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  • Inter, una vittoria sporca e Spalletti mai così vincente: segnali da scudetto
Inter, una vittoria sporca e Spalletti mai così vincente: segnali da scudetto

Inter, una vittoria sporca e Spalletti mai così vincente: segnali da scudetto

  • Giancarlo Padovan

Luciano Spalletti non aveva mai vinto le prime quattro partite di campionato. Stavolta ci è riuscito e, forse, ripeto forse, qualcosa significa e qualcosa si muove.

Sbancare Crotone non è impossibile, ma è stato molto difficile e, se la partita si fosse chiusa con un pareggio senza reti, il risultato sarebbe stato più aderente ai meriti e ai demeriti delle due squadre.

Ma imporsi in gare sporche e brutte (anche se non cattive) è la prerogativa di chi pensa ad un campionato di vertice assoluto. Spalletti lo sa e non può che esserne intimamente soddisfatto. Nel giorno in cui si blocca il “patinato” Icardi - un’ombra, calcisticamente parlando sembrava Higuain a Barcellona - il primo gol lo segna Skriniar, quando la partita è già entrata nella sua fase discendente (36’ della ripresa).


Non è un gol bello (il difensore, in area avversaria per sfruttare una punizione, prima manca la palla, poi la colpisce di punta al termine di un giro su se stesso), ma è quel che basta per far crollare le illusioni del Crotone e regalare all’Inter la testa solitaria della classifica con tre punti di vantaggio su Juve e Napoli. Mal che vada - dopo le partite di domenica - i nerazzurri saranno primi a pari punti con altri (ma potrebbero restare soli), anche se certi numeri (dieci gol fatti, uno subito) già aiutano a capire che questo non sarà un avversario semplice per nessuno.

Il 2-0 (gol del solito Perisic, salito a quota tre nella classifica marcatori, in mezzo al recupero di sette minuti) è punizione troppo severa per il Crotone che - lo ribadisco - non meritava la sconfitta. Il nodo, però, sta nelle qualità individuali. Agli uomini di Nicola sono capitate due occasioni clamorose (5’ e 22’ del secondo tempo), ma nella prima Tonev, solo davanti alla porta, si è fatto respingere il tiro da Handanovic. E nel secondo, di nuovo Handanovic è volato con mostruosa reattività a deviare un colpo di testa di Rohden da due passi. Se i calabresi, come meritavano, fossero passati, avremmo visto tutta un’altra partita. Anche se non crerdo che l’Inter sarebbe uscita battuta.

Va detto con chiarezza che i nerazzurri hanno giocato male. Nel primo tempo hanno esercitato il controllo della palla con un possesso lento e ruminato di fronte al quale il Crotone ha chiuso ogni spazio. Nel secondo hanno addirittura perso il controllo del centrocampo, esponendosi - come raccontato - a due opportunità avversarie sulle quali è stato bravissimo Handanovic. Non ho esitazioni ad indicare in lui il migliore in campo.

E’ probabile che il caldo (trenta gradi con un vento fastidioso) abbia impigrito gli interisti e rattrappito la manovra. Ma è anche vero che l’Inter era la stessa di domenica scorsa, quella che aveva battuto la Spal e, come contro i ferraresi, ha faticato a trovare sbocchi

Il punto è che Icardi o segna (e allora va tutto bene) o fa un movimento insufficiente per farsi trovare dai compagni. Allo stesso modo, Candreva e Perisic non hanno mai saltato il proprio avversario e messo cross che potessero servire la testina dorata dell’argentino.

Comunque con un giro palla così lento, ogni avversario potrà disporre la propria fase difensiva in maniera serrata. E’ piaciuto Borja Valero (più di uno spento Gagliardini), sia perché bravo nella fase difensiva, sia perché dal suo piede è partita l’unica vera azione d’attacco dell’Inter nel primo tempo, quando Joao Mario ha chiuso in diagonale fuori di poco.

Il portoghese è stato al di sotto delle sue possibilità per quasi tutta la gara. Non però quando ha sfruttato un 2 contro 2 con assist a Perisic, che ha battuto Cordaz fissando il 2-0.

Martedì l’Inter sarà ancora in trasferta a Bologna e, se vorrà mantenere il primato a punteggio pieno, dovrà cambiare sia qualche elemento, sia lo spirito di gruppo. Si gioca di sera e, dunque, caldo non farà. Bisognerà alzare la velocità, giocare a ritmo più intenso, senza affidarsi solo ai singoli. In quel modo si vince qualche partita, ma non si vincono i campionati.


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