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  • Kessie: 'Farò la storia del nuovo Milan'

    Kessie: 'Farò la storia del nuovo Milan'

    Il centrocampista ivoriano del Milan, Franck Kessie ha confidato ai suoi amici intimi: "È un piacere giocare a San Siro, sono felicissimo, è la scelta giusta. C’è una storia straordinaria. Io voglio fare quella del nuovo Milan".

    L'AGENTE - "Il suo manager camerunese George Atangana racconta in un'intervista a La Repubblica: "Nella Stella Adjamé entra a 20’ dalla fine e mi volto verso il mio vicino: ma questo chi è? Da pilastro dell’Under 17 fece il Mondiale ad Abu Dhabi e capii che era pronto per il salto. L’Atalanta aveva il posto per l’extracomunitario e mi ascoltò. Lo avevo preparato: nei primi sei mesi non ti guarderà nessuno. Gli consigliai la serie B in prestito, al Cesena: lì ha capito di potere stare in A. Gli davo qualche soldo in più e lui me ne chiedeva altri, non capivo. Poco tempo fa me lo ha spiegato: sai, vecchio, ti ricordi i soldi di Cesena? Io sono orfano, li mandavo agli orfanotrofi in Costa d’Avorio". 

    19 A BONUCCI - Franck ha perso da bambino il padre poliziotto e festeggia il gol col saluto militare. Il suo numero era il 19: la data del suo compleanno, del suo arrivo in Italia e della scomparsa del papà. Il Milan glielo aveva accordato, salvo comunicargli alla vigilia della tournée cinese che era di Bonucci. Quando Franck trovò il 14 nello spogliatoio, prima della partita col Dortmund, fece dietro-front. Il via libera gliel’ha dato la madre: "Non ti preoccupare, hai già onorato abbastanza la memoria di papà". Il successivo chiarimento con Bonucci, cui ha lasciato il 19 virando sul 79, conferma che l’orgoglio non gli manca, ma neppure la saggezza. Tra le sue passioni non figurano le auto sportive, né la playstation, ma lo Zouglou, la musica popolare ivoriana. 

    PALLONE D'ORO - "A giugno Kessié può essere protagonista del Mondiale, in due anni Pallone d’oro africano e tra i primi 50 al mondo - profetizza Atangana -. Bisogna investire in Africa, nelle scuole calcio e nelle scuole per i ragazzi disagiati, come ha fatto Agassi col tennis, e non permettere più che i giovani vengano deportati in Europa e poi magari abbandonati a se stessi. I calciatori africani, in Italia, li vogliono solo al primo tesseramento. Franck è stato il primo professionista, ne porterò altri due". 
     

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