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  • Il Pantheon rinasce ad Atlanta: ecco lo stadio che l'Italia può solo sognare
Il Pantheon rinasce ad Atlanta: ecco lo stadio che l'Italia può solo sognare

Il Pantheon rinasce ad Atlanta: ecco lo stadio che l'Italia può solo sognare

  • Stefano Benzi
Qualcuno lo ha già definito lo stadio di calcio più bello del mondo. A giudicare da quello che offre, dalla struttura e dalla sua incredibile versatilità probabilmente è vero: si tratta della Mercedes-Benz Arena di Atlanta, Georgia, che pochi giorni fa ha visto il debutto dell’Atlanta United con un tutto esaurito clamoroso arricchito da spettacoli e concerti sia all’interno che all’esterno dell’arena. 

Ad Atlanta hanno fatto le cose davvero in grande: un investimento complessivo di circa un miliardo e mezzo di dollari e una pianificazione minuziosa che non ha lasciato nulla al caso. Nel 2010 l’idea, da parte del presidente dei Falcons, Arthur Blank, che nel frattempo è diventato anche il finanziatore e il presidente della squadra MLS degli Atlanta United. Blank, proprietario del colosso della grande distribuzione Home Depot, voleva qualcosa di grandioso: "Voglio che sia lo stadio più bello mai visto, il più comodo, il più avveniristico, il più rivoluzionario, il più affascinante. Voglio il tetto richiudibile per farlo diventare sia un teatro all’aperto o un park da concerti al chiuso. Voi ditemi quello che costa, io pago”. La prima riunione con la HOK, la Hellmuth, Obata, Kassabaum, un colosso dell’ingegneria civile e dell’architettura moderna si concluse così, con Blank, che all’epoca aveva 69 anni, staccò un assegno da un milione di dollari per rilevare l’area e si fece fare un primo preventivo che era di circa 700 milioni di dollari… “Ma tanto andrà a finire che spenderò il doppio, basta che facciano in fretta. Lo voglio vedere il mio stadio”. 

Blank ha definito l’Arena di Atlanta “il suo testamento”. Per la verità tra finanziamenti a parchi, biblioteche, scuole, palestre e centri per l’infanzia Atlanta deve al miliardario-filantropo molto più di un semplice grazie. C’è anche il business, ovvio: Blank ha creato una società con la Georgia Convention Center per sfruttare gli spazi del vecchio Georgia Dome, immediatamente attiguo all’Arena, e per gestire i costi fissi dell’impianto che ospita partite di calcio e di football. Ma anche concerti. La versatilità della struttura è semplicemente incredibile: in sole sei ore l’impianto estende o ritrae le sue tribune telescopiche per ospitare da un minimo di 44mila spettatori comodi a un massimo di 83mila. Blank con questa dote è subito riuscito a conquistare l’organizzazione del Superbowl che dopo due edizioni al Georgia Dome farà il suo ingresso all’Arena nel 2019. Una delle fissazioni di Blank era il tetto: “Voglio che sia unico nel suo genere, dev’essere qualcosa di spettacolare”. La HOK ha progettato un tetto diviso in otto spicchi che si chiudono come un bulbo: l’immagine vista dall’altro è impressionante. 

Un’altra delle sollecitazioni che Blank aveva presentato ai progettisti era quella che definiva “l’arena video”: nasce l’all-around GigaLed. Uno schermo ellittico posizionato all’interno del’arena con una diffusione delle immagini LED in alta definizione a 360°. Il pannello video è lungo quasi 400 metri, per gestirlo occorrono quattro regie: le immagini sono in 4K, l’audio è THX 5+1, come un home theatre, come al cinema.

Lo stadio diventerà anche un museo di arte moderna, aperto al pubblico full time: saranno esposte statue in acciaio e cemento di arte moderna, dedicate allo sport. La prima posizionata è stata il falco d’acciaio che ghermisce un pallone da football disegnato da Gábor Miklós Szőke: il falco è alto quasi tredici metri e con un’apertura alare di 22 metri. La più grande scultura del mondo riguardante un uccello. All’interno dello stadio ci sono almeno altri 200 pezzi da collezione che riguardano l’impresa sportiva, il volo ma anche la cultura romana: “Quando ho spiegato che tipo di stadio volevo – dice oggi Blank, che sottolinea che questo sia stato di gran lunga l’investimento che ha fatto più volentieri – ho mostrato un’immagine del Pantheon”

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