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  • Di Maio come l'Inter di Helenio Herrera, ma Di Battista non è Mazzola...

    Di Maio come l'Inter di Helenio Herrera, ma Di Battista non è Mazzola...

    • Marco Bernardini
    Ciò che ci stanno proponendo, da ormai troppo tempo, gli uomini che dovrebbero rappresentare e agire nel nome del popolo, cioè di tutti noi, è francamente desolante. Il sedicente leader del Movimento Cinque Stelle, Di Maio, ha trascinato la politica intesa come concetto originale di “polis” a toccare il fondo del barile riducendola a uno straccio bisunto. Rifiutare il confronto televisivo, in programma domani nello studio di Giovanni Floris, con il segretario del PD Matteo Renzi perché “avversario non all’altezza” è una scelta sciagurata e ripugnante sotto tutti i punti di vista.

    E’ in particolare la motivazione addotta da colui che ambirebbe a diventare il premier di questo nostro povero Paese, governato da uomini politici che sono la parodia desolante di quello che si dovrebbe intendere per statura etico-morale dello statista serio, a lasciare di sale. Parafrasando la scelta in termini e in immagini sportive sarebbe come se il Barcellona o qualsiasi altra squadra di grande levatura rifiutasse di giocare un’amichevole contro un’avversaria di minor caratura. Un paragone che vale anche per ciascuna altra disciplina sportiva laddove l’agonismo non ha, per fortuna, barriere di carattere filosofico.

    Di Maio (foto agora24), evidentemente, lo sport con le sue regole di lealtà e di “vinca il migliore” che non è sempre il più forte, non sa neppure dove stia di casa e pertanto andrebbe istruito in proposito. Ammenochè dietro la decisione del penta stellato non vi sia la presunzione, ma la paura e lui per primo sappia che una sconfitta contro una piccola squadra non è poi un fatto così occasionale.

    Se poi, addirittura come pare possa accadere, sul ring televisivo dovesse presentarsi la “riserva” Di Battista a confrontarsi con Renzi allora, sempre volendo usare un paragone calcistico, sarebbe la replica di una famosa Juventus-Inter di antica memoria quando per protesta Helenio Herrera mandò in campo la squadra Primavera. Lo sport e il calcio si salvarono egualmente perché quel giorno esordì in nerazzurro Sandro Mazzola e lo stadio era egualmente pieno. Non come le urne in Sicilia disertate, massicciamente, da tutti coloro che in questa politica dei burattini non credono più.

    @matattachia

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