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  • Donnarumma, i retroscena: la Juve, 50 milioni, il Real, Mirabelli contro Raiola

    Donnarumma, i retroscena: la Juve, 50 milioni, il Real, Mirabelli contro Raiola

    • Fabrizio Romano
    Casa Milan, come un saloon. Quando Mino Raiola - con il cugino Enzo e l'avvocato Rigo - spalanca le porte e arriva all'incontro decisivo c'è una scena che segna subito l'inizio della fine. I protagonisti dell'incontro più atteso degli ultimi anni rossoneri saranno solo quattro, non cinque: da una parte i tre del 'clan' Raiola, dall'altra Marco Fassone. E Mirabelli, il ds che sta costruendo il nuovo Milan? Non ha voluto esserci, al faccia a faccia per il destino di Gigio Donnarumma. Una scelta precisa, una risposta coi fatti alle parole grosse dopo la bufera dello scorso martedì quando Mirabelli aveva contattato direttamente il portiere per avere risposte sul rinnovo: Mino non l'ha presa bene, alta tensione e rottura sfiorata. Rinviata, anzi. Perché ieri - quel maledetto giovedì - sono bastati pochi minuti di chiacchiere per capire come il muro fosse altissimo. Insuperabile.

    RILANCIO MILAN, DUBBI MINO - Eppure il nuovo Milan non può rimproverarsi nulla, esce da questa trattativa estenuante con la convinzione di averle provate tutte: 5 milioni all'anno per cinque anni a Gigio, bonus compresi. Praticamente 50 milioni lordi di investimento, tanto i rossoneri hanno stanziato per un ragazzo con potenzialità fenomenali sì, ma pur sempre del 1999. Non bastasse, c'è stato il via libera della proprietà cinese anche per un nuovo, ennesimo, ultimo rilancio (offerta aumentata in extremis) per tentare il colpo di scena. Donnarumma, firmi? "No, andiamo via". Una scelta di principio, non legata solo ai soldi o alle cifre. Raiola non solo aveva congelato i rapporti con la dirigenza, ma non ha mai ritenuto solido il progetto Milan cinese nonostante i primi investimenti. E così ha convinto Gigio a salutare.

    PIU' REAL CHE PSG - Non a caso, da settimane l'entourage di Donnarumma ha iniziato a sondare diverse proposte. Il Paris Saint-Germain gli ha proposto un contratto sostanzialmente... in bianco: autista privato, villa per sé, benefit di ogni tipo oltre a uno stipendio mostruoso pur di farne il portiere del PSG per anni. Interessante, grazie; la proposta però è stata messa in secondo piano rispetto al Real Madrid, il club che davvero scalda i sogni di Donnarumma. Raiola ci sta lavorando, continuerà a farlo perché Florentino Perez ad oggi è in assoluta pole position per assicurarsi Gigio. Ma non sarà una passeggiata: il Milan è pronto a rispondere al fuoco, non vorrebbe cederlo in questo mercato, chiaramente con 25-30 milioni di euro (plusvalenza pura) sul tavolo la situazione può cambiare. Sarà il Real a scegliere se andare dritto con questa proposta per avere Donnarumma subito oppure strapparlo a scadenza ai rossoneri dal prossimo anno, costo zero.

    JUVE FERMA - E la Juventus? Le voci sono naturali, l'assist di Marotta non passa di mente: "Il portiere della Nazionale è sempre stato bianconero", sussurri (neanche troppo) di novembre scorso. Ma oltre quelle parole la Juve non è mai andata con Raiola o con il Milan: i bianconeri hanno altri piani, Szczesny rimane in cima alle preferenze, fino ad oggi non c'è stata una proposta o una richiesta per Donnarumma. E anche lo stesso Gigio non sarebbe particolarmente convinto di una scelta del genere. Perché la sua speranza, il suo sogno è il Real Madrid, questione di fascino, progetti, programmi. Quelli che Raiola ha trovato inadeguati da parte del Milan, nonostante lo sforzo enorme di un club pronto a ricoprire d'oro il proprio portiere che qualche mese fa baciava la maglia davanti a tutti. Sì, il calcio(mercato) è anche questo. Proprio come il saloon di un Far West: l'unica regola è che non ci sono regole.

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