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  • Flop d'Italia -2: da Kondogbia a Perisic, l'Inter e la logica dell'ipermercato

    Flop d'Italia -2: da Kondogbia a Perisic, l'Inter e la logica dell'ipermercato

    • Pippo Russo
    Qual è stato il miglior acquisto interista nella stagione 2015-16? Risposta: boh? E qual è stato il peggiore acquisto interista nella stagione 2015-16? La risposta è ancora una volta: boh? Nell’annata nerazzurra che è stata un inno all’indefinitezza, il giudizio sull’apporto dato dai nuovi arrivi non poteva non essere conseguente. Ma la cosa che davvero fa specie è l’impossibilità di esprimere opinioni nette: Tizio ha fatto benissimo, Caio è stato un disastro. Nulla da fare, perché ciascuno dei nuovi arrivati interisti ha avuto il proprio momento buono (ma mai eccellente) e il proprio momento cattivo (spesso scadente). E ad aleggiare su tutto, l’impressione che un progetto di squadra non ci sia mai stato, e che il mercato sia un fine e non un mezzo. La logica dell’ipermercato.

    Ormai all’Inter i calciatori, come le nuvole nel brano musicale di Fabrizio De André, "vanno, vengono, ogni tanto si fermano". E il flusso ininterrotto minaccia di continuare. È difficile pure indicare un simbolo della scorsa campagna trasferimenti nerazzurra. Forse Geoffrey Kondogbia, il giocatore più esageratamente pagato dell’estate italiana 2015. A quel prezzo, il centrocampista franco-centrafricano era condannato a deludere: per essere all’altezza della cifra spesa avrebbe dovuto fare cose da fenomeno. E lui fenomeno non è. Mettiamoci pure che per prendere lui l’Inter ha dovuto portare a casa pure il fratello scarso, Evans. Che si è rivelato troppo scarso pure per il Renate, Lega Pro, e a gennaio è stato dirottato in Spagna allo Jumilla, club della Segunda B (terza divisione) controllato da un gruppo di italiani.

    E che dire di Jovetic-Ljajic, la coppia slava targata Zahavi-Ramadani? Deludenti sin juicio. Qualche fiammata alternata a lunghi periodi in naftalina, arricchiti da polemiche più o meno aperte con l’allenatore. Entrambi in partenza, ça va sans dire. Accettabile il bilancio della coppia centrale nuova di zecca, Murillo-Miranda. Ma stamattina, leggendo Il Corriere dello Sport-Stadio, scopriamo che sono sul mercato come tutto il resto della difesa nerazzurra. Un’esagerazione giornalistica tipica di questa fase precoce del calciomercato? Probabile, ma è altrettanto probabile che invece la voce rifletta la realtà. Perché da qualche tempo a questa parte, all’Inter, sono praticamente tutti sul mercato.

    Lo sono persino i due calciatori che in questo momento sarebbero titolari anche nei top club europei: Samir Handanovic e Mauro Icardi. Portiere e centravanti, i due ruoli che più di tutti portano punti in classifica. "Datemi un portiere che pari e un centravanti che la butti dentro e ho già metà squadra", diceva Nereo Rocco. L’Inter questa metà squadra ce l’avrebbe, ma mette in discussione pure quella. L’idea di cedere Handanovic non è un tabù. E quanto a Icardi, la famosa "offerta irrinunciabile" sarebbe ben accetta. Si dice che i soldi incassati andrebbero immediatamente reinvestiti per rinforzare la squadra. Ma è un ben curioso concetto di rafforzamento, quello che passa per la cessione dei giocatori migliori.

    Ma proseguiamo con la campagna trasferimenti della scorsa stagione guardando ai due "rinforzi" giunti dal Galatasaray, quelli che al massimo grado esemplificano la volubilità del mercato nerazzurro e la volatilità del giudizio. Alex Telles all’inizio viene cantato come un acquisto azzeccato e se ne sollecita il riscatto a fine stagione, ma poi a febbraio è già bocciato. Quanto a Felipe Melo, siamo allo psicodramma collettivo. Chi sia e di cosa sia capace (nel bene, nel male e nel peggio) si sapeva da anni. Ciononostante è passato dalla condizione di leader del centrocampo a quella di caso clinico dopo la gara del Meazza contro la Lazio, e poi ancora recuperato in mancanza di meglio. E nel raccontare tutto ciò trovava spazio pure lo stupore. Ma per cosa? E ancora: Montoya, bocciato già nel ritiro precampionato e sbolognato a gennaio. Nessuno che se ne assuma la responsabilità? Per non dire di Eder, arrivato a gennaio per essere una soluzione ma subito trasformato in problema. Va a finire che il solo acquisto indiscutibilmente positivo è Perisic: costato il giusto, capace di un rendimento costante e di alto livello. Ovviamente è sul mercato anche lui, lo vuole Antonio Conte al Chelsea. Il popolo nerazzurro si faccia coraggio: il mal di testa da ipermercato è destinato a durare almeno per tutta quest’altra estate. E i titoloni di giornale continueranno a celebrare il genio di Piero Ausilio, oh yes.

    @pippoevai

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