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  • Galliani saluta il Milan: 'Queste sono le mie ultime tre settimane in rossonero'

    Galliani saluta il Milan: 'Queste sono le mie ultime tre settimane in rossonero'

    "Le mie ultime tre settimane al Milan". Senza tanti giri di parole l'amministratore delegato rossonero Adriano Galliani conferma il suo addio al Diavolo dopo oltre trent'anni di carriera. Nel corso dell'intervista concessa a Milan TV scambio di battute con l'ex attaccante Andriy Shevcenko e alla domanda se ci siano possibilità di restare dopo il closing Galliani risponde: "Sembrerebbe proprio di no, e quindi credo siano le ultime 3 settimane di Milan. Non per arroganza, ma ho fatto l'amministratore delegato sempre nella mia carriera, non saprei che altro ruolo fuori. Che cosa posso fare? Direi che sono le mie ultime 3 settimane di Milan dopo 30 e passa anni. Niente è assoluto, tutto cambia, tutto si muove, tutto gira, tutto vola e va via. Quello che abbiamo fatto insieme rimane. Passeremo dalla cronaca alla storia e forse sarà meglio la storia della cronaca. Speri che io resti nel calcio? Va bene, vengo a fare il team manager dell'Ucraina (ride, ndr). Saluta tanto Mauro (Tassotti, ndr) e Andrea (Maldera)".

    Sui 30 anni al Milan: "E' un grande orgoglio, in 30 anni noi abbiamo 28 primi posti, 16 secondi posti e un primo - speriamo - o secondo posto visto che c'è una Supercoppa a Doha a tra poco. Secondi posti tra finali di Champions e campionati non è mica da poco, sono tanti. Se si concluderà, come dovrebbe concludersi, quest'avventura è tanto tanto tanto e Christian (Abbiati, ndr) ha contribuito a questi successi".

    Sull'addio di Shevchenko al Milan nel 2006: "Abbiamo insistito tantissimo il presidente Berlusconi ed io per farlo rinnovare. Il presidente fece qualunque sforzo per mantenerlo. Io quel giorno gli continuavo a dire che ero pronto a stracciare il contratto. Io conto il gol annullato con il Barcellona nel 2006 quindi 176 gol. In quell'anno lì diventiamo primi nel ranking europeo. Gli ho detto: 'Vedi Andriy, se non segnerai da noi per qualche settimana i tuoi tifosi si ricorderanno dei tuoi gol. Al Chelsea no'. Se fosse rimasto avrebbe superato certamente Nordahl, ma fu una decisione sua che noi rispettammo".

    Su Donnarumma e il futuro rinnovo: "Guardiamo al presente e non voglio parlare di cose che probabilmente non mi riguarderanno a partire dal 2 di dicembre".

    La top 11 di Galliani: "Non mi piace fare queste cose, perchè il calcio è cambiato molto ed è difficile. Se vedi le partite di calcio è come vedere un film e capire l'anno del film guardando il vestito delle donne. Ci sono delle statistiche dell'Uefa che dimostrano come i tempi si siano compromessi moltissimo e conti molto di più l'aspetto fisico. E' difficile fare confronti tra i giocatori di 30 anni fa e quelli di oggi. Quando penso a Tassotti, Costacurta, Baresi e Maldini è una difesa straordinaria ma per me lo è altrettanto quella che vince nel 2003 la Champions con Costacurta, Nesta, Maldini e Kaladze. Penso al centrocampo di Sacchi, ma penso anche a quello di Capello e penso anche a quello di Ancelotti negli ultimi anni: Gattuso, Pirlo, Seedorf, Rui Costa, con Shevchenko e Inzaghi in attacco. Non sono in grado di fare una top 11. Noi abbiamo avuto 8 palloni d'oro. Negli anni '90 avevamo il pallone d'oro titolare van Basten e un altro come Papin in panchina".

    Sullo stadio di proprietà: "La Juventus sta vincendo da 5 anni. Non è solo merito dello stadio, ma è anche molto merito dello stadio. Hanno fatto un'acustica straoardinaria, noi comunque abbiamo un grandissimo stadio. Gli stadi incidono certamente sui ricavi, ma la cosa che ha deciso ancora di più sono i ricavi televisivi. La Premier ha ricavi televisivi che non ha eguali al mondo.  Per poter costruire questi stadi per avere agevolazioni a livello fiscale dovevi avere la pista d'atletica. E adesso quasi tutti gli stadi d'Italia sono vecchi e non fatti per il calcio. Non c'è uno stadio inglese o spagnolo con la pista d'atletica. Gli stadi nuovi francesi e tedeschi idem. La iattura degli stadi italiani sono state le piste d'atletica. Se devo andare a vedere una partita vedendo male perchè c'è la pista d'atletica di mezzo sto a casa e la guardo in tv. San Siro ha una curva di visibilità che è fantastica. Dopo le ristrutturazioni fatte e che faremo San Siro è ancora un bellissimo stadio".

    Sulla possibilità di diventare Presidente della Lega Calcio: "Io sono vice presidente e la frequento. Futuro? Non so cosa succederà. Sto parlando seriamente, io non ho assolutamente preso alcun tipo di decisione e non ho assolutamente deciso di candidarmi come presidente della Lega. Penserò cosa fare in futuro quando ci saranno nuovi amministratori. Dovrò ovviamente concordare tutto con il presidente Berlusconi, con cui ho un rapporto lavorativo da 37 anni".

    L'arrivo di Rivaldo: "Il Milan gioca la partita del centenario contro il Real Madrid nell'estate del 2000. Io e Ariedo Braida non eravamo a vedere quella partita, perchè eravamo dal procuratore di Rivaldo, per provare a prenderlo. Non riuscimmo a prenderlo. Ci sono tante storie di giocatori che erano a un passo da noi e poi non arrivarono. Uno di questi è Figo, ogni volta che lo vedo lo picchio".

    Galliani ha mai dubitato di se stesso? "Assolutamente sì, sono molto critico nei miei confronti. Si sarebbe potuto fare sicuramente di più e meglio. Ci sono tante cose che avrei potuto fare o non fare. Credo che ciascuno di noi, tranne pochissime persone nel mondo, dia il 100% delle proprie potenzialità e possa sempre fare meglio. E' difficilissimo".

    Galliani racconta di quando provò a portare Edin Dzeko al Milan: "Qualche anno fa per tentare di prendere Dzeko son stato 3 giorni nascosto in un albergo a Sarajevo insieme a Braida. Ultimamente mi beccano sempre".

    Sulla possibilità che Abbiati entri in società: "Mai dire mai. Io credo che Christian per il suo carisma, la sua determinazione e il suo buonsenso meriterebbe di rientrare in società. E vi faccio una confidenza: se non ci fosse stato questo discorso del cambio di proprietà io sarei stato intenzionato a farlo entrare nel Milan. Io da vecchio dirigente cerco di capire come si comportano i portieri dopo essere scavalcati nelle gerarchie. Solitamente i portieri si comportano male e non sono felici dei successi altrui. Christian si è sempre comportato benissimo ed è sempre stato di supporto sincero. E quando è dovuto entrare in campo è sempre stato pronto. Credo di capire chi sia leale e chi faccia finta e Christian è sempre stato leale a partire da Gigio".

    Un aneddoto su Manuel Rui Costa: "Lo ammiro molto. E' stato un giocatore grandissimo e si è comportato benissimo. Dopo un po' di allenamenti di Kakà, mi disse: 'Questo è più bravo di me'. Ed è una cosa che ho sentito dire da pochissimi giocatori in 30 anni".

    L'arrivo di Kakà al Milan: "E' arrivato perchè l'hanno spinto molto Braida e Leonardo. Io ho creduto in quello che mi dicevano e ho avuto un'intuizione pazzesca. Noi non avevamo posto per l'extracomunitario. Io ho detto: 'Chissà che magari succede qualcosa' e allora ho ceduto Aliyu allo Standard Liegi. Ho chiamato il mio amico Luciano D'Onofrio e gli ho detto: 'Devi prendermi un extracomunitario. Ti paghiamo lo stipendio, ma devi portarcelo via per crearci lo spazio per Kakà".

    Sul gol annullato a Muntari e quello più recente a Pjanic: "Ce l'hanno con Allegri, scherzavo con lui dopo la partita (ride, ndr)".

    Su Bronzetti: "Lo conobbi e diventammo amici negli anni '70 in un occasione di uno scambio. Io ero al Monza e lui alla Cavese. L'ultima cosa che ha visto prima di andare in coma è stato il derby. L'ultima felicità è stata la vittoria nel Milan 3-0 dello scorso anno. Mi commuovo a pensarci. Ernesto aveva meno anni di me e purtroppo è mancato. Lui ringraziava sempre noi, perchè Ernesto cominciò a frequentare la Spagna perchè noi gli abbiamo dato l'incarico di cedere Raducioiu. Lui iniziò a vivere a Madrid e divenne un po' il nostro corrispondente a Madrid. Quasi tutte le operazioni spagnole che abbiamo fatto vedeva la presenza di Ernesto. Era bravo a farsi voler bene da tutti".

    Si chiude l'intervista di Galliani: "Forza Milan, sempre".

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