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  • Le 5 tipologie d'attaccante della Serie A

    Le 5 tipologie d'attaccante della Serie A

    • Matteo Quaglini
    Il centravanti è il gol. La sintesi perfetta di una costruzione complessa. Il suo ruolo gli ritaglia all’interno della squadra la posizione del finalizzatore. E la finalizzazione nel calcio è tutto; anche quando il gioco di centrocampo suggestiona, l’azione diretta del centravanti è la soluzione definitiva sulla partita. Oggi, dopo due giornate e all’alba della terza vediamo i primi passi dei centravanti nel campionato, seguendo quattro angoli di lettura.

    Il primo tratto del romanzo dei “delanteros” è la tipologia del centravanti, che dà il carattere della squadra. Nella serie A giocano 54 centravanti, tra titolari e riserve, con 5 principali caratteristiche:
    • ci sono i tradizionalisti, i centravanti d’area che giocano vicino la porta. Il Milan e il Bologna che hanno minor qualità nella costruzione del gioco e stanno ricostruendo le zone di centrocampo, si affidano al gioco diretto di Bacca e Destro. Così come diretto è il carattere dell’Udinese, forte fisicamente dietro ed essenziale avanti nell’appoggiarsi a Zapata.
     
    • Ci sono poi i gregari, i pedalatori per mutuare il ciclismo, quelli che danno forza alla classe del gruppo: Mandzukic e Kalinic lavorano in aiuto ai compagni sia pur in due costruzioni differenti, mista tra classe e forza quella della Juventus; manovriera quella della Fiorentina. 
     
    • Molti centravanti di oggi sanno partire da lontano per poi arrivare in area; giocano l’azione d’attacco in contropiede per non dare riferimenti. La Lazio con Immobile, Il Sassuolo con Defrel e anche la Samp di Muriel Quagliarella attaccano verticale lo spazio davanti. Tirano anche da fuori, un gesto tecnico in disuso tra i finalizzatori moderni.
     
    • Gli acrobatici dal canto loro, si sono già messi in mostra e sono quelli che danno alla squadra un carattere aggressivo permettendo di attaccare anche su palla alta. Il dialogo con gli esterni è decisivo e per ora ottimo in tre costruzioni d’attacco differenti: l’aggressività del Genoa per Pavoletti; gli esterni stretti e larghi per Milik; quelli solo larghi per Icardi.
     
    • La quinta tipologia è quella del centravanti internazionale completo e partecipativo nel gioco: Higuain. L’argentino sa giocare in coppia e da solo. Torna indietro e poi taglia la linea avversaria per il tiro.
    Per una punta tiro deve essere uguale gol: il secondo punto che va analizzo, però, è la distribuzione del gol. Venti partite, 64 gol e una domanda: Come stanno andando i centravanti? Bene e con equilibrio. Di questi 64 gol i bomber ne hanno segnati 26 mantenendo un’andatura regolare; 13 gol alla 1° e 13 nella seconda. Bilancio di 7 vittorie sulle 17 totali con gol decisivi dei centravanti. I finalizzatori sono dentro il campionato e, a guidarli c’è Belotti con 4 reti già a 1/3 delle reti totali dello scorso torneo. 

    Il dato va confrontato con quello dei centrocampisti e degli esterni d’attacco: 17 i gol dei centrocampisti fin qui che hanno prodotto 5 vittorie e 18 quelli degli esterni d’attacco in grado di fruttare 4 vittorie. I centravanti hanno segnato 4-5 gol in più per giornata (13vs8/9), ma lo hanno fatto al momento giusto determinando di più i risultati. Inoltre sono regolari tanto quanto gli esterni (9gol alla 1° e 9 alla 2°), segno che la radice di un nuovo gioco d’attacco più dinamico e meglio distribuito si sta sviluppando come tratto efficace nel nostro campionato.

    Terzo, gli avversari nemesi del centravanti. A poche ore dalla terza giornata, proviamo a vedere le sfide attacco contro difesa per capire se il rendimento dipende anche da questo dettaglio. Higuain affronterà l’organizzazione del Sassuolo giocando in contro movimento (1gol così alla Fiorentina); molto interessante sarà lo scontro 3 contro 1 a Genova: Pavoletti e Kalinc hanno le caratteristiche perfette per mettere in difficoltà le difese avversarie (3 gol in due a difese a 3 fin qui), movimento contro staticità per il croato e, forza contro poca interdizione per l’italiano. Da vedere come si muoveranno Bacca e Milik contro difese a 5 (Udinese e Palermo) dopo essere stati protagonisti (con gol) contro difese a 4 più aperte. Segneranno, sconfiggendo l’inferiorità numerica? E’ possibile visto la staticità di queste linee.

    In trasferta finora i centravanti hanno segnato 8 gol su 26, che ci voglia il contropiede di Immobile o quello di Muriel a Verona e a Roma per aumentare il rendimento? In queste due gare vedremo se ripeteranno Bergamo ed Empoli iniziando a dare un valore importante a questo stile moderno d’attacco. Tra gli avversari dei centravanti c’è anche la tensione, attendiamo segnali da Gilardino, Paloschi e le punte del Palermo ancora a zero e a caccia dei gol sporchi, quelli della salvezza.

    L’ultima angolatura è il rapporto centravanti-scudetto. Il ruolo del centravanti è fondato sul gesto. Lo scudetto è continuità. Il centravanti è come il Necchi di Amici miei cioè geniale al momento giusto. Lo scudetto è continuità. Il finisseur è come James Bond glaciale e preciso. Lo scudetto è sogno. Il bomber è come i cannoni di Wagram duro e spietato. Lo scudetto è invece uno scontro epico. Forse per questo negli ultimi cinque anni nessuno dei centravanti capocannonieri da Ibraimovic a Cavani a Higuain ha vinto il campionato; perché hanno fatto dell’emozione dell’attimo il loro traguardo. Mentre per vincere ci vuole mente lucida e cuore caldo. Centravanti e scudetto, un rapporto controverso e inconciliabile, per ora. Per questo però suggestivo e, bellissimo.
     

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