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  • Intermania: senza futuro le 'novità' di Pioli, ecco quando giocherà Gabigol

    Intermania: senza futuro le 'novità' di Pioli, ecco quando giocherà Gabigol

    • Cristian Giudici
    Inter-Genoa 2-0. Siamo onesti: è il risultato più bugiardo della giornata insieme ad Atalanta-Udinese 1-3. Alla sua sesta panchina nerazzurra, per la prima volta Pioli finisce una partita senza prendere gol. Il merito non è tanto del nuovo sistema di gioco con la difesa a tre, piuttosto delle parate di Handanovic e degli errori in fase conclusiva degli avversari. Che creano quasi il doppio delle occasioni (5-9), ma vengono puniti al primo tiro in porta. Di Brozovic, che poi concede il bis nella ripresa. Alla fine il croato è tra i migliori in campo insieme a Joao Mario, eppure entrambi erano in difficoltà a inizio gara. A Napoli l'Inter era stata surclassata a centrocampo, dove Pioli decide di schierare un elemento in meno per mettere un attaccante in più. Per fortuna dall'altra parte c'erano Miguel Veloso e Rincon: non Zielinski, Diawara e Hamsik. 

    NUMERI - I nerazzurri hanno un lieve predominio nel possesso palla (51-49%) però sterile, infatti per il 59% è nella propria metà campo e solo per il 41% in quella avversaria, invece il Genoa è più equilibrato: 53-47%. Inoltre, con la difesa a tre, l'Inter soffre sulle fasce, arrivando meno al cross del solito. In particolare ne risentono Candreva (costretto a un lavoro più difensivo) e Icardi, che riceve meno palloni giocabili. Questa preoccupante involuzione del gioco viene mitigata dal sesto successo di fila a San Siro, come non succedeva dalla stagione post-triplete. Vincere soffrendo non è un male. Ora il calendario non è proibitivo, ma bisogna cambiare marcia anche in trasferta. 

    FRAGILE - Pioli è stato scelto anche per le sue doti da "normalizzatore", ma all'Inter niente e nessuno è normale. Finora l'allenatore ha fatto giocare tutti i componenti della rosa, tranne l'infortunato Santon e Gabigol: la sua occasione arriverà a gennaio contro il Bologna in coppa Italia. La formazione (sbagliata) di ieri non ha una logica, se non quella di giocare a specchio contro il Genoa. Una squadra già ben collaudata e molto organizzata, che infatti stava mettendo in crisi i nerazzurri. I quali danno l'impressione di essere sull'orlo del precipizio, con una fragilità emotiva peggiorata dalla silenziosa (a voce, ma non a parole scritte sugli striscioni) contestazione della Curva Nord. Che giustamente invita ad andare via chi "non corre, non lotta, non fa gruppo e non ama l'Inter". 

    VECCHIE NOVITA' - In questo senso possono dormire sonni tranquilli gli uomini "nuovi" scelti da Pioli: Nagatomo, Palacio (titolari) e Felipe Melo, entrato a inizio ripresa. Però nessuno di loro rientra nei piani della società per il futuro. Anzi, con tutto il rispetto per quello che hanno dato e vorrebbero ancora dare, bisogna chiedersi perché vestano ancora la maglia nerazzurra. Il terzino giapponese e l'attaccante argentino erano in scadenza di contratto al termine della scorsa stagione: i rinnovi sono stati degli azzardi. Così come è persa la scommessa (voluta l'anno scorso da Mancini) di riportare in Italia il mediano brasiliano ex Juventus e Fiorentina. Il tempo passa per tutti e nel 2017 avranno 100 anni in tre: nella nuova Inter non ci sarà più spazio per loro. Pioli li ha utilizzati come esempio di professionalità per dare un messaggio al resto del gruppo? 

    @CriGiudici

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