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  • Mattia 'Lonewolf' Guarracino a CM: 'Così sono diventato il primo gamer in Serie A! Il più bravo della Samp è...'
Mattia 'Lonewolf' Guarracino a CM: 'Così sono diventato il primo gamer in Serie A! Il più bravo della Samp è...'

Mattia 'Lonewolf' Guarracino a CM: 'Così sono diventato il primo gamer in Serie A! Il più bravo della Samp è...'

  • Lorenzo Montaldo
Il mondo del calcio 2.0 dovrà cercare di mantenersi al passo con le innovazioni che, volenti o nolenti, influenzano in maniera decisa la nostra vita. E’ stato così con i social network, diventati uno strumento di diffusione fondamentale per pubblicizzarsi e interagire con i tifosi, oppure con gli smartphone, basti pensare alle app studiate appositamente per esportare e far conoscere il più possibile il ‘marchio’.

Quale sarà la nuova frontiera? Molti indizi lasciano supporre che possa essere il ‘gaming’, o più semplicemente i videogiochi. E’ una branca ancora non molto conosciuta, ma che movimenta un interesse sempre crescente. La Sampdoria per prima in Serie A si è lanciata nell’avventura, mettendo sotto contratto il miglior giocatore a livello nazionale della specialità, il sei volte campione italiano Mattia Guarracino (foto di sampdoria.it).

Una sinergia, quella tra ‘Lonewolf’ - questo il soprannome di Mattia - e i blucerchiati nata grazie ad un’intuizione: “Ho organizzato diversi eventi per le sale cinema di Ferrero, in quell’occasione abbiamo mostrato al presidente tutto ciò che c’è dietro a questo mondo, gli abbiamo fatto vedere che all’estero ci sono già squadre come Wolfsburg e Schalke che hanno già annunciato dei giocatori ed è rimasto affascinato” ha spiegato Guarracino in esclusiva a Calciomercato.com.  “Da lì è nata questa collaborazione, è stato tutto molto rapido perché poi Ferrero quando vuole fare una cosa si muove con velocità. All’inizio era scettico, invece è andato tutto molto bene”.

Il movimento in Italia però è ancora allo stadio embrionale, a differenza di quanto accade in altre nazioni.
“Lo scopo è quello di proseguire su questa strada,  siamo ovviamente ancora all’inizio e penso che questi primi eventi siano un assaggio utile per far capire a tutti e anche alla stessa Sampdoria questo mondo”, spiega ancora Mattia.  “Nella 1° Sampdoria eSports Cup (organizzata dai blucerchiati a Genova, ndr) sono venuti i giocatori dell’Ajax, del Levante e dello Sporting Lisbona. Loro all’estero sono visti come veri e propri professionisti della squadra, il sogno sarebbe quello di arrivare ad avere un vero e proprio campionato parallelo".

E’ un sogno percorribile?
“All’estero già lo fanno, credo che ormai sia questione di tempo prima di averlo anche qui in Italia”.

Nella Sampdoria, chi è il migliore alla Play Station?
I giocatori stessi sostengono che il più bravo di tutti sia Schick. Io però mi sono trovato benissimo in coppia con Regini, è davvero molto astuto nel senso che mi ripassa subito il pallone e fa sempre il mio gioco…  si vede che sa giocare, altrimenti alcuni colpi non li tenterebbe nemmeno”.

E un ‘meno dotato’, c’è?
“No, diciamo che anche gli altri, come Muriel e Cigarini, sono sullo stesso livello tra loro. Sono tutti videogiocatori, non c’è nessuno che non sappia giocare. Al limite qualcuno non gioca proprio, preferisce altri videogiochi”.

Hai avuto a che fare con i giocatori della Sampdoria quando smettono i panni dei calciatori, e si dedicano ai passatempi comuni dei loro coetanei. Come ti hanno accolto?
“Sono tutti eccezionali. Dico sul serio. In tv sembrano magari più ‘grandi’, ma in realtà sono ragazzi che hanno la mia età all’incirca. Sono davvero molto semplici, mi sono trovato benissimo e devo ammetterlo, in realtà non me lo aspettavo. Anche perché visti alla televisione uno si aspetta chissà cosa, in realtà non è così, sono persone normalissime e pure molto simpatiche.”

In molti magari pensano: ‘Giocare alla play station ed essere pagati per farlo, incredibile’. Eppure per te è un vero e proprio lavoro, con tutto ciò che ne consegue.
“Da quando competo ad un certo livello, quindi dal 2006-2007, ho sempre percepito il fatto di giocare in maniera un po’ più seria rispetto a come avrei fatto se fosse stato un semplice passatempo, anche se all’epoca non ero stipendiato. Giocavo lo stesso numero di ore, e lo prendevo come un lavoro pur non guadagnando. C’è ovviamente la componente del divertimento, ma è un po’ come praticare uno sport a livello agonistico. Per me più o meno è la stessa cosa, un hobby, ma allo stesso tempo l’ho sempre vissuto come un qualcosa di un po’ più serio: mi devo allenare, devo battere gli avversari, devo migliorare sempre”.

Mattia, riuscirai a portare il primo trofeo nella bacheca virtuale della Sampdoria?
“Me lo auguro, almeno il primo match ufficiale tra due club (Sampdoria-Roma, ndr) l’abbiamo vinto noi. E mi impegnerò al massimo per ottenere risultati anche a livello internazionale. Già alla 1° Sampdoria eSports club, un torneo europeo a tutti gli effetti, abbiamo raccolto un secondo posto importante dietro all'Ajax, che ha avuto un pizzico di fortuna in più e ha capitalizzato l'occasione buona. Ma cercheremo di migliorare ancora”. 

Twitter
@MontaldoLorenzo

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