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  • Mediapro contro Sky, presenta le garanzie per avere il canale della Lega. I club si spaccano, martedì resa dei conti

    Mediapro contro Sky, presenta le garanzie per avere il canale della Lega. I club si spaccano, martedì resa dei conti

    Si avvicina la tanto attesa Assemblea di Lega di A di martedì prossimo e con essa la resa dei conti tra Sky e Mediapro per l'assegnazione dei diritti a trasmettere in tv e sulle altre piattaforme il campionato italiano nel triennio 2018-2021. Dopo l'accoglimento del ricorso presentato dalla tv di Murdoch contro l'intermediario spagnolo e accolto dal Tribunale di Milano, il gruppo iberico è passato al contrattacco ed è pronto a presentare le garanzie economiche necessarie entro la data limite del 22 maggio per convincere le società di Serie A ad affidargli l'intero pacchetto, mettendo così fuori gioco Sky. Con la possibilità sempre presente di farsi valere anche a livello legale ricorrendo al Tar. Per la Gazzetta dello Sport, il collega Marco Iaria fa il punto sulle ultime notizie.


    Le garanzie di Mediapro sono già sul tavolo del presidente Gaetano Miccichè. Martedì l’assemblea di Lega dovrà decidere se accettarle o se percorrere nuove strade. Il gruppo spagnolo, che si è aggiudicato i diritti tv della Serie A 2018-21 con un’offerta da 1050 milioni annui e che si è visto bocciare il bando di rivendita dal Tribunale di Milano, ha predisposto un pacchetto di garanzie inviando in via Rosellini un dossier di oltre 200 pagine, con la certificazione di Kpmg. Per coprire l’incasso della prima stagione (oltre 1,2 miliardi Iva compresa) non verrà fornita una fideiussione bancaria ma una serie di assicurazioni: innanzitutto, altri 186 milioni in contanti che andranno ad aggiungersi ai 64 dell’anticipo già versato, e poi la visibilità del patrimonio netto di 1031 milioni della nuova casa madre di Mediapro, che è stata già costituita ma non ancora completata, visto che la cessione della maggioranza al fondo cinese Orient Hontai aspetta ancora l’ok definitivo delle autorità di Pechino. Nell’attesa di quest’ultima autorizzazione – giorni, forse qualche settimana – Mediapro offre alla Lega una garanzia-ponte dell’attuale capogruppo spagnola Imagina, con un patrimonio netto vicino ai 400 milioni e un margine lordo di oltre 200 milioni. I catalani sono, infine, disponibili alla canalizzazione dei ricavi: ciò significa che i proventi che verranno via via contrattualizzati sarebbero fatturati direttamente alla Lega, ma questa possibilità è sostanzialmente condizionata a una partnership per il canale tematico, il vero pallino di Mediapro.

    FRONTE BARCELLONAIl gran capo Jaume Roures è atteso a Milano all’inizio della settimana: lo descrivono imbufalito per le ultime prese di posizione del commissario Malagò, che ha parlato di «telenovela». Gli spagnoli si sono aggiudicati i diritti con un ruolo da semplici intermediari, hanno tentato di fare anche gli editori concependo dei prodotti audiovisivi «chiavi in mano» ma trovando l’opposizione dei giudici. Nel frattempo avevano congelato le garanzie mandando in agitazione i club. Da un lato, quindi, devono adempiere agli obblighi finanziari del contratto con la Lega, dall’altro hanno la necessità di trovare una soluzione per rientrare dall’investimento. Dopo aver presentato ricorso al Tar contestando la delibera Antitrust che ha partorito la bocciatura del Tribunale, domani Mediapo depositerà il reclamo contro la sentenza milanese. Ma è convinta che, a parte le lungaggini giudiziarie, un nuovo bando da intermediario sarà sempre esposto a contenziosi: chiede alla Lega di concedere l’opzione del canale, se non altro come arma negoziale sul mercato.

    I NUMERI -  La resa dei conti è martedì in assemblea. La maggioranza dei club è orientata a mantenere il rapporto con Mediapro: alcune società sarebbero pure pronte a votare una risoluzione ma questa dovrebbe passare con un quorum di 12 voti su 17 (escluse le retrocesse, anche se secondo un’altra scuola di pensiero dovrebbero comunque votare in 20 con quorum a 14). I numeri per una rottura con Mediapro non paiono esserci. Altrettanti voti, 12 appunto, servirebbero per dire sì al canale. Percorso complicato. La Lega è spaccata. L’unico legame che unisce le diverse anime è rappresentato dai soldi. Ecco perché difficilmente si rinuncerà ai 1050 milioni spagnoli, visto che l’alternativa – riprendersi i diritti e fare un terzo bando o trattative private con gli operatori – sarebbe inevitabilmente meno remunerativa: Sky, assieme a Perform, si dice pronta a offrire 950-970 milioni, con il conseguente disimpegno di Mediaset.

    IL CANALE DELLA LEGA - Mediapro è in pressing, molti club vacillano. L’ipotesi del canale della Lega resta ancora in piedi, anche se mancano ormai solo tre mesi all’inizio del prossimo campionato. I tempi tecnici per metterlo in piedi ci sono, perché la sua attivazione richiederebbe circa un mese e mezzo. Intanto, spieghiamo bene di cosa si tratta: la Lega sarebbe proprietaria del canale e, nei progetti spagnoli, dovrebbe firmare un triplo contratto con Mediapro cui concedere la produzione, la distribuzione e la concessione pubblicitaria. In cambio gli spagnoli darebbero un minimo garantito da 1050 milioni, con la divisione degli utili oltre quella cifra. Per quanto riguarda la parte produttivo-editoriale l’idea è di prendere in affitto studi di società come Infront, Euromedia o Euroscena, compresi di personale e tecnologia, e di appoggiarsi alla filiera che già realizza la produzione del segnale delle partite del campionato, rivolgendosi al mercato per ingaggiare tecnici e giornalisti-commentatori. La raccolta pubblicitaria potrebbe essere data in concessione a terzi. Il nodo principale riguarda la distribuzione, vista la guerra fredda con Sky che è la principale piattaforma del calcio pay in Italia. Il piano di Mediapro è di appoggiarsi a tutte le piattaforme disponibili, dalle compagnie telefoniche a Mediaset Premium, dagli OTT (Over The Top) come Perform, Discovery-Eurosport e Eleven, alla piattaforma satellitare Tivùsat (che ha bisogno però di un operatore pay), con un potenziale complessivo di decine di milioni di clienti.

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