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  • L'odiosa richiesta di licenziamento di Pistocchi dei leoni da tastiera
L'odiosa richiesta di licenziamento di Pistocchi dei leoni da tastiera

L'odiosa richiesta di licenziamento di Pistocchi dei leoni da tastiera

  • Pippo Russo
Richiesta di licenziamento a mezzo internet. Ecco un nuovo primato toccato a Maurizio Pistocchi, giornalista Mediaset le cui opinioni hanno l'effetto di creare reazioni nette nell'opinione pubblica interessata alle cose di calcio. A avanzarla attraverso una petizione su Change.org è un gruppo denominato Juventus Fans, che in un italiano volenteroso accusa Pistocchi di "imperversare con deliranti ipotesi di oscuri complotti da parte della Juventus", e addirittura di "continuo terrorismo mediatico". Formula, quest'ultima, che ricorda quella usata da Bettega ("terrorismo giornalistico") nel corso di una puntata della Domenica Sportiva d'inizio anni Ottanta. Se la memoria non mi truffa, quella frase venne rivolta a un esterrefatto Beppe Viola. Ciò che rischierebbe di gonfiare l'ego di Pistocchi.

Il testo della petizione prosegue sviluppando la motivazione per cui i firmatari si sentono in diritto di chiedere a Mediaset la cacciata del giornalista. Si sostiene che, essendo composta da tifosi juventini una buona parte degli utenti (paganti) di Mediaset Premium, sarebbe un loro diritto da utenti (paganti) che non vengano espresse opinioni denigratorie nei confronti della loro squadra. Dunque l'asse del ragionamento è centrato su una cosa che possiamo definire "confezione del prodotto". Roba da customer satisfaction. E magari fra gli estensori e i firmatari della petizione ce n'è diversi che s'imbufaliscono nel sentirsi definire "clienti". La petizione si conclude con la richiesta a Mediaset di licenziare Pistocchi e all'Ordine dei Giornalisti di radiarlo. Manco si stesse parlando dell'agente Betulla.

Viviamo tempi molto strani. Segnati da un senso della democrazia comunicativa cui le sterminate possibilità del web ha dato una versione radicale. Talmente vasta da far smarrire il senso del limite. E nel mezzo di queste cose strane succede che un giornalista sacchiano di ferro come Pistocchi venga difeso da uno come me, che a suo tempo scrissi un romanzo intitolato "Il mio nome è Nedo Ludi", profondamente antisacchiano. E non c'è nulla di strano. Perché le opinioni sono sacre, se espresse al termine di un ragionamento sviluppato in buona fede. E se invece c'è malafede, questa va dimostrata. Pistocchi non piace a molti? Può succedere. Per quanto mi riguarda, ho sempre temuto quelli che piacciono "a tutti o quasi". A Pistocchi capita di dire fesserie? E meno male! Chi non le dice? Ne dico parecchie io, come tutti quelli che scrivono su questa testata e su qualsiasi altra.

A proposito di fesserie sgradite al popolo juventino, ne scrissi alcune in un articolo di due estati fa su Alex Sandro che tuttora (e con ragione) molti tifosi bianconeri mi rinfacciano. Ogni tanto me lo vado a rileggere, quando sento che mi sto prendendo troppo sul serio. Dire fesserie fa parte dell'esprimere opinioni. E quanto al "terrorismo mediatico", inviterei gli estensori a andarci cauti con l'uso di parole tanto forti. Nessuno è immune dalla responsabilità penale. Ma ciò che davvero fa specie è quella richiesta di licenziamento. Trovo un solo aggettivo per definirla: odiosa. Qui c'è in ballo una questione di rispetto del lavoro. Inteso sia come "lavoro svolto da una persona", sia come "lavoro in quanto categoria sociale". Bisognerebbe sempre avere rispetto del lavoro altrui, e del lavoro in generale. Il che non rende immune il lavoro dei singoli dal giudizio altrui. Né è in linea di principio sbagliata la sollecitazione a licenziare il lavoratore che svolga "dolosamente male" il proprio lavoro.

E tuttavia, voglio ricordare ai petizionisti che qui non si sta parlando di un dipendente pubblico ripreso mentre in mutande va a firmare il cartellino, o dell'addetto di un'azienda privata che adulteri un prodotto da mettere pubblicamente in vendita. Qui stiamo parlando di una persona che esprime opinioni. Per chi ha lanciato e poi firmato quel documento su Change.org, l'esprimere opinioni è non già un segno della medesima libertà che permette loro di lanciare una pubblica petizione, ma una grave colpa da punire con la privazione del lavoro. Davvero per tutti costoro il lavoro è una cosa da dare e togliere in modo così leggero? E se qualcuno di loro dovesse perdere il lavoro a causa  delle opinioni espresse in modo strampalato nel testo di una petizione, come si sentirebbe?

P.S. Avviso i leoni da tastiera che, essendo io un freelance, non sono licenziabile da Calciomercato.com. Al massimo il direttore può obbligarmi a scrivere inginocchiato sui ceci o su una teglia di lasagne appena sfornate.

@pippoevai

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