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  • Milan, Montella cambia, ma Kalinic resta: ecco perché è già fondamentale
Milan, Montella cambia, ma Kalinic resta: ecco perché è già fondamentale

Milan, Montella cambia, ma Kalinic resta: ecco perché è già fondamentale

  • Andrea Distaso
Montella cambia ancora (undicesima formazione diversa), perchè di certezze acquisite non ce ne sono dopo 10 partite ufficiali tra campionato ed Europa League, perchè il suo Milan è ancora una squadra in evoluzione e dal potenziale inespresso e perchè giocare ogni 3 giorni concede poco tempo per lavorare in maniera approfondita sulla tattica. Eppure, in un lasso di tempo così ridotto, c'è già un giocatore che sembra essere "un po' più uguale degli altri", quel Nikola Kalinic che si appresta a disputare la sua quarta partita consecutiva da titolare nella delicata trasferta sul campo della Sampdoria.

FENOMENO DI REGOLARITA' - L'attaccante croato era un pallino di Montella che, pur non avendolo mai incrociato nella sua esperienza alla Fiorentina, anche a distanza aveva colto i pregi di un giocatore che, come si usa dire nell'ambiente calcistico, fa rendere al meglio le squadre nelle quali gioca. Sono 29 i gol segnati nelle prime due stagioni di Serie A e il primo spezzone della terza, una media non da bomber assoluto, ma di sicuro affidamente. Numeri che ne certificano la regolarità, la capacità di andare sempre e comunque in doppia cifra che, uniti a quelli degli altri giocatori offensivi, nelle previsioni del Milan dovrebbero costituire un bottino interessante per una squadra che aspira al vertice. Perchè Kalinic non è solo il classico "9" padrone dell'area di rigore, ma anche giocatore in grado di esaltare chi gli sta a fianco.

SEGNA E FA SEGNARE - Nel match contro l'Udinese, quello coinciso con i primi due centri in maglia rossonera, le altre statistiche da osservare sono i 38 palloni giocati in 85 minuti, il 33,3% di duelli vinti, il 100% di contrasti aerei a suo favore; a questi vanno aggiunti i 26 passaggi effettuati con una percentuale di riuscita del 77% e un'occasione creata. Numeri simili, anche in assenza di gol, di quelli messi a referto nella prima uscita in Europa League contro l'Austria Vienna: in 62' minuti, il croato ha toccato 37 palloni, con ben il 57,1% di duelli vinti, 2 contrasti su 2, l'83% di passaggi riusciti e ben due occasioni create, che hanno permesso a Calhanoglu e André Silva di esaltarsi. E anche con la Spal, una partita nella quale il Milan ha avuto bisogno di due rigori per portarsi a casa i 3 punti, Kalinic ha brillato in quelle statistiche che all'occhio distratto del non addetto ai lavori possono sfuggire, non al suo allenatore. 25 palloni giocati in 62 minuti, vinto il 42,9% dei duelli, 16 passaggi effettuati col 100% di precisione e due occasioni da gol generate, tra cui il penalty procurato per il vantaggio di Ricardo Rodriguez. Dati tutt'altro che irrilevanti, che i vari André Silva, Cutrone e Suso non possono vantare ad oggi e che fanno di Kalinic un giocatore "più uguale degli altri" in una formazione che cambia di continuo.

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