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  • Intermania: 'Fossi il presidente, via l'allenatore e calci ai giocatori'

    Intermania: 'Fossi il presidente, via l'allenatore e calci ai giocatori'

    • Cristian Giudici
    Ha ragione de Boer: "Il problema è nella testa". All'Inter i giocatori di qualità ci sono, ma mancano altri ingredienti basilari per produrre qualcosa di buono: personalità, fiducia, mentalità vincente e spirito di squadra. La voglia di sacrificarsi l'uno per l'altro, mettendo il "noi" sempre davanti all'"io". Però l'allenatore è il responsabile della squadra e quindi è anche colpa sua. 

    ANALISI TATTICA - Non è una questione di modulo. Il 4-3-3 dell'olandese, opposto al 4-3-1-2 della Sampdoria, cede a centrocampo per una questione di inferiorità numerica. A vedere la partita non si direbbe, eppure Brozovic (13,228 km), Banega (11,775 km) e Joao Mario (10,912 km) in media (11,972 km contro 11,925 km) corrono come e più di Bruno Fernandes (12,236 km), Barreto (12,090 km), Torreira (11,890 km) e Linetty (11,482 km). L'inferiorità numerica (3 vs 4) in mezzo al campo diventa superiorià sulle fasce. Sulla destra Ansaldi, Brozovic e Candreva la sfruttano giocando insieme, nonostante numerosi errori nei passaggi. Invece a sinistra Santon, Banega ed Eder si affidano maggiormente a iniziative personali. In ogni caso l'Inter effettua 36 cross ed è prima in questa particolare classifica con 136 traversoni utili e 55 sbagliati davanti a Juve e Roma con 97 cross utili. Tuttavia gli attaccanti esterni (Eder o Candreva) non attaccano con la giusta cattiveria il secondo palo per coprire bene tutta l'area di rigore insieme al centravanti (Icardi) e al centrocampista che si inserisce (Brozovic). Anche per questo motivo i nerazzurri hanno solo il decimo attacco della serie A con 13 gol segnati come Fiorentina e Udinese, che però hanno giocato una gara in meno. Eppure l'Inter è terza nella classifica dei tiri: 148 (63 in porta e 85 fuori) come il Napoli dietro a Roma (175) e Juventus (151). 

    MAL DI TRASFERTA - A non funzionare è la fase di non possesso: non si possono vedere giocatori che non rincorrono gli avversari (Banega) e altri che si fermano dopo aver perso palla (Joao Mario). Pensando allo squalificato Medel, è proprio vero che chi ha i denti non ha il pane e viceversa. Mancano equilibrio e organizzazione, specialmente in trasferta. Dove in tutto il 2016 i nerazzurri hanno vinto e convinto soltanto a Empoli, uscendo con i tre punti a Frosinone e a Pescara. Nelle altre 13 trasferte sono arrivati la miseria di tre pareggi con ben 10 sconfitte, più quella di Praga in Europa League. I numeri sono impietosi anche considerando il redimento in casa e solo questo campionato: 14 punti nelle prime 11 giornate. 

    LIPPI E I CINESI - L'Inter non partiva peggio dalla stagione 2000/2001, quella del derby perso 6-0 con il Milan e del motorino lanciato in curva a San Siro contro l'Atalanta. Le cose non andarono meglio nelle coppe: supercoppa italiana persa a Roma con la Lazio, sconfitta per 6-1 a Parma in coppa Italia, eliminazioni in coppa Uefa contro l'Alaves e nel preliminare di Champions League per mano degli svedesi dell'Helsingborg con rigore sbagliato da Recoba al 90°. Allora in campo giocava un certo Laurent Blanc e, prima di essere sostituito da Marco Tardelli, in panchina c'era Marcello Lippi. Che oggi, a 16 anni di distanza, allena la nazionale della Cina, mentre l'Inter è passata da Moratti prima a Thohir e poi ai cinesi di Suning. E' passato tanto tempo e sono cambiate molte cose, ma sono ancora attuali le parole pronunciate da Lippi dopo la sconfitta nella prima giornata di campionato sul campo della Reggina: "Fossi il presidente, manderei via subito l'allenatore. Poi prenderei i giocatori, li attaccherei al muro e darei calci nel culo a tutti. Perché non esiste giocare in questa maniera". Evergreen. 

    @CriGiudici

     

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