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  • Grazie di tutto Bersellini: se ne è andato il 'paron' dell'Inter
Grazie di tutto Bersellini: se ne è andato il 'paron' dell'Inter

Grazie di tutto Bersellini: se ne è andato il 'paron' dell'Inter

  • Marco Bernardini
Il calcio contemporaneo ha perso uno dei suoi “padri fondatori”, inventore originale del sistema “a rombo” e, soprattutto, un uomo il quale seppe risultare fondamentale per la difesa dei valori umani e delle regole autenticamente sportive di ciò che per lui fu sempre uno gioco-lavoro. Dunque, grazie di tutto carissimo Eugenio Bersellini che te ne sei andato in quella Prato dove avevi deciso di vivere i tuoi giorni che rimanevano anche se il tuo grande cuore palpitava ancora per le montagne intorno a Borgotaro dove è già arrivato il tempo di andar per porcini e ovuli reali come amavi fare.

Per i suoi giocatori è sempre stato il “sergente di ferro”. Per i tifosi, a Milano era “el Bersela”, mentre a Torino era diventato “Biucun” in virtù della sua testa decisamente sproporzionata rispetto al resto del corpo. Per il mondo del pallone, che fu sempre e soltanto il suo vero posto delle fragole, fu l’allenatore senza macchia e senza paura (specialmente quella che non lo frenava quando doveva dire cose sgradevoli per il sistema) speculare per fisicità e per pulizia morale ad un suo predecessore per sempre ricordato e celebrato come il “Paròn”. Il volto del calcio onesto e “operaio” di Nereo Ricco, insomma.

Ma se il primo legò il suo nome e la sua fama di tecnico allo sponda rossonera di Milano “inventando” un tal Gianni Rivera, Eugenio Bersellini fu il padre di quell’Inter alla quale permise di vincere uno scudetto e due Coppe Italia. La società di un altro personaggio leggendario in quanto a senso della cavalleria sportiva tanto che, per curiosa fatalità, portava un nome proprio da antico guerriero. Il presidente Ivanoe Fraizzoli. E se Rocco “battezzò” campioni il suo abatino geniale, El Bersela fece altrettanto con un ragazzo come Alessandro Altobelli il quale si sdebitò diventando campione del mondo in Spagna. Oggi Spillo è tra i più affranti tra tutti gli ex per la scomparsa del suo maestro.

Torino, quella granata, e Fiorentina furono anche le sue case più importanti insieme con quella della Genova doriana. In ciascuna di queste città e in ognuna di queste società Eugenio Bersellini non si limitò a passare come il vento, ma lasciò piccoli e importanti frammenti di se stesso mai più scordati. Ai suoi dirigenti. Ai suoi giocatiori. A ciascuno del suoi tifosi. Grazie ancora mister e buon viaggio.

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