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  • Milanmania: Niang tragicomico, per il terzo posto via le cariatidi di Milanello

    Milanmania: Niang tragicomico, per il terzo posto via le cariatidi di Milanello

    • Luca Serafini
    Un tempo come e meglio della Roma, dopo di che il Milan ha concesso poco agli avversari, diciamo pure nulla a parte la prodezza di Nainggolan, senza però riuscire più a pungere né dare l’idea di poterla raddrizzare. Cosa è mancato ai rossoneri? Naturalmente la trasformazione del rigore. In secondo luogo la fisicità, per cui ogni duello uno contro uno è stato sistematicamente perduto com’era prevedibile contro Fazio, Rudiger, Manolas, Dzeko. Poi la precisione nei rilanci, nella ripresa mai in grado di mettere in moto un contropiede pericoloso. Soprattutto, manca a Montella la possibilità – quando avverte il bisogno di cambiare qualcosa – di migliorare. Il suo sforzo nel tentativo di ridare anima e corpo ai fantasmi della panchina è commovente e comprensibile, da qui le chances a Pasalic, Bertolacci, ma a partita in corsa con Mati in queste condizioni, Luiz Adriano e Honda nelle loro condizioni abituali, è oggettivamente impossibile alzare l’asticella di qualsiasi squadra al mondo. Utopistico dare svolte positive. Vedendo il tragicomico Niang degli ultimi tempi, si capisce la tentazione della vigilia di dare spazio a Honda. Avendo poi (ri)visto il Birsa nipponico girovagare stranito nel finale, si capisce ancora meglio perché comunque sia stato inizialmente preferito il francese in un momento di forma a dir poco tremendo. 

    Difendere il terzo posto con una formazione-tipo e una rosa ridotte numericamente all’osso, sarà molto complicato senza aiuti dal mercato, ma l’acquisizione del club a rate da parte dei Mister X cinesi non lascia spazio a grandi illusioni. L’assemblea dei soci ridotta a una riunione di condominio, convocata per comunicare che una caparra chiama l’altra, non chiarirà ancora una volta né tempi né modi di acquisizione del club. Potrà certificare anzi la prosecuzione del vuoto di potere assoluto che regna in società, divisa in due sedi (gli uffici di Fassone non sono al Portello), più Arcore, più la casa di Barbara, dove si trova in maternità. Quindi rispedirà al mittente, anzi ai mittenti – allenatore e tifosi –, volontà di chiarezza sul futuro prossimo e speranze, anzi necessità di rinforzi.

    Peccato, perché la sfida dell’Olimpico ha invece dimostrato che potrebbero bastare un paio di uomini subito e due in estate per mantenere il podio quest’anno e rientrare in Europa con qualche possibilità di non inanellare brutte figure. Così, invece, pur nella tenacia delle sue prestazioni e nonostante la continuità di risultati, la sensazione costante resta quella di una fragilità nascosta, con il rischio che il castello di sabbia si possa sbriciolare da un momento all’altro. Peccato davvero perché veramente basterebbe un piccolo sforzo, cominciando col vendere o svendere qualcuna delle cariatidi ospitate a Milanello.      

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