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  • Il giorno di 'Bobby-gol' e del 'Gigante buono'

    Il giorno di 'Bobby-gol' e del 'Gigante buono'

    • Cesare Bardaro
    Gli auguri di BUON COMPLEANNO di oggi sono per:

    ROBERTO BETTEGA, 1950, detto Bobby gol o Cabeza bianca,  ex attaccante di Varese, Juventus, Toronto Blizzard. Ex dirigente della Juventus. 481 partite con la maglia bianconera segnando 178 gol. Il padre era un operaio della Fiat di origine veneta, tifoso bianconero.
    Il responsabile giovanili della Juve disse di lui: "Io dico che è nato attaccante. Se il fisico lo sorregge, può diventare una punta alla Charles". Non a caso, sono nati lo stesso giorno. Nel gennaio 1972 gli fu diagnosticata una malattia polmonare (si parlò di tubercolosi, ma era pleurite) che lo bloccò per tutta la stagione. Fu vittima di un altro grave infortunio, distacco del legamento collaterale-mediale del ginocchio sinistro, in seguito allo scontro col portiere dell'Anderlecht Munaron nel novembre 1981. Stagione persa e rinuncia alla partecipazione al trionfale Mondiale spagnolo.
    Sia nel 1977 che nel 1978  giunse quarto nella classifica del Pallone d'oro. Nel 1979-80 fu capocannoniere della Serie A realizzando 16 gol.  E' il terzo marcatore di tutti i tempi della Juventus, alle spalle di Del Piero e Boniperti. Il suo gol di tacco a San Siro contro il Milan, il  31 ottobre del ’71, è diventato esemplare come “gol alla Bettega”. 
    Ha vinto 7 campionati, una Coppa Uefa e 2 Coppe Italia in bianconero e un campionato di B col Varese. "E' sempre stata una figura un po' altera, circondata da silenzi ostinati, da rarissime concessioni alla diplomazia, o alla simpatia". (Emanuele Gamba)
    Dal 1994 fu nominato vicepresidente della società bianconera, formando uno degli angoli della "Triade" con Moggi e Giraudo. Ci restò fino al 2007. Tornò dal dicembre 2009 al 31 maggio 2010 come vicedirettore generale, trovandosi spesso in contrasto con Blanc. Negli anni vissuti a fianco di Moggi e Giraudo è stato sempre leggermente defilato rispetto agli altri due, ma non ha rinnegato i loro metodi, la loro filosofia, la loro politica. Nella stagione 1980/81, partita Juventus-Perugia finita 2-1, Bettega, con il Perugia in vantaggio, chiese insistentemente all’allora giovanissimo difensore dei grifoni Celeste Pin di farlo segnare. Pin denunciò nel dopogara il tentativo di "convincimento", fu aperta un’inchiesta federale e Bettega venne squalificato per un mese per comportamento antisportivo. E' stato tra i soci dell' azienda che aprì il primo McDonald torinese, in piazza Castello. Risulta tra gli 87.502 soci di Veneto Banca che hanno visto il valore delle loro azioni precipitare a pochi centesimi. Ci ha rimesso oltre un milione e mezzo di euro.

    MASSIMO RASTELLI, 1968, allenatore del Cagliari. Ex attaccante di Solofra, Catanzaro, Mantova, Lucchese (222 presenze), Piacenza, Napoli, Reggina, Como, Avellino, Sorrento, Juve Stabia. Come allenatore ha ottenuto tre promozioni: con la Juve Stabia dalla seconda alla prima  divisione Lega Pro, con l'Avellino dalla Lega Pro alla B e col Cagliari dalla B alla A.

    ADIL RAMI, 1985, difensore francese del Siviglia, ex Milan da gennaio 2014 al luglio 2015. "E' incredibile se penso da dove sono partito, facevo il meccanico per il Comune di Frejus e ora mi trovo a giocare in una delle squadre più importanti al mondo". A Milano lo ricordano soprattutto per la fidanzata, Sidonie Biemont

    SERGIO GONTAN,conosciuto come KEKO, 1991, attaccante spagnolo del Malaga, ex Catania e Grosseto. Il 13 settembre 2009 è stato il più giovane debuttante della storia dell' Atletico Madrid.

    MAURIZIO PUGLIESI, 1976, portiere Empoli. Ha esordito in Serie A a 39 anni, nell'ultima giornata del campionato scorso (Empoli-Torino 2-1) diventando il più "anziano" debuttante in Serie A, superando un primato che resisteva dal lontanissimo 1932, quando Amílcar Barbuy, attaccante brasiliano della Lazio, aveva esordito a 38 anni.
     
    MARCO ANDRE' ZORO, 1983, difensore ivoriano dell'AO Chania, militante nella seconda divisione greca, ex Salernitana (1999-2003) e Messina (2003-07). Il 25 novembre 2005, durante la partita Messina-Inter (1-2) ricevendo ripetuti insulti e fischi a sfondo razzista dalla curva nerazzurra  prese il pallone e minacciò di abbandonare il terreno di gioco. I compagni e gli avversari lo circondarono, tentarono di persuaderlo. Il più convinto sembrò Adriano che lo abbracciò e gli parlò insistentemente, e alla fine lo convinse. "Io non voglio fare il personaggio. Ma non accetto che la gente venga nello stadio, in casa mia, per rivolgermi insulti razzisti. Ho accettato di tornare in campo solo per loro perché mi dispiaceva di far perdere la partita all'Inter o fare uno sgarbo a dei miei colleghi". Nell’estate 2013 si trasferisce ai greci dell’OFI Creta, squadra di Super League greca. Anche qui è purtroppo vittima di razzismo. Durante una partita con l’Aris Salonicco, i "tifosi" avversari lo prendono di mira con insulti a sfondo razzista e Zoro è addirittura ammonito dall’arbitro per essersi lamentato. 

    LUCA ARIATTI, 1978, ex centrocampista di Reggiana, Ascoli, Fiorentina, Atalanta, Lecce, Chievo, Pescara.
     
    KLAUS BACHLECHNER, 1952, ex difensore  nato a Brunico ("Son tirolese di Brunico. Voi dite altoatesino, io dico tirolese. Noi di Brunico ci sentiamo tirolesi della Val Pusterìa, una razza a parte") di Pisa, Verona, Novara, Bologna, Inter. "Ho studiato grammatica italiana alla mia scuola tedesca, ma la lingua l’ho imparata tardi, sui diciotto anni. Fortuna che mi ha tanto aiutato la grammatica, fortuna perché così parlo un italiano molto corretto. Ma io in casa mia ho sempre parlato tedesco, anzi, no, macché tedesco, ho sempre parlato il dialetto della Val Pusterìa". Aveva la fama di essere avaro "Intanto spesso io ho preso meno soldi dei miei compagni. E poi perché devo accettare di prendere la metà di un altro giocatore della mia stessa squadra? Tu considera cosa prendeva l’anno scorso Savoldi e cosa davano a me… e così mi sono seccato e ho fatto presente che i giornali scrivevano che ero uno dei migliori stopper del campionato e che insomma se per qualcuno i soldi c’erano, beh, dovevano esserci anche per me". Attualmente fa il  commercialista a Brunico. E' stato calciatore anche il figlio Thomas, nell'Alto Adige. La sorella invece ha vinto un titolo italiano di pentathlon. 

    Buon compleanno anche a:

    MICHELE CASTAGNETTI, 1989, centrocampista della SPAL

    GIANCARLO FILIPPINI, 1968, ex difensore, 20 partite in serie A col Verona

    MARCO SANNA, 1969, allenatore del Grosseto fino allo scorso 12 dicembre. Ex  centrocampista di Tempio, Cagliari, Torino, Sampdoria, Torres, Nuorese, Castelsardo 

    GIOVANNI DI ROCCO, 1970, ex difensore, in serie A col Napoli (2 presenze) e Ascoli (14 presenze). A Napoli Coppa UEFA

    Il 27 dicembre era nato anche
     
    JOHN CHARLES 1931-2004, centravanti gallese, detto "il gigante buono" (non venne mai espulso né ammonito) di Leeds, Juventus e Roma. Nei suoi cinque anni alla Juventus (1957-62) mise a segno 93 gol in 155 partite, vincendo lo scudetto tre volte e 2 Coppe Italia. 
    Alla fine di un derby mostrò, nello spogliatoio, la spalla nuda sulla quale erano rimasti in modo molto chiaro dei segni di denti, perché lo stopper avversario lo aveva morsicato, per fermarlo in qualche modo. A chi gli chiedeva come mai rideva della cosa, John fece rispondere da Sivori, il quale precisò che se mai il gallese si fosse arrabbiato e avesse messo in atto qualsiasi reazione, il dentuto sarebbe morto. 
    John aveva avuto anche esperienze in miniera: lo obbligarono a incidere un disco, raccontando questa storia; lui sosteneva che non era giusto, lui era fortunato e basta, la miniera gli era servita per fargli vedere com’era bello il mondo al di sopra.  Una volta venne a giocare a Torino l’Arsenal e il centromediano era suo fratello, Mel: si diedero sanissime botte per novanta minuti, un bel western di famiglia. Mai una cattiveria, sempre un’onesta gagliardia. Jack Charlton ha dichiarato  "John Charles era un uomo squadra. La gente spesso mi chiede chi sia stato il miglior giocatore che abbia mai visto. Ed io rispondo che probabilmente sono stati Eusébio, Di Stéfano, Cruijff, Pelé o Bobby Charlton. Ma il calciatore più efficace che abbia mai visto, quello che ha maggiormente migliorato le squadre in cui giocava, è stato John Charles". Il suo pezzo forte era il colpo di testa. Da ragazzino non poteva allenarsi sul campo della prima squadra e allora si divertiva a ribattere la palla di testa contro il muro degli spogliatoi: ore e ore di esercizi; e alla fine non trovò più giocatore che arrivasse sui palloni alti con prontezza e potenza pari alla sua. Durante una partita nella quale aveva preso calci e gomitate un po’ da tutti, si rivolse a Boniperti dicendogli con aria supplichevole: "Boni, fai tu qualcosa, difendimi: io non ne sono capace!". Agli inizi, in Inghilterra aveva giocato anche come stopper, terzino e mediano.

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