Intermania: de Boer non durerà
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SANTON IN PALLA - Dopo un'estate passata sul mercato, con tanto di visite mediche non superate che hanno fatto saltare i trasferimenti prima al Sunderland, poi al Napoli e quindi al West Ham, sempre per colpa di un ginocchio malconcio. Timido e spaesato alle prime apparizioni, col passare del tempo, oltre alla condizione fisica ("Mi sento sempre meglio"), Santon sta ritrovando fiducia in sé stesso grazie alla fiducia di de Boer. Come dimostra l'assist per il gol di Candreva, l'unico tiro in porta effettuato dall'Inter contro il Southampton. "Per creare superiorità numerica bisogna osare, saltare l'uomo. Da un'azione così è venuto il gol, è stato importante per me e soprattutto per la squadra". In precedenza i nerazzurri avevano vinto solo una volta a San Siro (con la Juve) ed erano riusciti a non subire reti solo a Empoli, stavolta con Handanovic para-tutto migliore in campo. Ovviamente una rondine non fa primavera: Santon è soltanto all'inizio di un percorso ancora lungo e pieno di ostacoli. Perché si fa in fretta a passare da 'in palla' a 'nel pallone' e viceversa. Il prossimo test c'è domenica pomeriggio con l'Atalanta di Gasperini, che ha battuto il Napoli, pareggiato a Firenze e ha sempre il dente avvelenato contro l'Inter. Un po' per essere l'unico allenatore nella storia dell'Inter a non aver vinto una partita, di più per non aver mai sentito la fiducia della società ai tempi di Moratti. Si gioca a Bergamo, dove, in seguito a una sconfitta per 1-0 nell'ultima giornata d'andata del campionato 1991/1992, Orrico si dimise e fu sostituito da Suarez.
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(S)FIDUCIA - Niente a che vedere con la situazione attuale, visto che la squadra (mediamente superiore a quella di allora e impegnata in un campionato di livello più basso) segue de Boer, che a sua volta crede nei propri giocatori e nel proprio lavoro. Però c'è un aspetto in comune: la mancanza di fiducia della società nei confronti del tecnico. Purtroppo questa è la dura realtà, nonostante alcune dichiarazioni di facciata da parte dei dirigenti. Qualcuno prova a dare la colpa ai soliti 'cattivoni' dei giornalisti, accusati di inventarsi notizie sulla panchina a rischio per destabilizzare l'ambiente nerazzurro. Garantisco che non è così. Anche se non è facile definire chi rappresenti la società. Perché il presidente indonesiano Thohir ha scelto de Boer e dovrà sostenerlo fino in fondo, ma non è più l'azionista di maggioranza e quindi ha meno potere decisionale. Il patron cinese Zhang è lontano, mentre il vicepresidente argentino Zanetti sta già preparando il terreno a Simeone per la prossima stagione (in caso di naufragio la soluzione sarebbe un traghettatore disposto a passare dietro la scrivania come Capello o Leonardo) e il direttore sportivo italiano Ausilio rivela (a che pro?) che l'olandese ha detto no all'inserimento nello staff tecnico di Beppe Baresi. A sua volta de Boer critica la dirigenza per il caso Icardi. Insomma, sembra quasi un tutti contro tutti. Invece una società seria dovrebbe compattarsi e seguire insieme una sola strada, dando tempo e fiducia al proprio allenatore. Magari consigliandolo anche nelle scelte tecniche, ma prima e non criticarlo col senno di poi. Con queste condizioni, sarà dura per de Boer riuscire a portare avanti un progetto che duri negli anni. Spero di sbagliarmi. Chi vivrà, vedrà.
@CriGiudici
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