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  • Milan, comunque vada a finire… non sarà colpa di Gattuso

    Milan, comunque vada a finire… non sarà colpa di Gattuso

    • Furio Zara
    Possiamo dirlo subito, prima che cominci ufficialmente la sua avventura sulla panchina del Milan. Comunque vada a finire, non sarà colpa di Gattuso. Potrà andare un po’ meglio di adesso, con il Milan in grado di recuperare qualche posizione in classifica - ma la Champions è fuori portata - o un po’ peggio, con il Milan che si attesta sulla posizione di oggi, tra il 7° e il 10° posto. Ma la sostanza non cambia. Riteniamo che esonerare Montella - in questo momento - sia stata una scelta sbagliata, fuori sincro, come quando in tivù o al cinema si vede il protagonista che parla e la voce che esce o un poco prima o un poco dopo.

    Detto questo, si riparte da Gattuso. Ed è l’ennesima ripartenza dopo tante stagioni passate a inaugurare “nuovi inizi”. Nel 2011 il Milan metteva in bacheca il suo 18° scudetto. L’anno dopo si piazzava 2°, poi 3°. Dal 2014 ad oggi questi sono i piazzamenti: 8°, 10°, 7°, 6°. Questi ultimi due anni si sono chiusi con la finale di Coppa Italia (persa da Brocchi contro la Juve) e la vittoria nella Supercoppa (vinta da Montella contro la Juve). Dopo Allegri, e saltando il breve interregno di Tassotti, il Milan - dal 16 gennaio 2014 quando venne assunto Seedorf fino all’altro giorno quando è esonerato Montella - ha timbrato cinque esoneri.

    Facciamo due conti: in quattro anni solari (gennaio 2014 e gennaio 2018, ormai ci siamo), si sono seduti sulla giostra rossonera in sei: Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic, Brocchi, Montella e il 6° è Ringhio. Una serie di tentativi non riusciti. Ogni volta sembrava la volta buona. Come no. La migliore media punti ce l’ha Mihajlovic (1,78 in 37 partite), la peggiore Brocchi (1,14). Ma non parliamo di differenze sostanziali.

    Quando la dirigenza puntò su Montella tutti fummo concordi nel ritenere che era l’allenatore giusto per rimettere al centro del “progetto Milan” l’idea di calcio. Era il luglio del 2016. La qualificazione in Europa League dell’anno scorso aveva le caratteristiche per fungere da piedistallo per il salto di qualità definitivo. La faraonica - nel portafoglio più che nelle scelte tecniche - campagna acquisti dell’estate era stata accolta come il sipario che si alza su una nuova era. Siamo invece di nuovo qui. A fare i conti con una serie di tentativi e di successivi fallimenti. Gattuso è stato ufficializzato da poche ore e già si parla del suo successore, da Conte ad Ancelotti, è ripartita la giostra. Siamo ad un terzo del campionato, non mancano due giornate alle fine, ne mancano ancora ventiquattro. Eppure…In questo caos societario, noi osservatori, abbiamo una sola certezza. Non sarà colpa di Gattuso. Comunque vada a finire, non sarà colpa di Gattuso
     

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