riguarda il Girona, club catalano che è appena approdato nella Liga spagnola per la prima volta dopo 87 anni di storia. A realizzare l’impresa è stata la compagine proprietaria che si è installata nel 2015 a capo del club, formata da Jaume Roures e Pere Guardiola. Due personaggi d’estrazione catalana e di grande complessità. Roures è un imprenditore dei mass media, dichiaratamente comunista ma per niente refrattario a intrattenere rapporti d’amicizia e d’affari col fascistissimo presidente della Liga spagnola, Javier Tebas Medrano. Pere Guardiola è il principale esponente dell’agenzia Media Base Sports, che ha sedi a Barcellona, Dubai, Londra, Madrid e Montevideo. MBS gestisce carriere e diritti d’immagine, ma intermedia anche affari come la cessione di club. È stato così nel caso del Granada, passato un anno fa dalla famiglia Pozzo alla Desport del magnate cinese Jiang Lizhang, che a sua volta si è assicurato anche una quota di maggioranza del Parma. Soprattutto, Pere Guardiola è il fratello (nonché l’agente) di Pep. Che è l’allenatore del Manchester City, cioè del principale club che fa capo alla holding City Football Group che ha appena rilevato il Girona. Gli altri club sottoposti al controllo totale o parziale della holding, controllata dall'Abu Dhabi Unitd Group e per un 13%  ai cinesi di China Media Xapital e Citic Capital, sono il Melbourne FC, il New York City FC, gli Yokohama Mariners e i messicani del Club Atlético Torque. Un conglomerato calcistico globale cui adesso viene aggiunto un club appena approdato nel massimo campionato spagnolo.

    E infine c'è il caso più recente. Nella giornata di ieri la stampa portoghese ha ripreso i contenuti di un'intervista rilasciata all'edizione lusitana di Forbesda  Domingos Soares de Oliveira, direttore della SAD del Benfica. Questi ha annunciato che la dirigenza encarnada sta valutando di investire in un club della Premier League inglese “di metà classifica”. Una cosa fattibile? Di sicuro non semplice, visto lo scarto di proporzioni economico-finanziarie fra la Premier League e la Primera Liga portoghese. Ma non bisogna dimenticare che quando si parla di Benfica è come se si parlasse di Jorge Mendes. Cioè l'uomo più potente del calcio globale nonché, di fatto, direttore generale ombra del club encarnado. E allora ecco che la prospettiva si fa credibile. E un altro conglomerato di potere verrebbe a prendere forma attraverso il controllo di club sparsi in diversi paesi.

    @pippoevai

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