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  • Intermania: Triplete salvo! Ecco perché ce l'hanno tutti con la 'povera' Juve
Intermania: Triplete salvo! Ecco perché ce l'hanno tutti con la 'povera' Juve

Intermania: Triplete salvo! Ecco perché ce l'hanno tutti con la 'povera' Juve

  • Cristian Giudici
Triplete! Ormai agli interisti resta "solo" questo appiglio per non precipitare nella depressione. L'Inter è la prima e finora unica squadra italiana a essere riuscita nell'impresa di vincere scudetto, coppa Italia e Champions League nella stessa stagione. Era il 2010: sono già passati 8 anni, ma da allora nessun altro club italiano ha più sollevato la coppa dalle grandi orecchie. Va bene ricordare i successi del passato, però bisogna anche guardare avanti. Il primo passo da compiere è tornare nell'Europa che conta, sperando poi che la Cina e l'Uefa consentano a Suning di investire per rinforzare la squadra sul mercato. 

Prima di guardare in casa d'altri, è meglio badare alla propria. Ma, aspettando che la loro squadra torni in Champions a fare belle o brutte figure, gli interisti sono costretti a vederla seduti sul divano. Da spettatori neutrali, o quasi... In questo senso il calcio riesce nell'impresa di unire un Paese diviso dalla politica. Martedì tutti gli italiani hanno fatto il tifo per la Roma, magica contro il Barcellona. Un'altra grande rimonta, a sole 24 ore di distanza, non è stata vissuta con lo stesso spirito. Anzi, il partito dei "gufi" anti-juventini ha una maggioranza bulgara, che Salvini e Di Maio possono solo sognare. 

A questo punto, per dirla alla Lubrano, la domanda sorge spontanea: perché? L'invidia è un vizio capitale, ma da sola non basta per spiegare tutto questo "tifo contro". Per l'occasione aumentato a dismisura dal modo in cui, sul più bello (o sul più brutto, dipende dai punti di vista), si sono infranti i sogni dei bianconeri. Che, di fronte a una decisione arbitrale dubbia, si sono rinnegati. 

Premessa: io quel rigore non lo avrei dato. Perché il regolamento del calcio prevede la punizione più penalizzante di tutti gli sport: appunto il rigore. Che, per essere fischiato, deve essere netto e solare. Non, tanto per fare un altro esempio non a caso, come il contatto cercato e trovato da Higuain in tuffo a Benevento. 

Ma il punto è un altro: il disturbo bipolare della Juventus. In Italia vince sempre e dice che attaccarsi agli arbitri è l'alibi dei perdenti "piangina", che gli errori sono sempre casuali e in ogni caso alla fine si compensano. Invece in Europa non vince mai e succede l'esatto contrario: Buffon insulta l'arbitro davanti ai microfoni, Chiellini accusa gli avversari di aver pagato il direttore di gara e Agnelli chiede la testa di Collina all'Uefa. 

Scherzo del destino, tutto questo "casino" è scoppiato 20 anni dopo il campionato "falsato" nella stagione 1997/98. Settimana scorsa l'ex arbitro Ceccarini è tornato sull'episodio incriminato, sostenendo contro ogni logica che il fallo fosse di Ronaldo su Iuliano e non viceversa. Per chi non lo conoscesse, consigliamo di leggere il filofoso latino Seneca. In particolare la sua opera satirica Apokolokyntosis: nell'oltretomba l'imperatore romano Claudio viene condannato a giocare a dadi e a perdere per l'eternità, perché in vita barava. Calciopoli ha tolto due scudetti alla Juventus, che li espone ancora in bella vista allo Stadium. La legge del contrappasso per chi si vanta del motto: "Vincere è l'unica cosa che conta". 

 

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