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  • Milanmania: Fassone e Raiola, nessuno dei due lavora per il bene dei rossoneri
Milanmania: Fassone e Raiola, nessuno dei due lavora per il bene dei rossoneri

Milanmania: Fassone e Raiola, nessuno dei due lavora per il bene dei rossoneri

  • Cristiano Ruiu
Finalmente il quadro è più completo. Dopo settimane, direi anzi mesi, in cui veniva raccontata tramite la solita stampa compiacente una sola verità (quella societaria) sul caso Donnarumma, oggi conosciamo anche l'altra campana, quella del giocatore e di chi se ne occupa. Come nel caso precedente anche questa è una verità di parte, e ci mancherebbe altro mi verrebbe da dire. Figuriamoci se su affari da decine di milioni di euro non siano ammesse inevitabilmente delle bugie. Nessuno può avere la presunzione di conoscere la verità assoluta. Dobbiamo quindi restare ai fatti, e quelli dicono che quando Raiola parla di un clima ostile creato artatamente dalla società (per strappare un facile consenso davanti ai nuovi tifosi, questo lo aggiungo io perché lui non poteva farlo), costringendo Donnarumma a firmare non sulla base di un progetto e di un accordo economico soddisfacente, ma sulla paura di non farsi etichettare come traditore o mercenario è chiaramente vero.

Il giochino degli striscioni fuori da Casa Milan non è per altro una novità, diciamo che è un segno di continuità con UNA PARTE della passata gestione, ma in questo caso è altrettanto chiaro che stiamo parlando di una scusa. Ovviamente il problema è solo uno e si chiama denaro. Condannare Gigio per questo è ipocrita, anche perché non pensiamo che dall'altra parte ci si muova per amore della maglia, che peraltro era quella dei rivali fino a un anno fa. Sicuramente è comprensibile da parte del tifoso un sentimento di amarezza per alcuni gesti di Gigio che potevano far pensare a un futuro in rossonero a vita, ma se sono stati metabolizzati e addirittura riaccolti in squadra Kakà e Shevchenko è solo per un motivo, tutto era stato gestito senza nessun dito puntato verso chicchessia. Dopo aver fatto di tutto per smarcarsi da Galliani, il vero paradosso in tutta questa vicenda è che per la legge del contrappasso, nel momento di difficoltà, il "nuovo" Milan targato Fassone e Mirabelli si debba rivolgere al Genoa per rimediare a un errore. Se l'avesse fatto la passata gestione?
 

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