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  • L'Inter dice addio alla Champions

    L'Inter dice addio alla Champions

    • Giancarlo Padovan
    Addio alla Champions. L’Inter di Pioli getta un’occasione al vento, al termine di una partita dura e combattuta che i nerazzurri avrebbero potuto e, forse, dovuto vincere nel finale. Perisic ha avuto tre occasioni, una in fila all’altra, ma le ha mancate tutte, anche quella che era più nelle sue corde (finta, rientro, controfinta e tiro), fino alla girata alta su blocco di Icardi e alla conclusione gravemente imprecisa su servizio di Eder in contropiede.

    Naturalmente se non sono arrivati i tre punti la colpa non può essere del solo Perisic. E’, invece, merito del Torino che ha  fornito una delle sue migliori prestazioni stagionali. Gli errori a centrocampo - imprecisi sia Kondogbia che Gagliardini - hanno fatto il resto.

    Curiosamente sono mancati sia Icardi che Belotti, a livello di prestazione più il primo del secondo, mentre hanno impressionato Zappacosta per il Torino e Ansaldi nell’Inter. I due esterni hanno corso, vinto rimpalli, si sono proposti e hanno cercato i compagni con cross e suggerimenti. Ansaldi, tra l’altro, è stato l’autore di quello che, bucato da Hart, ha favorito il 2-2 di Candreva.

    Partita bella e intensa, anche se il primo tempo ha regalato solo i gol dell’1-1.
    Sul vantaggio interista, così come sul pareggio di Candreva, grave la complicità di Hart, un portiere tecnicamente scadente (non esce quasi mai in presa alta, respinge con i pugni, è “attaccato” alla linea, risulta sempre esitante). A segnare è stato Kondogbia (27’) che ha sfruttato una rimessa laterale, la sua forza fisica e la dabbenaggine dei difensori del Torino che gli hanno consentito di girarsi e di tirare in porta. Hart avrebbe dovuto bloccare o, almeno respingere, invece la palla gli è passata sotto al braccio molle.

    Cinque minuti dopo, il pareggio del Torino è venuto da calcio d’angolo. L’ha battuto Ljajic, sulla traiettoria è intervenuto Moretti che l’ha allungata sulla testa di Baselli.
    La ripresa è stata di ben altro spessore. Sia perché il Torino è partito forte (il primo quarto d’ora è stato tutto granata), sia perché l’Inter ha risposto subito, crescendo nella parte conclusiva della gara. Prima del gol di Acquah (14’: interno destro dopo servizio di Iturbe), ci aveva provato Belotti (tiro respinto con i piedi da Handanovic) e Molinaro con un’azione laterale conclusa con un tiro di sinistro che ha attraversarto tutta la porta avversaria.
     
    Hart ha salvato su Icardi (15’), ma ha combinato la frittata due minuti dopo sul cross di Ansaldi (gol di Candreva).
    Da quel momento è stata solo una corsa a vincere con i due allenatori che hanno finito con il 4-2-4, le squadre allungate, i calciatori stremati. Il Torino aveva meno energie dell’Inter, la squadra di Pioli non ha reperito lucidità sotto porta. Forse è mancato un po’ Banega (sostituito da Eder) che pure aveva cominciato benissimo. Neppure Candreva, nonostante il gol, si è distinto per corsa, ritmo e e passaggi. 
     
    Eppure l’Inter non è involuta improvvisamente. Ha solo perso un po’ della sua ferocia, quella che l’aveva condotta a schiantare l’Atalanta. 
    Certo, la classifica ne esce penalizzata. I nerazzurri hanno preso solo un punto al Napoli (che giocherà ad Empoli) e rimangono comunque dietro la Lazio. Perfino l’Atalanta, che affronta il Pescara in casa, può tornare a superarli. A nove giornate dal termine - e con 27 punti a disposizione - non sbagliare più potrebbe non essere sufficiente. 
    Ciò non toglie nulla al lavoro di Pioli, casomai accresce i rimpianti per non essere intervenuti prima con de Boer. Resta l’Europa League e un futuro da scrivere.

    @gia_pad

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