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  • Dal rimpianto della Roma, all'interesse di Inter e Ventura: Boyé ha deluso
Dal rimpianto della Roma, all'interesse di Inter e Ventura: Boyé ha deluso

Dal rimpianto della Roma, all'interesse di Inter e Ventura: Boyé ha deluso

  • Andrea Piva
Non è passato molto da quando Lucas Boyé sembrava avere tutti i requisiti per candidarsi a rivelazione dell'anno del campionato italiano: l'infortunio di Adem Ljajic a inizio stagione ha permesso al giovane attaccante di trovare spazio con una certa continuità nell'undici titolare del Torino, anche in partite delicate come quelle contro la Roma e la Fiorentina. Pur essendo alla prima esperienza nella serie A italiana, dopo aver giocato in argentina con le maglie di River Plate e Newell's Old Boys, Boyé ha saputo farsi trovare subito pronto, attirando su di sé le attenzioni dell'Inter ma anche quelle di Ventura per la Nazionale. L'attaccante granata è infatti in possesso del doppio passaporto, ha sia quello argentino che quello italiano, e a novembre il ct Azzurro ha provato a convincerlo, senza riuscirci, a rispondere all'eventuale chiamata dell'Italia ma, per Boyé, se nazionale sarà allora sarà solamente quella dell'Argentina.

LE DIMISSIONI DI SABATINI - L'arrivo al Torino di Boyé al Torino aveva inoltre causato un terremoto nella dirigenza della Roma. L'ex ds giallorosso Walter Sabatini, spiegando il motivo delle sue dimissioni lo scorso ottobre aveva ammesso che: La causa scatenante per cui ho assunto questa mia decisione riguarda un giocatore che sta facendo molto bene in Italia e che non ho preso. Perso questo giocatore ho capito di non meritare più la Roma. Odio non averlo preso, mi fa star male, mi sento morire”. Il giocatore in questione era proprio l'argentino classe 1996 che, prima di firmare con la società granata, era stato sondato anche dai capitolini. E a proposito di Roma, l'ex attaccante giallorosso Abel Balbo l'aveva addirittura paragonato a van Basten. Dallo scorso autunno ad oggi tanto è però campionato: Boyé non ha più giocato con la stessa continuità e quando Mihajlovic gli ha dato fiducia non è mai riuscito a sfruttare al meglio le occasioni avute. 

TALENTO DA DIMOSTRARE - In Argentina Boyé giocava come punta centrale, ma al Torino quando ha sostituito Belotti in quella posizione non ha mai convinto, sparendo tra le maglie dei difensori avversari. Meglio ha fatto nella posizione di attaccante esterno nel 4-3-3, il ruolo in cui tra l'altro l'argentino si è messo in luce nella prima parte di stagione, ma anche nel modo di interpretare questa posizione deve crescere molto: troppo spesso Boyé si intestardisce nel voler provare un dribbling quando non è necessario, finendo inevitabilmente per perdere il pallone e far ripartire gli avversari. Ancora più spesso dimostra poca cattiveria davanti la porta: un peccato grave per un attaccante. I suoi numeri parlano però chiaro: zero gol in questo campionato in ventuno presenze, due su ventitré partite giocate lo scorso anno con il Newell's Old Boys, due l'anno ancora precedente su ventisei gare con il River Plate. Poca cattiveria l'ha dimostrata anche sabato contro l'Inter quando, dopo aver  saltato in maniera un po' fortunosa un paio di rimpalli si è presentato da solo davanti ad Handanovic ma ha perso l'attimo per la conclusione e alla fine ha tirato inevitabilmente addosso al portiere nerazzurro in uscita. A Boyé le doti tecniche per poter diventare un calciatore importante del nostro campionato di certo non mancano, ma ora deve dimostrare sul campo che la stima dimostratagli dal Torino che lo ha preso, ma anche da Sabatini e dall'Inter, da Mihajlovic che lo ha lanciato e da Ventura che era pronto a scommettere su di lui per la Nazionale, era ben riposta.

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