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  • Intermania: 2 pesi e 2 misure, via Felipe Melo

    Intermania: 2 pesi e 2 misure, via Felipe Melo

    • Cristian Giudici
    Il 2016 in trasferta dell'Inter si chiude come era iniziato: con una vittoria per 1-0. In mezzo, da quella dello scorso 6 gennaio a Empoli a quella di ieri sul campo del Sassuolo, i nerazzurri hanno vinto solo quattro volte a Napoli (in coppa Italia), a Frosinone, a Pescara e ancora a Empoli. Interrotta la striscia negativa di 8 ko di fila lontano da San Siro. In totale fanno 6 successi, 4 pareggi e 15 sconfitte su 25 partite giocate fuori casa (compresi due derby col Milan) con 24 gol fatti e 42 subiti: un ruolino di marcia insoddisfacente. 

    PRIMO: NON PRENDERLE - Non a caso l'Inter ha vinto in tutte e cinque le occasioni in cui non ha preso gol. Rispetto alla precedente gara contro il Genoa, ieri di fronte a un Sassuolo falcidiato dagli infortuni, i nerazzurri hanno concesso meno (salvo un paio delle solite amnesie di Murillo) e creato di più: record di 11 conclusioni tentate nel primo tempo. Per la prima volta in questa stagione la porta di Handanovic è rimasta inviolata per due partite consecutive. E' mancato il colpo del ko per chiudere il discorso in anticipo, con Perisic in versione 'mollo' che ha sbagliato due gol davanti al portiere su assist di Brozovic. Pioli, che ha accantonato l'esperimento della difesa a tre, sa benissimo quanto sia importante la fase di non possesso, infatti il primo obiettivo del suo lavoro è ancora quello di dare più equilibrio alla squadra. 

    CATTIVISSIMO MELO - Per questo motivo, complici l'infortunio di Medel e il rendimento scadente di Kondogbia, ha rilanciato Felipe Melo davanti alla difesa. Il mediano brasiliano ha risposto abbastanza bene, sia nel secondo tempo col Genoa, sia ieri a Reggio Emilia. Salvo poi ricadere nei soliti errori, facendosi espellere nel finale. Per lui è cartellino rosso numero 8 da quando gioca in Italia, più 5 in Turchia e 2 in Spagna e 123 cartellini gialli in 400 presenze tra i professionisti. A sua difesa va detto che in tutta la partita ha commesso soltanto due falli: entrambi sono stati sanzionati con l'ammonizione. 

    DUE PESI E DUE MISURE - Oltre ai propri difetti, Melo paga la fama (che si è costruito da solo) da duro e gli arbitri non gli risparmiano nulla. Giustamente, a patto che i direttori di gara utilizzino lo stesso metro di giudizio per tutti gli altri giocatori in campo. Invece non è sempre così. Basti pensare al fallo da dietro a forbice di Pellegrini (che poi ha sbracciato in un contrasto aereo non fischiato) sullo stesso Melo verso la metà del primo tempo: a parti invertite si sarebbe chiesta l'espulsione, mentre Di Bello non ha estratto nemmeno il cartellino giallo. Scatenando le proteste del brasiliano, che da quel momento è diventato bersaglio dei fischi del pubblico di casa. 

    SVOLTE - Non tutti i mali vengono per nuocere. Banega e Kondogbia si candidano a prendere il posto di Joao Mario e Felipe Melo, che salteranno per squalifica la sfida di mercoledì a San Siro con la Lazio. L'ultima partita dell'anno solare, proprio come nel 2015. Dodici mesi fa arrivò una sconfitta, con rigore regalato da Melo (poi espulso per una brutta entrata su Biglia): fu la svolta negativa per la squadra di Mancini. Sulla panchina biancoceleste c'era Pioli, che ora spera nell'esatto contrario. 

    @CriGiudici
     

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