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  • Milan-Inter: Montella fa troppi calcoli e butta via il derby, Pioli sorprende tutti

    Milan-Inter: Montella fa troppi calcoli e butta via il derby, Pioli sorprende tutti

    • Giancarlo Padovan
    L’Inter gioca, ma il Milan quasi vince. Sarebbe stata un'ingiustizia palese, eppure i cultori del risultato a tutti i costi sarebbero partiti da lì per fare il panegirico a Montella, lodandone la conversione ad un post-italianismo di circostanza e sostenendo che è così che si va in Champions League. Invece è finita 2-2 con un gol di Perisic al 92' che ha riacciuffato il Milan proprio quando stava per volare al secondo posto solitario sulle tracce della Juve (meno 5) a più 11 dall'Inter. Ora i rossoneri sono alla pari con la Roma a 26 punti (7 meno della Juventus), mentre l'Inter galleggia nella terra di nessuno, a otto lunghezze dalla zona Champions, dove la speranza è l'ultima a morire. Risultato giusto, atteggiamenti sbagliati.

    Quello del Milan, e di Montella, che alla fine ha difeso con  un 4-5-1 come mai gli avevo visto fare a Firenze, con  la conseguenza di portarsi tutta l'Inter in area e non solo sul gol del definitivo pareggio. Quello dell'Inter che, dopo un primo tempo di aggressione e pressing, si è allungata e disunita soffrendo le ripartenze milaniste sulla riconquista a metacampo. E' così che è nato il secondo gol di Suso, è così che ne sarebbero potuti venire altri. Se Montella ha cominciato con il solito 4-3-3, Pioli ha stupito con un 4-2-3-1, il cui vertice alto, dietro Icardi, era Joao Mario. La sua funzione è stata quella di pressare alto, coinvolgendo sia i compagni di linea (Candreva e Perisic), sia i centrocampisti Brozovic e Kondogbia. Primo tempo quasi completamente interista, con almeno tre occasioni per Perisic (una di piede e due di testa) e una - forse la più consistente - per Icardi che al 38', su tiro sbagliato di Candreva, ha mancato il pallone ad un passo dalla porta. Il Milan, in totale soggezione, non si è visto fino al 40' quando sono accadute, nello stretto giro di due minuti, tre cose importanti.

    La prima: un tiro, prevedibile di De Sciglio, che ha avuto il merito di essere il primo della partita milanista.
    La seconda: un contropiede 4 contro 3 condotto da Bonaventura per Bacca che, anziché servire Niang smarcato, ha preferito la conclusione centrale.
    La terza: il vantaggio dei rossoneri su azione simile, peraltro partita da Donnarumma, con Bonaventura bravissimo a servire Suso e Ansaldi, stolido, nel coprire tardi la traiettoria a rientrare, cioé quello che lo spagnolo fa sempre.

    L'Inter ha sbandato ad inizio di ripresa, quando lo scatenato Bonaventura ha avuto l'occasione del raddoppio. Ciò è accaduto perché, oltre al pressing, all'Inter mancavano le distanze tra uomini e reparti. Paradossalmente, però, il pareggio nerazzurro si è collocato proprio quando gli uomini di Pioli stavano giocando peggio. Ed in effetti, la staffilata di Candreva che ha battuto Donnarumma, è stata una giocata fuori contesto, determinata da un fallo laterale discusso e con qualche giocatore del Milan distratto dalle proteste. 

    La partita si è fatta bella quando anche il Milan ha cominciato a giocare. Alla prima azione  congegnata, sulla destra, con Bacca prima pronto ad attaccare la profondità e poi a servire Suso (dribbling su Miranda e conclusione di destro), è arrivato il gol del 2-1. Si era appena al 13' della ripresa e, forse inconsciamente, il Milan ha cominciato a fare calcoli, mentre l'Inter ha continuato a portare uomini nella metà campo avversaria. Bene, in questo tipo di attività, anche i due esterni bassi - D'Ambrosio e Nagatomo (sostituto del pessimo Ansaldi) - che hanno spinto con continuità. Ancora Perisic (palla fuori di un palmo) e Icardi (deviazione fallita sottoporta) hanno fatto tremare il MIlan e convinto Montella a tenere la finzione del 4-3-3: dentro Mati Fernandez per Bacca e sistema di gioco trasformato in un 4-5-1. L'unica punta era Lapadula, quando ha preso il posto di Niang. 

    Nella fase finale, non solo è cresciuto il possesso palla dell'Inter (65 per cento), ma si sono moltiplicati anche i tiri in porta (18 contro 9). Il pareggio è stato un atto di equità, cercato da tutta la squadra e ottenuto da Perisic, con un tocco sotto misura, da angolo.

    Twitter: @gia_pad

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