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    Juve-Inter: 644 milioni in 197 Paesi

    Derby d'Italia? No, del mondo. Juventus-Inter sarà trasmessa in 197 Paesi (86 in diretta), con un totale di 644 milioni di spettatori davanti alle tv. Domenica sera in tribuna stampa allo Stadium ci saranno 220 giornalisti accreditati da ogni parte del mondo. 

    FATTURATO - Dai 156 milioni del 2010/2011 il club bianconero è risalito fino alla cifra record di 351 milioni di euro come fatturato (al netto delle plusvalenze) nella scorsa stagione. Quasi il doppio rispetto all'Inter: i 207 milioni del bilancio consolidato 2015/2016 comprendono 15 milioni per il rilascio del fondo rischi. 

    MONTE INGAGGI - Gli stipendi della Juve sono saliti in cinque anni da 150 a 221 milioni, quelli dell'Inter sono scesi da 166 a 124 milioni. I bianconeri hanno chiuso gli ultimi tre bilanci in utile, mentre i nerazzurri hanno toccato nel 2014/2015 il deficit più alto (140 milioni) risalendo a -60 milioni nel 2015/2016. 

    VIVA LA CINA - Poi tutto è cambiato il 28 giugno 2016, quando il presidente Thohir ha ceduto la maggioranza al colosso di Zhang Jindong. Suning ha subito effettuato un aumento di capitale di 142 milioni e nei mesi successivi ha completato un giro di prestiti da 180 milioni (seppur con interessi del 7,7%) per un supporto totale da 322 milioni. Ridando ossigeno alle casse del club e coprendo i primi investimenti sul mercato. In estate sono stati spesi 115 milioni per i vari Joao Mario, Gabigol, Candreva e soci, poi a gennaio è arrivato Gagliardini con una valutazione complessiva di 28 milioni tra prestito, riscatto e bonus. 

    FAIR PLAY UEFA - Come si legge sulla Gazzetta dello Sport, ora l'Inter deve centrare l'obiettivo di fine giugno imposto dal fair play Uefa (pareggio di bilancio o al massimo una perdita di 10 milioni, con multa), poi potrà avere mano libera sul mercato della prossima stagione. Suning non baderà a spese: i nomi che circolano (James Rodriguez, Berardi, Bernardeschi, Chiesa) rendono bene l'idea di quale sarà la portata delle acquisizioni. Tra l'altro, negli ultimi mesi sono continuate le iniezioni di denaro dei nuovi azionisti nerazzurri (un centinaio di milioni per la gestione corrente), che hanno garantito il loro supporto per il futuro, in aggiunta al rifinanziamento del debito con Goldman Sachs (in corso trattative per ottenere 300 milioni). 

    JUVE AUTOSUFFICIENTE - Un approccio completamente diverso rispetto ai proprietari della Juventus. O meglio, Exor nel 2011 varò un piano quinquennale di risanamento e sviluppo sostenuto inizialmente da un aumento di capitale da 120 milioni: Agnelli poteva contare su quella dote, che servì per le prime campagne di rafforzamento, ma poi è stato obbligato a raggiungere l'autofinanziamento. E in effetti da quel momento la Juve non ha più chiesto nulla all'azionista, se si eccettua una linea di credito di 50 milioni nel corso del 2014/2015. I cinque scudetti di fila e la presenza continuativa in Champions hanno moltiplicato la potenza di fuoco dei bianconeri, che nel frattempo si sono dotati di uno stadio di proprietà e hanno avuto il coraggio di internalizzare merchandising e licensing (13 milioni incassati l’anno scorso).

    MOSSE CINESI - Suning ha l’ambizione di colmare la distanza, agendo su due livelli: dotare l'Inter dei capitali necessari per tornare in Champions e attivare quelle connessioni in grado di aumentare i ricavi commerciali. Perché è chiaro che, soprattutto in ottica fair play, non bastano i versamenti in capitale. Dopo aver staccato un assegno da 15 milioni annui per i naming rights dei centri sportivi e le maglie d'allenamento, Suning sta trattando una serie di accordi commerciali con terzi, per esempio coi suoi fornitori cinesi. L'obiettivo è sfruttare la rete privilegiata di contatti in Cina per valorizzare il marchio Inter da quelle parti: è stato aperto un negozio a Nanchino in abbinamento con il Jiangsu, si pensa di attivare un secondo ufficio a Shanghai. Suning, facendo perno su un gruppo da 50 miliardi di fatturato che tiene assieme commercio, media, intrattenimento e real estate, vuole aggredire il segmento commerciale nerazzurro e punta forte su San Siro: da un paio di mesi un gruppo di lavoro sta studiando il dossier, in attesa del Milan. 

    MARCHIO J - La Juve non sta a guardare. Il lancio del nuovo logo fa parte di una strategia ad ampio respiro che mira a catturare nuovi sostenitori in giro per il mondo, facendoli entrare a contatto con prodotti e servizi a marchio "J", magari con l’apertura di caffè tematici in Cina o negli Stati Uniti, i mercati prioritari. L'altro filone è rappresentato dagli sponsor regionali, già saliti a 6. A luglio verrà inaugurata la Continassa e, allo Stadium, sorgerà il nuovo store con superficie quasi triplicata e libreria annessa. 
     

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