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  • Il giorno di Sir Bobby Charlton, il baffo bianconero che fermò Maradona e il 'Mandingo' di Avellino

    Il giorno di Sir Bobby Charlton, il baffo bianconero che fermò Maradona e il 'Mandingo' di Avellino

    • Cesare Bardaro
    Gli auguri di BUON COMPLEANNO di oggi vanno a:

    HANS PETER BRIEGEL, 1955, detto "Panzer", ex centrocampista/terzino sinistro tedesco di Verona e Sampdoria. Con l'Hellas vinse lo scudetto 1984-85 e coi blucerchiati la Coppa Italia 1987-88. Con la Nazionale tedesca ha vinto l'Europeo 1980. E' poi stato CT dell'Albania e del Bahrein. Era una forza della natura, un atleta con i gemelli d’acciaio e una potenza allucinante, uno di quei giocatori che faceva su e giù per la fascia come ben pochi altri ne erano capaci. Da ragazzino cominciò con l'atletica leggera, con discreti risultati. La sua specialità è il salto in lungo dove ottiene un record personale di 7 metri e 48 cm ma non se la cava male nemmeno nella velocità dove riesce a fare i cento metri in 10 secondi e 8 decimi. Quindi passa al decathlon. Cominciò a giocare a calcio per colpa di un ginocchio rotto. Era un po' brillo quando a diciotto anni saltò per scommessa dal primo piano di casa sua: si ruppe i legamenti, non pianse solo perché non è roba da tedeschi, pensò che con l’atletica era finita. L'inizio non fu dei migliori: i tifosi per le sue caratteristiche lo soprannominano "il Gorilla", con tanto di cori offensivi ("Vai fuori, gorilla, torna ad arare i campi"). Bagnoli, con una delle sue intuizioni, lo utilizzò costantemente come mediano: "Briegel l'avevamo comprato verso la fine della stagione precedente, quando si pensava che Luciano Marangon se ne sarebbe andato. Invece, Marangon rimase, mi trovai con un difensore di fascia di troppo e quindi cominciai a rimuginare sull’ipotesi di spostare Briegel a centrocampo, dove avrebbe potuto far valere dinamismo e potenza. Per l'esordio contro il Napoli, avevamo Silvano Fontolan infortunato e dirottai nel ruolo di stopper Domenico Volpati, cui avrei affidato la cura di Maradona se fossimo stati a ranghi completi. Non volevo stravolgere l'equilibrio della squadra e mi parve che il tedesco fosse la soluzione ideale. Lo chiamai e gli chiesi se l'aveva già marcato in passato. Disse di sì, l'aveva marcato in nazionale e si era trovato bene. Andò a finire che, da centrocampista, Briegel segnò il gol del vantaggio, Maradona fu annullato e vincemmo 3-1. Dopo quella gara, Briegel mi rivelò che giocare in mezzo al campo era sempre stato il suo sogno". "Forse nessuno di noi immaginava che potessimo arrivare così in alto, ma tutti eravamo convinti già dal ritiro che il Verona era una squadra di qualità. Avevamo tutto. E l'unione ha fatto la differenza. Cosa ricordo di Verona? L'onestà delle persone. Gente vera. Sincera. Sono stato benissimo. E ci torno sempre molto volentieri". Un sondaggio tra i tifosi scaligeri lo ha decretato miglior centrocampista del secolo dell'Hellas Verona.

    BOBBY CHARLTON 1937, ex attaccante inglese del Manchester United. Campione del mondo nel 1966 e vincitore della Coppa dei Campioni nel 1968. Lo United fu la prima squadra inglese a vincere il trofeo Pallone d'Oro nel 1966. Nel 1958 fu tra i pochi superstiti del disastro aereo a Monaco di Baviera in cui 8 suoi compagni del Manchester persero la vita. Tecnicamente fortissimo ed abile nel distribuire la palla, poteva calcolare i passaggi al millimetro in tutto il campo, raggiungendo i compagni di squadra con incredibile precisione. Beckenbauer, che lo marcò nella finale, disse: "L'Inghilterra ci sconfisse nel 1966 perché Bobby Charlton era un po' meglio di me". Matt Busby, storico trainer del Manchester, ha detto di lui: "Non è mai esistito un calciatore più popolare. Era così vicino alla perfezione, come uomo e come giocatore, che di più sarebbe stato impossibile". Il Fratello Jack è stato suo compagno in Nazionale (come club ha sempre giocato nel Leeds), ma successivamente non si sono parlati per anni. Lo scorso 6 ottobre, ha celebrato i 60 anni dal debutto coi Red Devils.

    GIORGIO MORINI, 1947, ex centrocampista di Inter, Varese, Roma, Milan, Pro Patria, Chiasso. Vinse lo scudetto col Milan nel 1978-79. Coinvolto nello scandalo calcioscommesse del 1980 fu squalificato per 10 mesi dopo che il 23 marzo 1980 con Albertosi e il presidente Felice Colombo, finì nel cellulare della Guardia di Finanza. L'accusa: aveva portato a Roma 20 milioni (del presidente), avvolti in carta da giornale , per chiudere la bocca a Trinca e Cruciani, i due scommettitori «pentiti», o meglio arrabbiati, da cui era scaturito lo scandalo.

    ROBERTO BACCHIN, 1954, ex attaccante di Belluno, Rimini, Torino, Novara, Foggia, Bari, Udinese, Catanzaro. A Torino ha vinto lo scudetto nel 1976, pur giocando un'unica partita. Si è ritirato a soli 29 anni in seguito ad un incidente sulla spiaggia, il 15 giugno 1983, che gli causò lo schiacciamento di una vertebra. Un banale tuffo in mare lo costrinse per mesi sulla sedia a rotelle, facendogli rischiare la paralisi permanente: "Ho iniziato a fare l'assicuratore, girando per i ritiri. Poi c’è stata l’occasione di fare l'allenatore: presa al volo. Nel frattempo grazie alle cure avevo ripreso a camminare, certo in modo diverso da prima. Ma era come conquistare un altro scudetto. Ho vinto un campionato di D con il Legnano, ma ho rifiutato di fare il grande salto dicendo no a Pisa e Triestina. Perché? Volevo stare vicino alla mia famiglia, erano e sono il mio centro di gravità permanente. Rimpianti? No, lo rifarei".

    LUCIANO FAVERO, 1957, detto Baffo, ex difensore di Milanese, Messina, Salernitana, Siracusa, Rimini, Avellino, Juventus, Verona, Miranese. Coi bianconeri ha vinto lo scudetto 1985-86, la Coppa dei Campioni 1984-85, e la Coppa Intercontinentale 1985: "Sono diventato stopper per necessità di squadra, dopo aver iniziato proprio da terzino. Le mie qualità migliori erano l’anticipo e il colpo di testa; mi sono sempre trovato bene sia nella marcatura stretta a uomo, sia nella zona. Ad Avellino ho giocato anche parecchie volte come libero. I tifosi juventini erano titubanti circa il mio impiego nella squadra bianconera; molto mi giudicavano non da Juventus. È stato un periodo molto duro, poi, in una partita casalinga contro il Napoli, sono riuscito ad annullare Maradona e la gente ha cominciato a scoprire anche Luciano Favero, quale protagonista delle vittorie della Juventus".

    RONNY ROSENTHAL, 1963, ex attaccante Israeliano di Bruges, Standard Liegi, Liverpool, Tottenjam e Watford. Non ha mai giocato in Italia, ma nel 1989 l'Udinese lo aveva acquistato dallo Standard. Tuttavia non depositò mai il contratto, nonostante che il giocatore fosse stato già presentato. Ufficialmente per problemi alla schiena riscontrati durante le visite mediche ed al suo posto acquistò Abel Balbo. In realtà il mancato acquisto fu dovuto alle vergognose pressioni degli ultras bianconeri che avevano disseminato i muri di Udine di scritte con le quali veniva intimato all'Udinese di non ingaggiare un ebreo. "Rosenthal vai nel forno" firmate da una sigla di ispirazione teppistica ed esterofila, Htb, che sta per Hooligans-Teddy-Boys. E, a ribadire il concetto, una lettera anonima, siglata con una svastica e piena di minacce per il presidente dell'Udinese e la sua famiglia. Il centravanti israeliano fece causa al club di Giampaolo Pozzo e ottenne un risarcimento di 60 milioni di lire: "Ho sempre amato molto l'Italia. E quell'episodio, che al momento mi aveva amareggiato e disorientato, si è rivelato invece la mia fortuna: andare a giocare in Inghilterra mi ha cambiato la vita. E' stato un vero happy ending". Tra l'altro, quando si dice le coincidenze, ha chiuso la carriera nel Watford, oggi di proprietà proprio della famiglia Pozzo: "Ammiro l'Udinese per come è cresciuta, per i giocatori fantastici che ha avuto in questi anni e per come si muove sul mercato: oggi una vicenda come quella di allora non si ripeterebbe, c'è molta più professionalità".

    FABRIZIO FICINI, 1973, ex mediano di Empoli, Bari, Fiorentina, Sampdoria Pistoiese, Montemurlo. A Firenze è restato nella storia perché fu l'unico acquisto nel mercato di gennaio 1999, con la squadra Campione d'inverno ma Batistuta infortunato, fuori per almeno 2 mesi, ed Edmundo in fuga a Rio per il Carnevale. E' diventato l'esempio di un mercato sprecato per scarsa volontà di spendere e quindi menzionato più volte dopo il deludente mercato invernale della società dei Della Valle lo scorso campionato.

    Auguri anche a:

    BENJAMIN MOKULU, 1989, attaccante congolese-belga dell'Avellino soprannominato "Il Mandingo" o "'A Cerza" (La Quercia, in dialetto irpino).

    GIUSEPPE DE LUCA, 1991, attaccante del Bari, in prestito dall'Atalanta.

    ANDREA BEGHETTO, 1994, centrocampista della SPAL.

    DAVIDE SUCCI 1981, detto "il Cigno", attaccante italiano del Chennaiyin FC (India), ex Iperzola, Poggese, Padova, Como, SPAL, Chievo, Lucchese, Ravenna, Palermo, Bologna, Padova, Cesena.

    STEPHANE ACKA, 1990, difensore ivoriano del CSU Craiova, ex Verona, Legnago, Belluno.

    MANUEL SARAO, 1989, attaccante del Catanzaro.

    EMILIANO MASSIMO, 1989, mediano del Racing Roma.

    FRANCESCO GIORNO, 1993, ala destra della Casertana. Ha l'handicap che non può giocare le partite in notturna.

    PASQUALE DOMENICO, ROCCO, 1970, ex centrocampista di Inter, Cagliari, Venezia, Pisa, Perugia, Torino, Cremonese, Treviso, Pistoiese, Sangiovannese. Pur giocando pochi scampoli di gara, ha vinto con l'Inter lo scudetto 1988-89.

    ANTONIO BERNARDI, 1976, ex attaccante di Ostia Mare, Brescia (con cui ha disputato le sue uniche 4 partite in A) Casarano, Siena, Carpi, Triestina, Cittadella, Atletico Catania, Sudtirol, Brescello, Lupa Frascati, Cynthia, Vis Artena.

    FABIO LUPO, 1964, ex centrocampista di Francavilla, Cesena, Campobasso, Bari, Ancona, Avellino, Teramo, Nella finale di ritorno della Coppa Italia Sampdoria Ancona (6-1) realizzò il gol della bandiera per gli adriatici,divenendo così l'ultimo giocatore di Serie B a segnare una finale di Coppa Italia.

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