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  • Dalla staffetta Mazzola-Rivera al quarto cambio in Europa: l'ultima rivoluzione
Dalla staffetta Mazzola-Rivera al quarto cambio in Europa: l'ultima rivoluzione

Dalla staffetta Mazzola-Rivera al quarto cambio in Europa: l'ultima rivoluzione

  • Furio Zara
Il futuro va in una direzione precisa, quella dei cambi liberi, come succede nel basket, dove il coach mette dentro un giocatore e ne toglie un altro a seconda della situazione tattica che deve affrontare. Non ci siamo ancora, ma tutto lascia pensare che la strada sia segnata. Ieri il Comitato Esecutivo dell’Uefa ha dato il via libera ad una importante novità, quella della quarta sostituzione nelle partite di Champions e Europa League. C’è ancora qualche vincolo: 1) si può sostituire il quarto giocatore ma solo nei tempi supplementari e 2) per ora la 4ª sostituzione è ammessa solo nelle partite a eliminazione diretta. E’ un’innovazione «pesante» che si accompagna alla decisione di porre meno vincoli alle liste Uefa (23 giocatori disponibili e non più 18 nelle finali delle varie competizioni) e ai nuovi orari (le partite spostate di un quarto d’ora, dalle 20.45 alle 21.00 mantenendone due di martedì e mercoledì alle 18.55).

E dire che le sostituzioni - nel calcio moderno - sono una realtà piuttosto recente. Il Mondiale del 1970 fu il primo in cui la Fifa ammise le sostituzioni (due per squadra, fu quell’estate che nacque la famosa «Staffetta» di Valcareggi tra Mazzola e Rivera), tanto che quattro anni prima - nel 1966 - perdemmo contro la Corea (anche) perché giocammo in dieci tutta la partita (Bulgarelli, sceso in campo in condizioni menomate, zoppicò per 90 minuti). Era quella l’epoca in cui il giocatore infortunato veniva esiliato all’ala, dove poteva star lì a presidiare la fascia senza fare danni. E se - benedetto dal cielo - gli capitava di segnare, ecco che quello veniva battezzato il «gol dello zoppo».

La macchina organizzativa della Fifa si era mossa lentamente ma in Italia qualcosa era già cambiato qualche anno prima: nel campionato 1965-66 fu introdotta la sostituzione, che però riguardava solo il portiere. A «bagnare» la novità fu una sfida tra Juventus e Foggia, il 5 settembre del 1965. Il portiere titolare dei pugliesi, Giuseppe Moschioni, si scontrò con l’attaccante bianconero Traspedini. Fu soccorso dal medico del Foggia (secchiello e spugna inzuppata d’acqua), ma non riuscì a tornare tra i pali. E ad entrare fu il primo portiere di riserva della storia: tale Gastone Ballarini.

Nel 1968-69 in panchina poteva andarci anche il «tredicesimo», cioè un giocatore di movimento. Gli allenatori portavano quasi sempre un centrocampista, utile sia a sostituire in difensore che un attaccante. Nelle figurine era il «Jolly», dicitura ormai andata in disuso. Spetta al ventenne Sandro Vanello il record del debutto e anche del primo gol da «tredicesimo»: accadde in un Napoli-Verona, prima giornata della stagione 1968-69, Vanello entrò al 1° minuto della ripresa e al 10° segnò il gol del pareggio (1-1) beffando Dino Zoff, a quei tempi portiere del Napoli. Dal campionato 1973-74 le riserve diventarono tre (ma sempre due le sostituzioni ammesse). La stagione 1980-81 è quella della riapertura delle frontiere (le società possono tesserare uno straniero, ne arrivano tredici) e dei cinque giocatori ammessi in panchina. Dal 1994 tre cambi, due giocatori di movimento più il portiere; ma già l’anno successivo via al vincolo del portiere: tre cambi senza distinzione di ruolo, esattamente quello che è possibile fare oggi. Ma domani si cambia. Almeno per quanto riguarda le competizioni europee, Champions ed Europa League. E’ un’altra piccola grande rivoluzione.

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