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  • La Juve ha svoltato e gioca un bel calcio, gli infortuni sono un problema
La Juve ha svoltato e gioca un bel calcio, gli infortuni sono un problema

La Juve ha svoltato e gioca un bel calcio, gli infortuni sono un problema

  • Giancarlo Padovan
La Juve ha svoltato. Martedì vincendo a Bergamo (1-0) nell’andata di Coppa Italia. In campionato annientando il Sassuolo (7-0) con quattro gol in appena trentotto minuti. Più tre, nella ripresa, di Higuain (prima tripletta in bianconero).

Denominatore comune: la bellezza del gioco, la volontà di potenza, la forza della manovra, il dominio delle operazioni, il possesso della palla.

Penso che anche al pragmatico Allegri piaccia di più vincere così rispetto a quanto accaduto contro il Genoa (micragnoso 1-0 in casa) o a Verona (2-0 facilitato dalla doppia inferiorità numerica del Chievo).

Quanto a me, non mi resta che ribadire quello che ho sempre pensato. Nonostante il bello - quindi la coscienza estetica - storicamente non appartenga alla Juve, la squadra è in grado di produrlo sia per la qualità degli uomini, sia per il lavoro del tecnico. Che non è Sarri, ma sa distinguere tra una vittoria faticosa e anismante e una piena e soddisfacente.

La Juve, dunque, sta bene atleticamente, mentalmente e agonisticamemnte, come Bergamo aveva fatto capire a chi la segue con controversa adesione.

L’unico problema sono gli infortuni: prima del Sassuolo si è fermato Barzagli che avrebbe dovuto giocare accanto a Chiellini. Alla fine del primo tempo, Rugani, sostituto di Barzagli, si è infortunato ed è entrato Benatia, già mezzo acciaccato da Bergamo. Inoltre al 25’, sul 2-0, Matuidi ha accusato un problema muscolare ed è uscito a beneficio di Marchisio. Infine Khedira è rimasto negli spogliatoi per fare spazio a Sturaro, l’unico calciatore che la Juve può permettersi di schierare in alcuna competizione.

Purtroppo, al momento in cui scrivo, non so quale siano le ragioni della sostituzione di Khedira, tra l’altro autore di due gol. Mi sembra tuttavia strano che, avendone fronteggiate due per infortunio, Allegri ne abbia fatta una terza a metà partita per scelta tecnica, con il rischio di restare in dieci se si fosse fatto male ancora qualcuno.

Scrivo tutto questo perché venerdì sera la Juve dovrà scendere al Franchi contro la Fiorentina e, anche dalla contabilità degli abili ed arruolati, dipenderà la prestazione. Marchisio, nonostante un assist per Higuain e, soprattutto Sturaro, non sono all’altezza di Matuidi e Khedira.

Partita con molta cronaca e nessuna storia. Ma non - come scrivono alcuni maliziosi - perché il Sassuolo si è scansato (perché dovrebbe vista la sua classifica?), ma perché la Juve ha fatto da padrona del campo e della palla.

I tre gol di Higuain passano in secondo piano rispetto ai due di Khedira. Il tedesco, infatti, ha segnato il secondo e il terzo, ovvero quelli che hanno chiuso la gara, mentre l’argentino l’ha fatto per sé stesso (ora è a quota tredici) e per il punteggio. Aveva segnato (e deciso) anche a Bergamo. Questa volta ha voluto dimostrare che la condizione è definitivamente tornata e che la Juve può contare su di lui in questo scorcio d’inverno particolarmente significativo (dopo la Fiorentina c’è il Tottenham).

In gol dopo appena nove minuti con Alex Sandro (decisivo un assist in contrasto nell’area avversaria di Rugani), la Juve ha raddoppiato al 24’ (Khedira da calcio d’angolo di Pjanic corretto dalla testa di Alex Sandro) e triplicato ancora con Khedira al 27’. Sia sul secondo che sul terzo gol, la difesa del Sassuolo è apparsa complice: prima lasciando libero Khedira, poi facendosi sorprendere dal suo scatto su lancio di Pjanic. In questo caso a tenerlo in gioco è stato Peluso, un ex juventino.

Infine il quarto gol del primo tempo l’ha segnato Pjanic. Anche nella circostanza al culmine di una manovra iniziata dallo stesso bosniaco che, su palla restituiita da Khedira, in mezzo all’area, ha colpito di destro di controbalzo. Tutto facile. Ma solo per una Juve formato gigante. 
 

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