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  • La Juve non convince nessuno: senza Pjanic non gira, Dybala è inconcludente

    La Juve non convince nessuno: senza Pjanic non gira, Dybala è inconcludente

    • Giancarlo Padovan

    Un conto è il risultato (3-0 netto anche se frutto solo di un secondo tempo almeno decente), un altro la prestazione. Se parliamo di quella, nonostante il successo sul Crotone, la Juve ha lasciato ancora molte perplessità. 

    Eppure Allegri ha praticato il turnover (dentro Howedes per la prima volta, Mandzukic a fare il centravanti per la seconda, così come De Sciglio, autore anche della sua prima rete in maglia bianconera e prima in carriera in Serie A) e ha confermato il sistema di gioco: 3-4-2-1, come si era visto con il Barcellona, con Dybala e Douglas Costa a sostegno dell’unica punta, mentre in mezzo Lichtsteiner e Alex Sandro affiancavano Matuidi e Marchisio.


    Il problema non erano le presenze (casomai il contrario) e nemmeno il modulo, ma l’interpretazione dello stesso. Se i due esterni di centrocampo passeggiano e non si sovrappongono, né internamente, né esternamente, è difficile arrivare al cross e, dunque, essere pericolosi. A maggior ragione se la palla scorre lenta di fronte ad un avversario - il Crotone appunto - schierato con cinque uomini in difesa e tre e mezzo a far da schermo in mezzo.

    Il problema, semplificando molto, risiedeva nell’assenza di Pjanic che, quando nel finale è entrato, ha messo ordine e dato sviluppo alla manovra (anche l’assist per la terza rete di Benatia). I gol che hanno sbloccato la partita, in verità, sono venuti prima, ma non sono stati certo il prodotto di grandi azioni. Sul primo - cross di Barzagli dal centro destra - l’errore è stato di Ajeti che si è perso Mandzukic (forte e preciso, comunque, il colpo di testa del croato). Sul secondo - un tiro da fuori area di De Sciglio -, la palla era stata allontanata dai difensori del Crotone dopo un calcio d’angolo. Due soluzioni quasi estemporanee rispetto ad una partita che la Juve dominava senza segnare e che il Crotone subiva senza affanni.


    Come quasi sempre, dunque, non è stata una Juve persuasiva. Troppi gli errori tecnici (ancora Alex Sandro e poi Marchisio e Matuidi), velleitario Dybala (tutto colpi di tacco e dribbling spesso frustrati), statico Mandzukic (due colpi di testa: quello del gol e un altro nel primo tempo). L’unico in grado di dare velocità è stato Douglas Costa che, per i miei gusti, è ancora troppo individualista. Tuttavia dal suo piede, già nel primo tempo, sono partiti due inviti per Matuidi che avrebbero potuto scardinare la difesa del Crotone. Il primo, dopo cinque minuti, con pallone scagliato fuori dal francese all’altezza dell’area del portiere. Il secondo, al 33’, per un colpo di testa, sempre di Matuidi, a pochi centimetri dal palo.

    Poco, comunque, per una squadra bisognosa di riscatto dopo lo scivolone di Genova e attesa, tra cinque giorni, al “redde rationem” con il Napoli. Sinceramente non credo che Allegri contro Sarri  schiererà i suoi con il 3-4-2-1, mentre penso, invece, che il turnover contro il Crotone sia stato fatto per recuperare dalle fatiche di Champions (Barcellona) e in vista della trasferta di venerdì (Napoli). Alcuni titolari rientreranno, il sistema di gioco potrebbe essere il 4-3-3 e qualche equivoco tattico, con quello o con un altro modulo, sarà sanato.

    Ma il problema per la Juve è che arriva allo scontro clou con uomini fuori forma (Alex Sandro) o poco brillanti: Dybala, il rientrante Higuain, Khedira, Matuidi. E di meglio non si può chiedere ai sostituti (Marchisio). Non si sa se perché giocano poco o perché il meglio è stato dato e ormai non torna più. In questo quadro non propriamente esaltante, sono sembrate incoraggianti le prestazioni di Benatia (Barcellona e Crotone), corredate da interventi precisi e pure da un gol, su assist di Pjanic. Da rivedere Howedes anche se, dovesse mancare ancora Chiellini, potrebbe diventare indispensabile. Ma il tedesco ha nelle gambe solo un tempo e mezzo. Un altro problema. 


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