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  • De Sciglio, al Milan un odio esagerato e immeritato: alla Juve la rivincita

    De Sciglio, al Milan un odio esagerato e immeritato: alla Juve la rivincita

    • Antonio Martines
    E' un Mattia De Sciglio voglioso e carico di entusiasmo quello che si appresta a (ri) cominciare la sua avventura in bianconero, perché diciamoci la verità, quella che avevamo visto fino ad ora era troppo brutta e sfortunata per essere considerata come il vero inizio della sua nuova vita calcistica e quindi non possiamo che considerarla come una falsa partenza.

    Colui che veniva considerato come l'erede di Maldini, alla fine ha fatto ciò che Maldini avrebbe voluto fare da ragazzo senza però riuscirci: ovvero andare alla Juve! Ma il legame con una leggenda come Paolo Maldini non si esaurisce qui, visto che anche Mattia  ha dovuto dire addio ai colori rossoneri nel modo più triste e avvilente di tutti, ovvero con l'odio dei propri tifosi. Un odio esagerato, plateale ma soprattutto immeritato, perché Maldini era una leggenda e De Sciglio una giovane promessa sulle spalle della quale si era caricato sin da subito un peso enorme, proprio a causa del paragone cosi altisonante. L'addio si consuma cosi, nel peggiore dei modi, lo scorso 23 aprile in un'amarissima domenica caratterizzata dalla sconfitta clamorosa del Milan a San Siro contro l'Empoli per 1-2, con Mattia che andò ad accomodarsi in panchina sotto una di quelle bordate di fischi crudeli e impietose che ti possono segnare per sempre a livello psicologico.

     De Sciglio per i milanisti negli ultimi tempi era diventato catalizzatore di sentimenti negativi, sul quale riversare frustrazioni derivanti da anni e anni di stagioni deludenti e sogni di grandezza perduti da troppo tempo. In particolare Mattia aveva la colpa di indossare i panni di colui che aveva promesso nuovi sogni di gloria alla retroguardia rossonera e che invece poi ha finito per pagare anche colpe non sue. Quello che però i milanisti non hanno capito era il disagio di questo ragazzo, che dopo un avvio strepitoso che gli aveva persino regalato la corte del Real Madrid, stava rischiando di perdersi dietro troppi infortuni e stagioni deludenti. Cosi dopo un avvio estremamente brillante ha rischiato di imboccare precocemente la strada del declino, tanto che c'è stato anche un periodo in cui ha sofferto soprattutto dal punto di vista psicologico, e stava addirittura per cadere in depressione. Una cosa che in un ambiente come quello del calcio e in particolare in una capitale di questo sport come Milano è assolutamente imperdonabile oltreché inaccettabile, quindi si affidò alle cure di un mental coach che per fortuna riusci a recuperarlo perfettamente.

    Il divorzio divenne dunque  inevitabile, ma uno come lui non poteva bruciarsi in quel modo, e cosi quest'estate è arrivata la chiamata della Juve, una chiamata prestigiosa ma in fin dei conti non del tutto inaspettata per una serie di motivi. Tanto per cominciare, De Sciglio ha solo 25 anni appena compiuti, e ritrova in Allegri quell'allenatore che lo lanciò in prima squadra e sotto la cui gestione tecnica ha dato il meglio di sé. Approda poi in un club molto particolare, perché oltre ad essere uno dei più prestigiosi a livello mondiale, è anche e soprattutto una scuola di calcio. Alla Juve diversamente dal Real Madrid e dallo stesso Milan, non si arriva per fare accademia e spettacolo, ma soprattutto per vincere e migliorarsi costantemente dal punto di vista tecnico, tattico e comportamentale anche in età avanzata. Non è un caso che ex milanisti una volta approdati alla Juve abbiano trovato una vera e propria consacrazione o seconda giovinezza. Basti pensare ai casi clamorosi di Davids e Pirlo. Il primo bollato come bidone inadatto al Milan di allora, il secondo invece fu trattato alla stregua di un ronzino spompato, da una dirigenza che ormai aveva dato – lei si – il l meglio di se e che non era più in grado di fare scelte, non dico vincenti, ma quanto meno decenti.

    De Sciglio quindi si giocherà una seconda grandissima opportunità e lo farà alla faccia di tutto e di tutti: alla faccia dei suoi ex tifosi, che quest'estate hanno applaudito alla sua cessione, ma anche alla faccia di tutti quegli juventini che lo hanno accolto con freddezza e perplessità. Perché se gli juventini non si sono ancora fatti un'idea di chi sia veramente De Sciglio, di sicuro De Sciglio si è fatto un'idea di cosa sia la Juve, visto che nelle sue ultime dichiarazioni alla stampa ha detto di aver capito il motivo per cui da quelle parti si vince ormai da sei anni di fila.

    @Dragomironero

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