Juve, è Inzaghino il dopo Allegri
Lo sa, e su questo terreno sta costruendo la sua carriera. E’ un uomo solido, lo è perché riconosce le fragilità, sue e degli altri. Per tutti questi motivi - e ovviamente per il suo spessore di allenatore - Inzaghi porta in dote le qualità per essere l’uomo della ripartenza bianconera. Perché - prima o poi - il ciclo della Juventus di Allegri finirà. Magari non subito, magari ci sarà un colpo di coda; ma finirà, è nella logica delle cose. Oggi, a 41 anni, con alle spalle un solo vero campionato, Inzaghino si sta rivelando il miglior allenatore della sua generazione. Questa stagione alla Lazio, se saprà sfruttarla, gli farà fare il salto di qualità definitivo.
A quasi quarant’anni di distanza, il percorso professionale di Simone Inzaghi ricorda - pari pari - quello che ebbe a suo tempo Giovanni Trapattoni, che a metà degli anni ’70 si trovò catapultato sulla panchina rossonera per una stagione (del Milan il Trap era stato una colonna…) e l’anno successivo - era il 1976 - venne scelto giovanissimo (aveva 37 anni) da Gianni Agnelli e Giampiero Boniperti per aprire un ciclo in casa bianconera. A Inzaghino può succedere la stessa storia. Perché ci sono fidanzamenti-matrimoni che sembrano scritti. Quello tra Simone Inzaghi e la Juventus è uno di questi.