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  • L'ultima scalata di Michele e quel posto al 'Franchi' che resterà vuoto

    L'ultima scalata di Michele e quel posto al 'Franchi' che resterà vuoto

    • Marco Bernardini
    Questa sera in tribuna, allo stadio di Firenze, ci sarà uno strapuntino vuoto sul quale probabilmente qualcuno poggerà un mazzo di fiori in doloroso omaggio per chi avrebbe dovuto sedersi lì. Michele Scarponi, 37 anni, l’ultima “aquila” del ciclismo italiano in grado di staccare tutti non appena la strada cominciava a salire e capitano designato dalla Astana al prossimo Giro d'Italia aveva in programma di raggiungere il capoluogo toscano nel primo pomeriggio. Spesso decideva, nella stagione in cui le corse sono ancora in fase di riscaldamento, di  lasciare il suo paese di Filottaro, vicino ad Ancona, per raggiungere il luogo dive giocava la sua Inter. Nerazzurro passionale e quasi ultrà, era in eterna competizione con il suo amico ed ex compagno di squadra Nibali il quale, al contrario, tifa Milan. Un derby che non ci sarà più. Perché Scarponi, per l’ultima volta in sella alla sua bicicletta, ha “sbagliato strada” e anziché puntare verso la cima di un colle è volato via molto più in alto e per sempre.

    Una tragedia di quelle che, ogni tanto, portano il lutto nel mondo delle due ruote. Perché i lavoratori del ciclismo si allenano quotidianamente per strade che non sono a loro disposizione esclusiva. E allora il rischio dell’incidente è sempre in agguato, malgrado ogni sorta di prudente attenzione. Un camion ha travolto Michele lungo la statale che sfila accanto al suo paese. Il povero campione è morto sul colpo. La seconda giornata nera per lo sport dopo quella di ieri, in Sicilia, dove un giudice di gara e un pilota hanno perso la vita durante il rally della mitica Targa Florio. Scarponi, oltre famigliari e agli amici, lascia anche Frankie. Si tratta di un bellissimo e coloratissimo pappagallo che, da anni, seguiva il suo “amico umano” durante gli allenamenti, poggiato sul manubrio della bicicletta o addirittura sulla spalle del campione. Era diventato famoso anche lui che viveva libero e che si era trasformato nella mascotte dell’intera comunità del piccolo centro marchigiano. Era il portafortuna di Michele Scarponi. 

    Esattamente come la famosa gallina che il fuoriclasse del Torino Gigi Meroni portava a spasso con il guinzaglio per le strade della città. La sera un cui l‘attaccante granata venne travolto e ucciso dall’auto guidata da Tilli Romero, che poi sarebbe diventato anni dopo presidente del Toro, la gallina era a casa che aspettava. Stamane alle 8, mentre il camion investiva Scarponi, il pappagallo Frankie era su qualche albero a bordo strada in attesa che arrivasse il suo amico per poter “volare” con lui appollaiato sul manubrio bella bicicletta. 
     

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