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  • Diritti tv all'asta: spunta Amazon

    Diritti tv all'asta: spunta Amazon

    Alleanze, pirati e trappole: è già iniziata la corsa ai diritti televisivi per il triennio 2018-2021 in Serie A. Che andranno all'asta entro luglio, in attesa dell'ok dell'Antitrust alle nuove linee guida per i pacchetti di vendita definite della Lega Calcio. Il Corriere della Sera in edicola oggi fa il punto della situazione. 

    1,4 MILIARDI - L'obiettivo dell'advisor Infront è incassare un miliardo e 400 milioni di euro, 200 milioni in più rispetto a oggi: 100 milioni in più dai diritti domestici e altrettanti dall'estero. Saranno predisposti pacchetti mirati, per piattaforma e per prodotto, anche a costo di dividere il campionato su più emittenti come già avviene in altri Paesi. L'orientamento è aumentare le finestre orarie a 7 (dal venerdì sera o sabato al lunedì, conservando un piccolo blocco domenica pomeriggio), ma senza uno spezzatino estremo in stile Liga spagnola o Premier inglese. 

    SKY VS MEDIASET - Da una parte c'è l'attendismo di Sky: l'emittente di Murdoch punta al massimo (tutte le squadre) cercando di spuntare un prezzo favorevole. E cavalcando le difficoltà della vecchia concorrente Mediaset con la quale, si dice, potrebbe chiudere un accordo commerciale per Premium. 

    TELECOM CON VIVENDI - Poi c'è Telecom, intenzionata a far crescere i suoi canali della banda larga: potrebbe far sponda con Mediaset o giocare da sola per alcuni pacchetti con l'assenso dell'azionista di riferimento Vivendi. I francesi, in attesa di chiarire la battaglia legale con il Biscione, calerebbero l'asso del calcio, l'unico prodotto in grado di spingere gli abbonamenti. 

    EUROSPORT - Si muove anche Discovery con una doppia opzione: digitale terrestre (Canale 9) e i canali Eurosport. 

    AMAZON - In posizione più defilata i big dell'online: in teoria lo spazio ci sarebbe anche per nuovi servizi come Amazon Prime Video, che potrebbe decidere di entrare in Italia con investimenti importanti. 

    CANALE LEGA - In caso di offerte al ribasso, la Lega ha approvato il piano B: un proprio canale dal quale commercializzare i diritti senza intermediari, vendendo le partite a tutti gli operatori pay-tv e internet (satellite, dtt, banda larga eccetera) e associando il pagamento di un minimo garantito da costruire in base al numero di abbonati. A nuove aziende che entrano verrebbe chiesto un 'gettone'. 

    PIRATI - Infine quelli che nessuno vuole, gli imbucati: almeno un milione e 250 mila italiani guardano partite a scrocco da siti o pagine social pirata, con danni stimati in 250 milioni di euro l'anno. Misure come il blocco temporaneo (o totale in caso di recidiva) delle connessioni aiuterebbero a combattere il fenomeno. 

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